'Viabilità, Firenze è come un vaso d'argilla'

Claudio Giudici, presidente 4390 e Uritaxi: "Stiamo pagando l’assenza di cultura delle infrastrutture pesanti"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2023 17:38
'Viabilità, Firenze è come un vaso d'argilla'

Firenze, 12 maggio 2023 - “Traffico in tilt, mezzi pubblici, taxi compresi, paralizzati per un acquazzone durato meno di un'ora, preceduto da una breve grandinata. Che sia il maltempo, un incidente o una manifestazione, basta pochissimo per rendere Firenze 'inagibile' e questo è inaccettabile”, è quanto afferma Claudio Giudici, presidente del 4390 e di Uritaxi, a proposito del maltempo che ha investito la città tra le 13 e le 14. “Anche la giornata di oggi – sottolinea - ci dimostra come le affermazioni del sindaco Nardella di qualche giorno fa, per fermare le manifestazioni sui viali, siano state tutt’altro che improvvisate.

Un acquazzone ha sommerso la zona di Statuto e del Romito con automobilisti letteralmente a rischio affogamento, come in via Lanza. Per arrivare in centro dall'aeroporto un'ora e mezza, dal centro a Soffiano cinquanta minuti”. “Firenze – prosegue Giudici - è una città che spicca per bellezza e cura, ma dal punto di vista viabile è un vaso d’argilla. Una forte pioggia, un incidente, una manifestazione, le auto in più provenienti da fuori durante la bella stagione, la paralizzano.

I cantieri della tramvia aggravano il tutto. Seppur un’infrastruttura che non ci ha mai convinto, differentemente da altre soluzioni, anche a maggior impatto, come poteva essere una metropolitana, la speranza, a questo punto, è che essa a pieno regime risolva davvero qualcosa. Ma per questo ci vorrà ancora qualche anno. Ma a monte di tutto c’é un mix diabolico che trae origine dalle politiche europee. Oggi, infatti, con amministrazioni in grave affanno di risorse, tanto più dopo la crisi pandemica, impossibilitate a ottenere liquidità proprio dalle politiche europee, se non - e qui sta l’ulteriore paradosso - per opere leggere come le ciclabili, che in realtà a viabilità ridotta come le città italiane, non servono, stiamo pagando l’assenza di cultura delle infrastrutture pesanti.

Adesso, al di là di facile demagogia “green” da una parte, o di impotente rassegnazione dall’altra parte, c’è bisogno di un patto tra cittadini e amministrazione fino alla fine dei cantieri tramviari: usare il più possibile i mezzi pubblici, camminare, la bicicletta - visto che siamo pieni di ciclabili sempre vuote! - lo scooter, e se proprio non si può fare a meno dell’auto, ricercare soluzioni di uso condiviso. Per quanto ci riguarda, invece, invito i cittadini a scaricare la nostra app Taxi Move, per evitare di intasare i centralini telefonici".

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