Vendita per asporto: svolta per la ristorazione toscana

Prospettive nuove per pizzerie, ristoranti, pasticcerie, gelaterie, bar e paninoteche in tempo di Coronavirus. Lapini e Cursano (Confcommercio): "Ringraziamo il presidente Rossi per aver accolto la nostra richiesta". Gronchi (Confesercenti): "E' il momento di unire le forze"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 aprile 2020 17:28
Vendita per asporto: svolta per la ristorazione toscana

La presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini e il presidente regionale di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)-Confcommercio Aldo Cursano esprimono la propria piena e totale soddisfazione per l’ordinanza della Regione Toscana che autorizza la vendita per asporto nei pubblici esercizi, ovvero pizzerie, ristoranti, pasticcerie, gelaterie, bar e paninoteche.

“Una battaglia determinante per la nostra categoria, vitale in questo momento di lockdown e di pressoché totale inattività del mondo della ristorazione della somministrazione in genere”, dicono i due presidenti. “Affiancando l’asporto alla consegna a domicilio, già possibile oggi ma estremante impegnativa ed onerosa, si “riaccendono” le cucine e si rimette in moto un po’ di occupazione, fornendo un servizio essenziale a consumatori e famiglie”.

“Ringraziamo il presidente Enrico Rossi per aver accolto la nostra richiesta e la struttura di Confcommercio Toscana per aver lavorato con passione e determinazione su questo obiettivo”, concludono Anna Lapini e Aldo Cursano. 

Bene l’ordinanza sull’asporto, commentano da Confesercenti, ma senza limitazioni, un pezzo di risposta importante che avevamo chiesto, ma per ristoranti e pubblici esercizi del nostro Paese occorre fare molto di più. Confesercenti lancia un appello a unire le forze.

“È il momento di fare uno sforzo straordinario tutti insieme – ha detto il Presidente toscano Nico Gronchi – in particolare per il settore food, ristorazione, bar, pubblici esercizi. Dobbiamo mantenere alta l'attenzione, anche con iniziative sul territorio come quelle dei ristoratori, ma soprattutto sulle risposte che ci attendiamo per queste categorie. Chiunque ha voglia e proposte dia una mano, Confesercenti, in ogni territorio, è la casa delle imprese, tutte le imprese”.

In questi giorni, comunica Confesercenti, stanno nascendo moti spontanei di imprese che interpretano i sentimenti di frustrazione e preoccupazione delle aziende, a partire dai ristoranti e pubblici esercizi fino alle saracinesche chiuse. In questi fermenti sono presenti tanti nostri soci, tanti nostri colleghi, tanti piccoli imprenditori che chiedono certezze, che da sempre Confesercenti sostiene ed in particolare ora che l’economia è schiacciata dalla pandemia.

"Sulla ristorazione e tutti i comparti del food occorrono, subito, risposte specifiche:

- Allungare la cassa integrazione in deroga fino ad oggi prevista per avere tempo per gestire la Fase 2;

- Affrontare con forza la questione degli affitti commerciali per riduzioni che tengano conto del mercato cambiato drasticamente;

- Apertura scaglionata in condizioni sostenibili".

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