Venator: la UilTec Toscana Sud chiede un tavolo regionale

Interviene anche la deputata maremmana Elisabetta Ripani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 giugno 2022 17:58
Venator: la UilTec Toscana Sud chiede un tavolo regionale

La Piana di Scarlino è il polo industriale più importante della provincia di Grosseto, sia dal punto di vista economico che occupazionale, e un mancato progetto per lo smaltimento dei gessi che porterebbe a un risultato negativo su Venator avrebbe una ripercussione devastante su tutto il territorio e in particolare nei Comuni vicini che, dopo l'impatto della crisi del polo industriale di Piombino, subirebbero un ulteriore colpo al tessuto industriale.

I lavoratori di Venator sono a conoscenza della situazione e sanno che ci sarà un grave contraccolpo sull'indotto e, a cascata, sull'economia locale. Il rischio insomma è quello di mettere in ginocchio i Comuni limitrofi e soprattutto quelli più piccoli, quelli più impreparati a gestire una tale criticità. Basti pensare che il polo industriale che insiste nella Piana del Casone vanta più del 45% del PIL della provincia di Grosseto.

"Il colpo sarà duro da assorbire. Per i nostri giovani che ogni anno si diplomano con l'aspettativa di un lavoro nel proprio territorio, senza dimenticare i commercianti e gli artigiani che dovranno affidarsi principalmente al periodo estivo ed alle attività stagionali e non più sugli introiti provenienti dai lavoratori della piana del Casone -spiegano dalla UilTec Toscana Sud- Innescare un altro arretramento dell'economia locale, con conseguente crisi occupazionale in un momento in cui dovremmo gestire gli investimenti del PNRR, è ciò che questo territorio non si merita.

Siamo preoccupati, come sindacato e come cittadini, della possibilità, come si è letto nei quotidiani nei giorni scorsi, di una diminuzione del 25% del personale di Venator: il tutto senza un progetto e senza indicare con quali strumenti si andrà ad affrontare una crisi industriale di questa portata considerando che la cassa integrazione non è prevista in questi casi".

La UilTec Toscana Sud è sempre stata disponibile per vagliare tutte le soluzioni possibili per salvare la Venator attraverso progetti sostenibili e compatibili dal punto di vista ambientale, magari sfruttando, in modo condiviso e trasparente, le opportunità offerte dal PNRR: "L’obiettivo di tutta la Provincia di Grosseto deve essere uno e chiaro: sviluppo industriale, magari ampliando le opportunità che il territorio può offrire grazie all'insediamento di altre aziende, dando la priorità al lavoro stabile e di qualità".

La UilTec Toscana Sud è convinta che il turismo e l’industria possano e debbano convivere, perché è solo con l’equilibrio delle due parti che si può pensare ad un territorio sostenibile e la mancanza dell’uno o dell’altro può causare ferite profonde da non poter essere più curate.

La UilTec Toscana Sud riconosce l'importanza di Venator sulla provincia di Grosseto: "Ma non potremo sostenere i progetti di cui non si conosce la fattibilità, l'efficacia, l'impatto sul territorio. La Venator che si trova all'interno di una economia circolare, riducendo la produzione del 30% per la difficoltà di smaltimento dei gessi, in cascata si avvisano i primi segnali di difficoltà delle aziende marmifere Toscane e a Guidonia (Lazio) che si trovano loro stessi o si troveranno a breve a dover ridurre la produzione per mancanza di smaltimento della marmettola, prodotto utilizzato da Venator.

Il tempo corre veloce e la Venator, azienda multinazionale quotata in borsa, ha sicuramente necessità di stabilità in un momento in cui le borse mondiali e soprattutto quella europea subiscono l'impatto dei prodotti energetici e dove la guerra ha aumentato l'incertezza sulle prospettive future, proprio per questo riteniamo che sia Venator che la Regione e le istituzioni competenti pigino sull'acceleratore perché dai loro incontri possano uscire intenti e soluzioni adeguate per ripartire a pieno regime con la produzione e anche usufruire di un PNRR".

La UIilTec Toscana Sud sollecita l’istituzione di un tavolo regionale – già richiesto dalla Provincia da qualche settimana - se si vuole che una multinazionale come Venator, intenzionata ad investire, resti nel nostro territorio: "Dobbiamo agire velocemente perché il rischio che si arrivi al punto del non ritorno è concreto".

“La vicenda Venator rischia di innescare una bomba occupazionale ed una crisi economica devastante che la Maremma non può assolutamente permettersi. Forte è la preoccupazione che è emersa durante l’incontro che ho avuto nella giornata di venerdì 24 giugno con la RSU e la dirigenza dell’Azienda: in ballo ci sono la tenuta di centinaia di posti di lavoro tra stabilimento e indotto, il futuro del sito industriale della Piana di Scarlino, eccellenza del territorio, nonchè l’economia dell’intera provincia di Grosseto fino a lambire il territorio della provincia di Massa Carrara” dichiara la deputata maremmana Elisabetta Ripani.

“Azienda e lavoratori marciano compatti nella richiesta di rintracciare, in accordo con la Regione Toscana, una rapida soluzione di equilibrio tra sostenibilità ambientale, imprenditoriale e occupazionale. In quest’ottica, l’Azienda si è responsabilmente dichiarata pronta ad investire per la riduzione degli scarti, chiedendo un intervento della Regione nell’individuazione, in primis, di una soluzione ponte che permetta di non bloccare il ciclo produttivo e continuare a produrre in loco e , soprattutto, addivenire ad una soluzione definitiva ambientalmente sostenibile su stoccaggio o riuso dei gessi rossi. Non possiamo più fare il gioco dell’oca e ripartire tra qualche anno dalla casella del via”.

“I numerosi esponenti del mondo istituzionale e politico locale, regionale e nazionale che hanno incontrato i vertici e la rappresentanza dei lavoratori dell’Azienda concordano che l’urgenza sia improcrastinabile. A poco serve dichiarare la propria solidarietà se nel frattempo non si passa dalle parole ai fatti. La variabile tempo è determinante per la risoluzione della crisi, per cui tentennamenti della Regione Toscana non sono ammessi”.

“Questa è un’annosa vicenda che in questa fase deve mettere da parte i toni di scontro e dare ampio sfogo alla massima collaborazione. Tirando una linea, a margine di tutti gli incontri, ritengo utile un tavolo di crisi regionale a cui prendano parte tutti i soggetti coinvolti, Azienda, Regione Toscana, Comuni, Provincia di Grosseto, mondo sindacale, consiglieri regionali ed anche i parlamentari nazionali eletti nel collegio. Ognuno, per sua competenza, faccia la sua parte. E’ un problema di tutto il nostro territorio e come tale va affrontato: con responsabilità, collaborazione, concretezza e tempismo” conclude l'On. Elisabetta Ripani.

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