​Vaccinarsi in Toscana: ecco i consigli utili del medico di famiglia

Il periodo giusto? Novembre. Picchi epidemici si verificano statisticamente a fine dicembre o inizio febbraio

Antonio
Antonio Lenoci
15 ottobre 2015 12:24
​Vaccinarsi in Toscana: ecco i consigli utili del medico di famiglia

 La persona giusta per aiutarci a mettere insieme il puzzle di questo viaggio nel mondo dei vaccini? Antonio Panti, nasce a Firenze nel '37, eletto nel Consiglio dell'Ordine fiorentino nel 1972 ne è Presidente dal 1988 ed è presidente anche della Federazione regionale toscana degli Ordini dei Medici. Ha ricoperto cariche nazionali nella Federazione degli Ordini. Dal 1998 è vicepresidente del Consiglio Sanitario Regionale e membro del Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia Regionale di Sanità e del Centro Studi per la salvaguardia e la documentazione della Sanità fiorentina.

Dirige dal 1988 la Rivista "Toscana Medica" diffusa in 24.000 copie. Ha collaborato a molti testi tra i quali la Guida Professionale ed è editor delle Edizioni Medico Scientifiche.Perché il vaccino? "Bisogna assolutamente vaccinarsi perché il vaccino aiuta a mantenere alte le nostre difese immunitarie. Le malattie tanto temute che abbiamo conosciuto e che oggi non fanno più paura non sono affatto scomparse, siamo noi che ci siamo protetti da loro. Se abbassiamo la protezione le ritroviamo ad aspettarci".Ho letto che i vaccini non sono sicuri e vorrei curarmi con metodi alternativi."Non ci sono antivirali sostitutivi del vaccino.

Sui tempi voglio essere più ottimista rispetto al dottor Carmagnini (già intervenuto su Nove da Firenze nella prima puntata) perché ancora non abbiamo ricevuto indicazioni in merito al picco dell'influenza. Stando ad oggi potrebbe manifestarsi in modo tardivo, anche a febbraio, e dunque potrebbe esserci tempo per vaccinarsi, bene però sapere che da qui ad un mese noi saremo pienamente operativi e quest'anno distribuiremo ai pazienti anche la Vitamina D contro l'osteoporosi".Come si stanno preparando i medici per la stagione influenzale? "I medici ricevono una circolare che ricorda quali sono le categorie a rischio, ma certo non dobbiamo formarli per fare il vaccino..

parliamo di medici, se servisse spiegargli come fare un vaccino allora dovrebbero fare altri mestieri. Battute a parte.. un medico sa bene cosa significa una vaccinazione: purtroppo viviamo in un mondo in cui si chiede alla medicina di curare patologie incurabili e poi non ci attiviamo per difenderci dalle malattie prevenibili".Perché le famiglie toscane che hanno a disposizione vaccini gratuiti, sono in cima alla lista degli scettici? "Vaccinarsi è la cosa migliore che si possa fare.

Mi arrabbio se penso che in alcune famiglie toscane si pensa di tutelare i figli in questo modo e poi magari si danno loro merendine che a distanza di anni mostreranno i loro effetti, oppure si permette loro di fumare fin dai 14 anni...".C'è un Vademecum che il medico di famiglia può suggerire al paziente? "Esistono dei consigli pratici che si possono dare come ad esempio ripararsi dal freddo, può apparire una banalità ma è determinante perché è il freddo che ci rende vulnerabili, così come portare sempre un ombrello nelle stagioni piovose, e ancora lavarsi spesso e bene le mani per evitare di trasmettere batteri da un luogo all'altro ed usare fazzoletti di carta da gettare subito dopo che ci siamo soffiati il naso..

si tratta di accorgimenti che chiunque di noi può avere, ma sono utili perché allontanano il rischio di un contagio".Veniamo alla meningite che ha spaventato la Toscana, cosa è accaduto o sta accadendo? "Stiamo studiando molto attentamente il fenomeno dal punto di vista scientifico, il fatto è che deve esserci stata qualche particolare mutazione della sottospecie che ha colto impreparata soprattutto una parte della Toscana rispetto al resto d'Italia.

Dobbiamo dire riguardo alla meningite che la Regione Toscana si è mossa proponendosi di vaccinare una quantità notevole di persone, l'obiettivo è una copertura oltre il 90%, ma non abbiamo avuto la quantità di richieste che ci aspettavamo per il vaccino contro il meningococco".Importante anche il ruolo dei genitori. L'Associazione Genitori Toscana interviene su Nove da Firenze attraverso le parole di Barbara Colella: "Nell'empolese valdelsa i recenti casi di meningite ci hanno portato ad intensificare la formazione presso i genitori di figli in età scolastica, spaventati anche da informazioni e dati raccolti probabilmente in modo superficiale.

Purtroppo anche genitori che hanno vaccinato i propri figli si sono ritrovati i figli malati, ma molti hanno capito che il vaccino ha ridotto le conseguenze che sarebbero state gravi se non invalidanti. Ho tre figli e posso testimoniare che un buon rapporto con il pediatra assicura un perfetto canale informativo anche per noi genitori".I genitori sottovalutano il rischio? "Ha ragione Panti quando sottolinea che i genitori dovrebbero essere più coscienziosi.

L'AGe promuove una funzione genitoriale educante: ricordiamoci che il bambino frequenta un ambiente comune. Se io genitore decido di non vaccinare mio figlio creo un danno sociale perché non penso a quei bambini che potrebbero avere basse difese immunitarie o avere patologie particolari tali da poter essere maggiormente sensibili del mio che trasporta, come tutti, i batteri".Un consiglio da genitore ai genitori? "I bambini non sono colleghi di lavoro, diamo loro obbiettivi da perseguire e ci dimentichiamo di aiutarli.

Molto spesso li carichiamo di pressioni, dal primeggiare nello studio o nello sport e dimentichiamo quali sono le loro reali esigenze.. come il gioco. Trasmettiamo loro una paura irrazionale, sono stressati fin da piccoli, eppure esistono i canali di informazione, le statistiche, i professionisti da poter consultare. I genitori che si sentono soli sono più soggetti a sbagliare e la nostra associazione nasce per confrontarci davanti alle difficoltà. Credo molto nel dialogo ed auspico che in ambito sanitario genitori, scuole ed istituzioni possano parlare tra loro più spesso e non solo in occasione di notizie drammatiche, anche semplicemente per seguire un percorso formativo comune".

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