Unicoop Tirreno: 600 licenziamenti contro la crisi

Insorgono i sindacati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 gennaio 2017 23:00
Unicoop Tirreno: 600 licenziamenti contro la crisi

Unicoop Tirreno dichiara di voler ridurre i costi e a pagarne il prezzo più grande saranno le lavoratrici e ilavoratori. Circa 500 esuberi, 8 cessioni tra Viterbo e la Toscana e 13 chiusure: 2 a Viterbo, 1 a Pomezia, 1 aVelletri 1 a Roma e l’E-Commerce. Le altre in Toscana. Poi la riunione, ieri a Firenze con la dirigenza di Unicoop Tirreno, che ha avuto risvolti inattesi e pesantissimi con l'annuncio di oltre 600 esuberi.

A rendere noto quanto illustrato dai dirigenti è Marco Conficconi, segretario generale Uiltucs Toscana, categoria della Uil che si occupa di cooperazione e terziario. "La seconda cooperativa della Toscana - spiega il segretario a margine dell'incontro sindacale - cerca di gestire la crisi ma non ha nessuna prospettiva di soluzione e nessuna prospettiva di sviluppo. Tant'è che il piano rigido e inadeguato" presentato è una manovra "di sola retroguardia che fa pagare ai soli lavoratori il prezzo della crisi.

Assurdo". "La manovra illustrata - aggiunge Conficconi - prevede la cessione di 6 negozi ulteriori terziarizzazioni, la chiusura di altri 13 negozi e un numero impressionante di esuberi: oltre 600". In più, come se non bastasse, viene annunciato l'annullamento del Cia, contratto integrativo aziendale, che porta la Uiltucs ad annunciare inevitabili azioni di lotta davanti "ad annunci del genere. La trattativa condotta dall'ormai prossimo direttore generale del Comune di Roma chiamato dal Movimento 5 Stelle ci lascia solo un grandissimo amaro in bocca.

A maggior ragione pensando che tutto ciò avviene nonostante il prestito da 170 milioni di euro avuto da Unicoop Firenze e da Coop Alleanza 3.0".

"Una vera e propria mattanza occupazionale -attacca Francesco Iacovone, dell'Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato-– e la nostra risposta sarà lo sciopero e la mobilitazione”.“Dopo anni di utili di bilancio mai raggiunti, – prosegue il sindacalista – la nuova dirigenza vorrebbe far ricadere le incapacità dei manager e di un CdA a dir poco inconcludente, su chi la Coop la fa tutti i giorni con il proprio lavoro”.“I 160 esuberi della sede di Vignale Riotorto rappresentano un vero e proprio danno sociale, in una provincia in cui il lavoro già non c’è – sottolinea il rappresentante USB – e lo sviluppo del franchising e le chiusure di tutti quei negozi, avranno conseguenze pesantissime sull'’occupazione e sui diritti e il salario delle lavoratrici e dei lavoratori di due intere regioni”.“Lunedì prossimo andremo al tavolo di trattativa con le idee ben chiare.

In quella sede comunicheremo che per noi l’unica risposta a questo feroce attacco sarà lo sciopero e la mobilitazione, almeno fino a quando l’'azienda non si mostrerà disponibile a trattare su altre basi." conclude Iacovone.

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