Una magnifica settimana di teatro

Alla Pergola il flamenco di Israel Galván. Orlando al Puccini. Fiona May al Teatrodante. Ute Lemper al Politeama Pratese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 novembre 2022 17:44
Una magnifica settimana di teatro

Una settimana di grandi prove d'attore sui palcoscenici di Firenze e dintorni, quella che va a incominciare.

Israel Galván, il più importante interprete di flamenco, debutta in prima nazionale al Teatro della Pergola, Saloncino ‘Paolo Poli’, dal 9 al 12 novembre con un programma che prevede, nella stessa serata, El Amor Brujo, una sua versione del classico di Manuel de Falla, e La Consagración de la Primavera (La Sagra della Primavera) di Igor Stravinsky.

Entrambe le composizioni sono eseguite dal vivo al pianoforte da Daria van den Bercken, Gerard Bouwhuis e El Amor Brujo anche dalla mezzosoprano Barbara Kozelj.

Approfondimenti

La produzione è di Israel Galván Company, in coproduzione con numerosi partner internazionali, tra i quali figurano il Théâtre de la Ville di Parigi e il Teatro della Toscana.

Coreografo e bailaor, Galván si distingue per proporre un proprio linguaggio espressivo, non solo come ballerino, ma anche come creatore scenico. Un linguaggio fino a oggi sconosciuto nel ballo flamenco, basato su frammentazioni, mescolanze e somme di gesti.

Silvio Orlando sarà al Teatro Puccini da martedì 8 a venerdì 11 novembre con lo spettacolo "La vita davanti a sé", spettacolo vincitore del Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2022 come Miglior monologo. Sabato 12 novembre (alle 21) con replica domenica 13 (alle 16) sarà sul palco del Politeama Pratese.

Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, al centro di un discusso Premio Goncourt, La vita davanti a sé di Romain Gary è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Un romanzo commovente e ancora attualissimo, che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia.

Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma. Inutile dire che il genio di Gary ha anticipato senza facili ideologie e sbrigative soluzioni il tema dei temi contemporaneo la convivenza tra culture religioni e stili di vita diversi. Il mondo ci appare improvvisamente piccolo claustrofobico in deficit di ossigeno I flussi migratori si innestano su una crisi economica che soprattutto in Europa sembra diventata strutturale creando nuove e antiche paure soprattutto nei ceti popolari, i meno garantiti.

Se questo è il quadro quale funzione può e deve avere il teatro. Non certo indicare vie e soluzioni che ad oggi nessuno è in grado di fornire, ma una volta di più raccontare storie emozionanti commoventi divertenti, chiamare per nome individui che ci appaiono massa indistinta e angosciante. Raccontare la storia di Momò e Madame Rosa nel loro disperato abbraccio contro tutto e tutti è necessario e utile. Le ultime parole del romanzo di Garay dovrebbero essere uno slogan e una bussola in questi anni dove la compassione rischia di diventare un lusso per pochi: «Bisogna voler bene».

Sarà la prima toscana de “Le rane”, in un nuovo allestimento che porta la città sul palcoscenico, ad inaugurare “Dieci”, la stagione 2022/2023 del Teatro Cantiere Florida (via Pisana 111R, Firenze). Mercoledì 9 novembre alle 21.00 e giovedì 10 in replica alla stessa ora, accanto a un cast di artisti under 35 diretti da Marco Cacciola – regista e ideatore del progetto, in questi giorni tra i protagonisti dell’”Hamlet” di Antonio Latella a Milano – ci sarà un coro di cittadini ogni sera diverso, risultato finale del progetto partecipativo ΧΟΡΟ'Σ / CHORÓS: ciclo di laboratori mirati a ricostruire l’antico legame tra società e teatro condotti in tre quartieri della periferia cittadina con al centro non solo l’aspetto recitativo, ma anche e soprattutto una riflessione sul senso di comunità, sull’idea di rappresentanza e su cosa significhi vivere uno spazio sociale, nell’ambito dell’Autunno Fiorentino.

Una delle opere più celebri di Aristofane rivive dunque in una forma inedita per accompagnare il pubblico nel divertente e visionario viaggio del dio Dioniso e del servo Xantia, diretti negli inferi per riportare in vita un Poeta che salvi la città dal degrado culturale.

Prodotto da Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatri di Bari e Solares Fondazione delle Arti, lo spettacolo è una disavventura on the road in continuo equilibrio tra poetico e popolare, tra l’afflato divino del dio e la terrena comicità del servo: due facce di quello specchio che è la commedia, capaci di dare ai temi affrontati – l’importanza della cultura e il suo valore sociale e politico, il pacifismo ante litteram, la responsabilità individuale e collettiva, l’interrogarsi sul futuro – una freschezza tutta nuova.

Il viaggio del dio e del servo è prima disseminato di incontri che tracciano il percorso, poi si estende a tutto il coro, e infine all’altra metà del cerchio, il pubblico. Ed è in quel momento che il coro dei cittadini invade la scena spezzando il procedere della trama e provando a farsi crepa, a sospendere quell’idea di storia come linea retta, progressione continua che non permette di immaginare altro che un futuro come ripetizione corrotta di un eterno presente.

Cinque personaggi si muovono in un villaggio dove tutto è trasparente. È in arrivo un’invasione, gli intrusi sono alle porte. Perché arrivano? Di chi è la colpa? Sicuramente di Teo; ma cosa ha fatto? E siamo sicuri che l’abbia fatto davvero? Ma soprattutto: chi è Teo?

Sarà il debutto de “La prova contraria”, thriller teatrale che porta per la prima volta in Italia l’omonimo testo del pluripremiato drammaturgo svizzero Olivier Chiacchiari, a inaugurare la stagione 2022/2023 del Teatrodante Carlo Monni (Piazza Dante 23 Campi Bisenzio, Firenze), con una protagonista d’eccezione: Fiona May. Sipario alzato giovedì 10 novembre alle 21.00 per lo spettacolo prodotto da Fondazione Accademia dei Perseveranti per la regia di Andrea Bruno Savelli.

Sul palco a fianco della May il nucleo storico di attori che da anni animano la scena culturale della Piana Fiorentina – Manola Nifosì, Sergio Aguirre, Luigi Monticelli e lo stesso Savelli – per raccontare la storia di un assedio che tanto somiglia al mondo contemporaneo, tra sovraesposizione da social media e fake news. In replica venerdì 11 sempre alle 21.00.

Alla seconda prova sul palcoscenico dopo “Maratona di New York”, spettacolo coprodotto dal Teatrodante Carlo Monni e debuttato nel 2018 al Todi Festival in cui l’ex lunghista e triplista portava avanti una sfida non solo attoriale ma anche sportiva, correndo in scena per tutta la durata del testo, Fiona May torna in teatro questa volta come attrice pura, in un percorso iniziato con la fiction RAI “Butta la luna”. “C’è un rapporto solido e di stima reciproca tra Fiona e il Teatrodantespiega Savelli, che ne è anche il direttore artistico – basato su un percorso che stiamo costruendo insieme”.

Al via martedì 6 dicembre la stagione 2022/23 del Teatro Giotto di Borgo San Lorenzo. Sei appuntamenti fino al 4 aprile con spettacoli ed interpreti di spessore nazionale. Il primo appuntamento, martedì 6 dicembre (ore 21.15, come per tutti gli spettacoli)ècon Chiara Francini, che porta in scena UNA RAGAZZA COME IO.

Uno spettacolo di Chiara Francini e Nicola Borghesi, con le musiche di scena dal vivo di Francesco Leineri. Un frizzante monologo, uno show che unisce comicità e intrattenimento tra citazioni, remake, gag e sapiente umorismo, in un gioco di contrasti eleganti. L’atmosfera, divertente ma sofisticata, è unica nel suo genere, accattivante, molto originale. Un piccolo gran varietà, con musica ed effetti speciali.

La stagione di concerti di musica contemporanea organizzata da Fonderia Cultart al Teatro Politeama si apre con la raffinatissima Ute Lemper: vera e propria stella internazionale dal fascino magnetico, la celebre attrice e cantante tedesca, insuperata interprete contemporanea del cabaret berlinese e della canzone d'autore, Ute Lemper sarà a Prato lunedì 7 novembre per presentare il suo Rendezvous with Marlene.

Due grandissime artiste con tante affinità: una fu l’Angelo Azzurro del periodo delle due guerre, l’altra interpretò lo stesso ruolo negli anni ’90 del Novecento. Ideato dalla Lemper come omaggio alla Dietrich, lo spettacolo è un appassionante viaggio musicale, dai cabaret berlinesi al jazz, dal folk agli chansonnier francesi che vede in scena accanto a Ute Lemper, Vana Gierig al pianoforte, Cyril Garac al violino, Giuseppe Bassi al contrabbasso, Matthias Daneck all batteria.

Lo spettacolo si basa su una telefonata di tre ore tra Marlene e Ute nel 1988 a Parigi, 30 anni fa. Dopo aver ricevuto il Premio francese Molière per la sua performance in Cabaret a Parigi, Ute inviò una cartolina a Marlene, che viveva in Avenue de Montaigne 12 dal 1979, scusandosi per tutta l’attenzione mediatica di quel momento che la paragonava a Marlene Dietrich.

Ute era solo all’inizio della sua carriera in teatro e nella musica, mentre Marlene aveva alle spalle una lunga vita piena di film, musica, incredibili collaborazioni, appassionate storie d’amore e grande celebrità.

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