Un minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Parigi

“La Marsigliese” in apertura del Consiglio comunale. Il sindaco Nardella: “La reazione di Firenze è stata ancora una volta all’altezza della nostra storia e della nostra identità”. L'appello del vicepresidente del Consiglio regionale Stella (FI): "Contro il terrore, a Natale presepe e albero nelle piazze di tutte le città italiane". Martedì 17 novembre manifestazioni alla moschea di Colle Val d’Elsa e a Fucecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 novembre 2015 19:09
Un minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Parigi

In apertura del Consiglio comunale di Firenze sono risuonate le note dell'Inno francese ed è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo dei tragici fatti accaduti venerdì sera a Parigi. La conferenza dei capogruppo, riunita dalla presidente del Consiglio comunale Caterina Biti, ha deciso di iniziare la seduta dell'assemblea, riunita in palazzo Medici Riccardi, con un breve dibattito alla presenza del sindaco Dario Nardella.“Siamo stati tutti sconvolti dalle stragi avvenute a Parigi venerdì sera.

Il consiglio comunale della città di Firenze, attraverso la riunione dei capigruppo di tutte le forze politiche – ha spiegato la presidente Caterina Biti – ha deciso oggi di dire forte il suo no ad ogni forma di terrorismo. Firenze, città di pace e di dialogo, che appena due settimane fa ha ospitato il convegno dei sindaci delle città di zone di guerra "Unity in Diversity", per lanciare un messaggio di dialogo e di ricerca della pace, Firenze che ha da sempre questa vocazione alla costruzione di pace, dice no al terrorismo, no alla violenza che vorrebbe condizionare le nostre vite. Per questo, è importante oggi esprimere il nostro cordoglio alle famiglie delle vittime, a tutte, ma da italiani ci sia permesso rivolgere un pensiero particolare a quella di Valeria.

Ci ha colpito la grande compostezza mostrata dai genitori nel reagire alla terribile notizia della sua uccisione nel teatro Bataclan, ma è anche importante andare avanti coi nostri lavori, perché deve essere chiaro che non permetteremo a nessuno di fermare la vita democratica e il progresso delle nostre comunità. Oggi il consiglio comunale dice, a nome di tutti i fiorentini, no al terrorismo. Abbiamo voluto che risuonasse qui la Marsigliese – conclude la presidente Biti – per significare la nostra vicinanza al popolo francese, cui ci unisce una vicinanza non solo geografica ma anche culturale, ma il nostro no si estende a tutti i popoli vittime di attacchi terroristici”.

“Siamo ancora tutti scossi e scioccati per quello che è avvenuto venerdì sera a Parigi e per gli sviluppi degli attacchi terroristici. La reazione di Firenze è stata ancora una volta all’altezza della nostra storia e della nostra identità. È stata una reazione immediata: la manifestazione spontanea di sabato in piazza Ognissanti infatti è stata una risposta di grande amore e affetto verso i nostri fratelli e le nostre sorelle francesi. È stato un gesto frequente se pensiamo alla nostra città, un gesto coraggioso, non scontato”.

Lo ha detto il sindaco Dario Nardella nel corso del suo intervento in Consiglio comunale che questa mattina ha partecipato al Cosp con gli assessori Sara Funaro e Federico Gianassi: “Il prefetto e i rappresentanti delle forze dell’ordine ci hanno ribadito che a Firenze non ci sono segnalazioni che ci portano a dire che la nostra città è direttamente coinvolta in strategie terroristiche anche se in Italia l’allerta è stata innalzata al livello 2 e ci sono misure da attuare”. “Di fronte a chi vuole seminare il terrore, Firenze ha subito reagito con la frase ‘Noi non abbiamo paura’ che non significa rimanere inermi e fermi - ha continuato il sindaco -.

Anzi, occorre anche partire dagli errori che sono stati compiuti in questi anni: troppo tempo perso, troppo tempo in cui ciascuno ha pensato alla propria strategia e non a costruire un’opposizione comune”. “Quando un grande Paese è ferito al cuore è difficile dall’esterno poter dare lezioni o impartire indirizzi - ha aggiunto Nardella -. L’uso della forza per la difesa degli Stati e delle popolazioni che sono attaccate non è un tabù. Non lo è quando rappresentiamo le Istituzioni e non lo è neanche per le organizzazioni internazionali a partire dalle Nazioni Unite.

Il punto, però, non è se usare o meno la forza ma è come usarla, contro chi usarla e con quale obiettivo. Sono domande che ci dobbiamo porre anche se ad esse non possiamo rispondere noi, sindaco e Consiglio comunale di Firenze, ma che ci chiamano in causa e ci interrogano come cittadini”. “Sappiamo che c’è un Islam che coltiva il terrorismo e un Islam che invece è vittima di quel terrorismo, o quanto meno ne è estraneo - ha affermato il sindaco -. Sabato mattina ho parlato con l’imam Izzedin Elzir e gli ho chiesto un gesto molto forte.

Gli ho detto che i primi a dover reagire con durezza, determinazione e chiarezza sono proprio coloro che appartengono alla comunità musulmana perché non vengano trascinati in una guerra di religione; perché questa non è una guerra di religione anche se si vuole trasformarla così. Affinché i musulmani non vengano parificati ai terroristi, in una equazione che io ritengo assolutamente ingiustificata, ovvero musulmano uguale terrorista, è necessario che tutti coloro che non fanno parte dell’Isis e che sono contro di esso non si limitino ad enunciazioni, ma agiscano dimostrando concretamente di tenere alla democrazia e ai principi di libertà e collaborino con le nostre Istituzioni, favorendo il dialogo interreligioso e inclusivo”. “Dobbiamo proteggerci senza sconvolgere le nostre abitudini e continuare a investire nel dialogo - ha concluso il sindaco - che non vuol dire annientamento delle identità, ma esattamente il contrario.

Il nostro obiettivo è costruire una società democratica nella quale i diritti fondamentali siano rispettati e nella quale ognuno di noi condivida e rispetti le regole che ci siamo dati. Nella storia del secolo scorso, Firenze ha conosciuto la violenza del terrorismo, ha vissuto una guerra in prima persona e ha contribuito a costruire la pace anche a costo di sacrificare centinaia di vite umane. Sabato mattina in piazza Ognissanti c’era anche il presidente dell’Anpi provinciale di Firenze Silvano Sarti, che ha detto: ‘Noi siamo andati a fare la guerra per costruire una società di pace in cui non si combattesse più’.

Questo dimostra che la nostra città è ben consapevole di cosa significhi vivere la violenza e costruire la pace. Firenze ha sempre dato tutta se stessa, perfino la vita dei propri figli, per costruire la pace e questo deve continuare ad essere il nostro unico obiettivo”.

I fatti drammatici di Parigi saranno al centro della seduta del Consiglio regionale convocata domani, martedì 17 novembre, alle ore 10. Il presidente, Eugenio Giani ha deciso infatti di aprire i lavori con “una riflessione condivisa, a nome della Toscana, su quanto avvenuto a Parigi, e per esprimere solidarietà al popolo francese”. In apertura del Consiglio, il tradizionale ascolto dell’inno di Mameli sarà accompagnato dall’ascolto dell’inno nazionale francese.

Un appello a tutti i sindaci d'Italia perché "a Natale nelle piazze di ogni città e paese si facciano il presepe e l'albero". A lanciarlo, in una lettera all'Anci, il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia). "Quanto sta accadendo - spiega Stella in riferimento ai tragici fatti di Parigi - deve spingerci a riflettere a fondo sulla battaglia di civiltà in corso, tra chi propaga l'ideologia e il terrore, e chi vive in un mondo libero. Una libertà che ci deriva dalle nostre radici cristiane, che l'Occidente sta rinnegando o dimenticando, quando invece è grazie al Cistianesimo che abbiamo costruito un mondo ispirato ai valori della pace, della democrazia e del rispetto della persona". "Per questo - è l'invito del vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana - faccio appello a tutti i sindaci d'Italia, affinché promuovano la realizzazione di presepi e alberi di Natale nelle piazze delle loro città.

Questa iniziativa non vuole essere una rivendicazione muscolare di identità, ma un modo per riscoprire i valori su cui è nata la nostra civiltà. E che ha il suo vertice nel Crocifisso: un simbolo di fede per chi crede, un simbolo di amore e sacrificio per gli altri per chi non ha il dono della fede. Purtroppo sempre più persone vogliono cancellare il Crocifisso dalle scuole, dagli ospedali e dagli edifici pubblici, per un malinteso senso di laicità". "Sono convinto che solo partendo dalla consapevolezza orgogliosa dei nostri punti di riferimento, sapremo dialogare con le altre culture, e affrontarle con decisione nel caso queste ci minaccino, come purtroppo sta avvenendo da alcuni anni a questa parte - sottolinea Stella -.

Dobbiamo avere il coraggio di dire chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare: sicuramente non verso un mondo teocratico, illiberale, e senza diritti. Per noi il presepe è la rappresentazione del nostro universo valoriale, quello di una civiltà fondata sull'amore e sulla carità".

Il Comune di Fucecchio organizza per domani, martedì 17 novembre alle ore 18,30, una fiaccolata per dire No ad ogni forma di terrorismo e per esprimere la vicinanza della comunità fucecchiese ai parenti di tutte le vittime degli attentati. La fiaccolata si terrà in Piazza Montanelli e vedrà la partecipazione di tante associazioni che in queste ore si stanno attivando per organizzare al meglio l’evento.

In preparazione una marcia della pace anche a Colle Val d’Elsa martedì 17 novembre. Si chiama “Camminiamo insieme per la pace” l’iniziativa in programma alle ore 19 con partenza dalla moschea di Colle Val d’Elsa e arrivo al Duomo di Colle Alta attraverso le vie e le piazze della città. In questi due luoghi significativi ci sarà l'occasione di pregare insieme con tutti coloro che avranno voglia di partecipare.

Ferma condanna degli attentati arriva anche dalla comunità islamica di Campi Bisenzio: "la comunità islamica di Ca mpi Bisenzio - dice il suo rappresentante Mehdi - condanna fermamente gli atti terroristici avvenuti a Parigi e nei dintorni; intendiamo esprimere vicinanza e solidarietà sia alle famiglie delle vittime ma anche a tutta la popolazione francese colpita, poichè questi avvenimenti colpiscono al cuore e feriscono profondamente i valori di libertà condivisi non soltanto dal popolo francese, ma anche da tutti noi. Il terrorismo ha un solo scopo: la paura, ma non permetteremo loro di uccidere i nostri valori e la nostra libertà come stanno facendo nel loro delirante credo".

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