Tramvia: la linea 3 occuperà la statale 67 Tosco-Romagnola

Una strada antica migliaia di anni, variante dell’etrusca Via del Ferro, ora sul tracciato urbano fiorentino diventerà una strada ferrata per otto chilometri. Questa scelta trasportistica avrà qualche effetto sulla mobilità urbana e interurbana?

Nicola
Nicola Novelli
08 dicembre 2019 19:03
Tramvia: la linea 3 occuperà la statale 67 Tosco-Romagnola
Il sistema tranviario fiorentino

FIRENZE- Basta cercarla su Google Maps per scoprire che la Strada statale 67 “Tosco-Romagnola” attraversa Firenze da est a ovest per dieci chilometri, da via Aretina, transitando sul lungarno e poi incorporando i viali di circonvallazione sino al ponte della Vittoria per poi imboccare la via Pisana (o la variante moderna di via del Sansovino) sino al confine comunale in via Baccio da Montelupo.

Su questa arteria nazionale, che parte da Pisa e termina a Ravenna, il Comune di Firenze, dal 2010, ha già fatto transitare tre chilometri di tramvia, la Linea 1 da viale Talenti sino alla Fortezza da Basso. Adesso il progetto della Linea 3.2 prevede di impegnare altri quattro chilometri della strada statale, tutto il restante tracciato dei viali di circonvallazione sino al ponte da Verrazzano, in direzione di Bagno a Ripoli. Anche in questo caso la carreggiata adibita al transito degli autoveicoli privati si ridurrà sensibilmente, come è avvenuto sul tratto interessato della Linea 1.

Questa scelta trasportistica avrà qualche effetto sulla mobilità urbana e interurbana?

La SS 67 è uno dei collegamenti più importanti tra la Toscana e l'Emilia-Romagna. La strada inizia alla periferia di Pisa e attraversa Cascina, Calcinaia, Pontedera, Montopoli in Val d'Arno e San Miniato. Prosegue in provincia di Firenze transitando da Empoli, Montelupo Fiorentino (da dove costeggia l’Arno), Lastra a Signa e Scandicci. Oltre Firenze tocca i comuni di Pontassieve, Rufina, Dicomano, San Godenzo. Sul Passo del Muraglione entra in Romagna, dove attraversa Portico e San Benedetto, Rocca San Casciano, Dovadola, Castrocaro Terme, Terra del Sole e Forlì, terminando nella zona portuale di Ravenna.

Si tratta di una strada molto traffica, utilizzata nell’arco dell’intera giornata per spostamenti locali e interregionali. Non è un caso che nel punto in cui la SS 67 incontra la Linea 1 della tramvia, alla rotonda di piazza Carlo Azelio Ciampi, si forma una coda permanente di autoveicoli in ingresso in città. E se qualche sprovveduto si domanda ancora perché quegli automobilisti incolonnati non utilizzino la tramvia, la risposta è semplice: perché forse la loro destinazione non è Firenze.

La città Metropolitana, il soggetto amministrativo interessato a questa infrastruttura intercomunale, ha valutato l’impatto sulla mobilità conseguente al dimezzamento di carreggiata adibita agli autoveicoli per quasi otto chilometri di tracciato urbano? La provincia di Pisa è stata consultata? La Regione Toscana ha coinvolto nelle valutazioni l’Emilia-Romagna?

Qualcuno domanderà “Che problema c’è?”. Chi arriva da fuori Firenze, ad esempio in direzione del Mugello, può imboccare l’Autostrada A1 a Scandicci e uscire a Firenze Sud, per recuperare la SS 67 grazie al viadotto Marco Polo. Vero, ma si deve considerare che stiamo per obbligare costoro a pagare un pedaggio. E se poi per una qualche ragione, un incidente stradale, il maltempo, un cantiere bloccasse l’A1? Siamo pronti ad accettare il collasso della mobilità urbana?

E’ proprio questo -se volete- il classico malinteso italiano, secondo il quale è sufficiente una singola infrastruttura per servire la mobilità di un intero territorio. Basta infatti varcare i confini nazionali per scoprire che in gran parte d’Europa non è più così da decenni. In Francia, come nelle zone più sperdute dell’Andalusia, chi vuole raggiungere una località in automobile può percorrere una strada provinciale, o in alternativa una regionale, oppure un’autostrada con pedaggio. Cosa che mette talvolta nell’imbarazzo della scelta i viaggiatori italiani non abituati.

Quando si realizza un progetto infrastrutturale si impone una valutazione complessiva degli effetti che essa indurrà non soltanto sui suoi utilizzatori, ma anche su coloro che ne subiranno l’impatto, senza usufruirne. Quando si modifica una infrastruttura esistente, ci si dovrebbe sempre domandare perché fu originariamente realizzata, quali bisogni intendeva soddisfare e se continueranno ad essere assolti anche dopo il nostro intervento.

La strada statale 67 “Tosco-Romagnola” esiste da secoli, forse da millenni. E’ in effetti una variante di quella Via del Ferro, realizzata dagli Etruschi (già nel VI sec. a.C.) per portare il minerale estratto all’isola d’Elba verso nord, valicando l’Appennino tosco-romagnolo, sino al mar Adriatico con quella che viene considerata dagli archeologi una delle più antiche selciate d'Europa. Ora a Firenze ci si vuole far passare sopra la tramvia. Dalla via del Ferro a una strada ferrata. Era già successo in passato. Dal 1881 al 1953 la SS 67 fu interessata dalla presenza di una tranvia a vapore che collegava Pisa con Pontedera. Unica differenza: non c’erano tutte le automobili di oggi.

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