Toscana: incremento degli occupati in agricoltura (+28%)

Innovation Broker: il progettista dell’innovazione che aiuterà gli agricoltori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 marzo 2016 13:45
Toscana: incremento degli occupati in agricoltura (+28%)

L’agricoltura mette il turbo e spinge l’occupazione toscana. Crescono nelle nostre campagne i lavoratori agricoli con un aumento del 28% rispetto al quarto trimestre dell’anno prima. Un incremento poderoso rispetto al dato medio regionale con gli occupati che sono cresciuti dell’1%.Sono 8mila in più i lavoratori agricoli dipendenti passati in tre mesi da 17mila a 25 mila.

Complessivamente sono 50 gli occupati agricoli in Toscana. E’ l’analisi di Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat relativi all’occupazione nell’ultimo trimestre del 2015. “L’agricoltura si conferma un settore molto dinamico capace di garantire un riparo occupazionale, un salvagente, anche nei periodi più bui del post crisi.

– commenta Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – Nel 2015 l’agricoltura è tornata ad invertire la rotta e a mettere il segno più di fronte al dato sulle nate imprese grazie alla rinnovata consapevolezza, soprattutto da parte dei giovani, che il futuro passa dalla riscoperta e valorizzazione delle produzioni di qualità del Made in Tucany, dal turismo enogastronomico e dalla tutela del territorio.

In Toscana siamo sulla strada giusta: ora dobbiamo solo continuare in questa direzione”.

A garantire un nuovo e vigoroso impulso al settore sono gli effetti dei 100 milioni di euro contributi del pacchetto giovani della Regione Toscana indispensabili per finanziare, in questa prima fase, 686 progetti imprenditoriali under 35. Risorse importanti che non sono state sufficienti a coprire gli oltre 1700 domande di finanziamento presentate a dimostrazione dell’enorme interesse nei confronti delle opportunità che l’agricoltura può offrire. “Nelle nostre campagne – commenta Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana - sta sbocciando una nuova generazione di imprenditori agricoli che uniscono le anime della tradizione e dell’innovazione portando. Le imprese under 35 sono il 17,1% in più rispetto ad un anno fa e sfiorano ormai le 3 mila unità. L’agricoltura toscana ha messo il turbo”.

Si è svolto all’Accademia dei Georgofili lo scorso 10 marzo un convegno nazionale sulla figura professionale dell’Innovation Broker, che ha visto una numerosissima partecipazione. Il nome “Innovation Broker”, mutuato dal Secondo pilastro della Pac (Sviluppo rurale) e dalle diverse opportunità previste dai programmi comunitari come Horizon 2020, indica una nuova figura professionale – già prevista in fase embrionale con la programmazione 2007-2013 e rilanciata con l’attuale 2014-2020 – incaricata per sviluppare l’innovazione, mettendo in contatto diversi soggetti coinvolti nel settore primario. In pratica, l’Innovation Broker, munito di una preparazione multidisciplinare, deve adoperarsi affinché le aziende agricole, soprattutto quelle piccole e medio-piccole che incontrano più difficoltà a rimanere sul mercato e al passo con i tempi, si avvicinino al mondo della ricerca e dell’innovazione per rimanere competitive sul piano globale ed affrontino le complesse sfide che attendono l’agricoltura.

L’Accademia dei Georgofili, organizzando questo convegno ha confermato il ruolo che “da oltre 260 anni riveste nei confronti della scienza e dell’innovazione a vantaggio dell’agricoltura”, ha detto il presidente Giampiero Maracchi nell’introduzione ai lavori. La sfida, secondo Marco Remaschi, assessore all’Agricoltura della Regione Toscana (promotrice e coordinatrice della rete ERIAFF - European Regions for Innovation in Agriculture, Food and Forestry), “è quella di rimanere sul mercato e affrontare i cambiamenti che il comparto chiede”. Inge Van Oost della DG Agricoltura della Commissione europea, ha sottolineato come l’agricoltura oggi imponga molte risposte che necessitano di idee, partner, finanziamenti e strategie di azione. Per questo è nato E.I.P (European Innovation Partnership): non deve accadere che importanti ricerche pubblicate sulle riviste scientifiche rimangano sulla carta senza incontrare le esigenze delle imprese.

L’Innovation Broker dovrà inoltre controllare le offerte di innovazione non soltanto in campo scientifico e tecnologico, ma anche organizzativo e normativo, come ad esempio segnalare agli imprenditori eventuali nuove disposizioni in materia di finanziamenti o sgravi fiscali. Concretamente il Psr 2014-2020 ha previsto in particolare misure idonee a sostenere le funzioni dell’Innovation Broker e i Gruppi Operativi, espressione di quella necessità di fare rete e di aggregazione fra soggetti, che rappresenta appunto il primo passo. Ne ha parlato Anna Vagnozzi del Crea-Rete Rurale Nazionale, delineando anche una mancanza di omogeneità a livello delle Regioni italiane.

Secondo Andrea Sisti, presidente nazionale e mondiale dei dottori agronomi e forestali, promotori dell’evento presso l’Accademia dei Georgofili insieme alla Regione Toscana e ai colleghi di Fidaf e della Federazione Nazionale Periti Agrari, “un ruolo centrale per raggiungere l’obiettivo spetterà agli agronomi in qualità di esperti in grado di leggere il territorio, le esigenze produttive, le necessità di aggregazione e le potenzialità dell’innovazione”. Riconosciuta quindi l’importanza di questa nuova figura professionale, tutti i relatori e coloro che sono intervenuti durante l’incontro hanno evidenziato l’esigenza di creare appositi percorsi formativi, sia a livello nazionale che europeo, per preparare al meglio l’Innovation Broker, definito anche come “progettista dell’innovazione”.

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