Toscana: il Piano del Paesaggio si decide a Roma

Enrico Rossi pubblica su Facebook la rilettura ad alta voce del Piano rivisto e corretto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 marzo 2015 09:18
Toscana: il Piano del Paesaggio si decide a Roma

Il Paesaggio della Toscana è alla corsa contro il tempo. Dopo aver rimandato la votazione in Consiglio regionale, il PD aspetta di vedere le correzioni apportate al Piano dal presidente Enrico Rossi recatosi nelle ultime ore a Roma.Enrico Rossi pubblica su Twitter: "Sempre al @Mi_BACT per il Piano del paesaggio. Rilettura ad alta voce #ToscanaCisiamo #ToscanaAlLavoro"Basterà una rilettura ad alta voce a convincere la maggioranza dei consiglieri? I punti critici sono molti ed i tempi sono stretti in vista delle elezioni regionali.

Si tratta di un Piano Paesaggistico che riguarda molteplici aspetti della vita economica e sociale dei territori regionali andando a toccare equilibri messi a dura prova dai fenomeni atmosferici, ma anche dal fenomeno "crisi economica" dal quale molti toscani sperano di poter riemergere: a patto che il piano non sia un pantano nel quale veder sprofondare le aspettative.  I Comitati Cittadini che hanno supportato la petizione per la salvaguardia del territorio ricordano: "Rossi dice che “in democrazia le proposte si discutono e si cercano soluzioni il più possibile condivise”, ma senza precisare che la discussione è già avvenuta in Consiglio Regionale e successivamente in risposta alle osservazioni, impegnando l’Assessorato e i tecnici della Regione per mesi e ha già prodotto una faticosa modifica del testo.

Rossi dimentica che la democrazia si basa, oltre che sulla responsabilità e sulla capacità di decisione dei suoi organi rappresentativi, anche sulla competenza e sulla legittimità tecnico-scientifica degli atti e degli strumenti esecutivi.

Questo, se è particolarmente vero per la pianificazione del territorio, lo è ancor più per la delicata materia del paesaggio, non certo riducibile a minimo comune denominatore di consolidati interessi locali. Tanto più che il Piano paesaggistico della Toscana ha richiesto 4 anni di preparazione e, lungi dall’essere un esercizio “puramente accademico” come lui sembra ritenere, ha saputo accreditarsi, anche a livello ministeriale, quale modello per le altre regioni. Non sarà più vietata l’apertura di cave sopra i 1200 m come da lui promessoci con una lettera.

Il maxiemendamento del PD è una carta moschicida che richiama a sé tutti i nemici delle regole, degli indirizzi e delle direttive paesaggistiche, non solo per le cave, ma anche per le coste, per le zone umide, per i crinali e persino per gli alvei fluviali.

Tanto che lo stesso Rossi è voluto tornare al testo originale approvato dalla maggioranza e dall’Assessore Marson. La questione del Piano paesaggistico della Toscana può produrre conseguenze anche a livello governativo, da un lato per l’impegno profuso dal sottosegretario Borletti Buitoni in sua difesa, dall’altro per la spinta neocentralistache potrebbe riaffermarsi, azzerando qualsiasi capacità della Toscana di darsi propri strumenti per il Buon Governo del territorio".

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