Tavolini all'aperto, il nuovo regolamento a Firenze fa discutere

Fratelli d'Italia: "In scena il teatro dell’assurdo”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 febbraio 2022 16:32
Tavolini all'aperto, il nuovo regolamento a Firenze fa discutere

"Il teatro dell’assurdo. Una settimana intera a dibattere sull’autorizzazione da parte del condominio per mettere i tavolini, perché così era scritto sulla delibera proposta dalla Giunta ( “non si collochi davanti a ingressi di abitazioni a meno che non ci sia formale accordo del condominio” ) salvo scoprire che, secondo la Giunta, nessuno di noi aveva capito nulla perché il testo si voleva riferire soltanto al divieto di collocare i tavolini “sugli spazi di accesso all’ingresso degli edifici”. Insomma il testo è stato modificato perché diciamocelo, siamo noi un po’ ceppiconi come si dice a Firenze. Incredibile". Così Jacopo Cellai e Alessandro Draghi, consiglieri comunale di Fratelli d'Italia.

"Una discussione lunga una settimana - proseguono - sul niente per tornare esattamente a quanto già previsto nel disciplinare degli spazi 2020 sul punto degli ingressi degli edifici.

Nessuna novità, niente di nuovo né di diverso, a differenza di quanto si legge oggi da molte parti.

Approfondimenti

Resta la scelta sbagliata di consentire alla Giunta di stabilire autonomamente ulteriori strade vietate ai tavolini oltre quelle votate e inserite nel regolamento, senza il via libera del Consiglio.

Resta la scelta sbagliata, anche qui, di rimandare alla Giunta in autonomia le regole sulle aree pedonali senza passare dal controllo del Consiglio.

Resta la scelta errata di vietare le concessioni ad attività che non hanno il titolo della somministrazione ma che hanno i requisiti di fatto per richiederle come gelaterie e vinaini.

Resta sullo sfondo il vero problema di centro storico e Oltrarno: la mancanza di parcheggi e per quello non c'è regolamento che tenga: il PD in questi anni non ha fatto niente per aumentare i posti auto ma ha scelto al contrario di diminuirli.

Il nostro voto di astensione è semplicemente dovuto all’opportunità di concedere spazi aggiuntivi per sostenere le attività e tutelare i livelli occupazionali", concludono i consiglieri comunali.

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