Stamani il presidente Mattarella a Firenze

Per gli Stati Generali della Lingua Italiana. Rossi: "Per conservare la nostra memoria, teniamo latino e greco nelle scuole"

Redazione Nove da Firenze
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18 ottobre 2016 21:55
Stamani il presidente Mattarella a Firenze
Fotografie Zanichesi

Firenze- Ieri e oggi si sono svolti a Palazzo Vecchio, la seconda edizione degli Stati Generali della lingua italiana nel mondo, dal titolo “Italiano Lingua viva”. I lavori sono stati aperti il 17 ottobre, alle ore 9.30, dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, e sono stati chiusi stamani dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Sono intervenuti il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni, il Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, il Vice Ministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Mario Giro e il Sindaco di Firenze, Dario Nardella.

"E' viva una lingua che ha memoria. Solo così sopravvivono, pur nella variazione di epoche e civiltà, anche l'identità e la presenza di un popolo". Lo ha affermato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, citando il Machiavelli dei Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, nel suo saluto agli Stati generali della Lingua italiana in Palazzo Vecchio, davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Per questo motivo – ha aggiunto – non condivido affatto la proprosta di eliminare latino e greco dall'esame di maturità.

Spegnere una lingua, tanto più in una scuola, significa spegnere la memoria; e nel caso del latino e del greco smantellare una palestra per l'intelligenza e per il gusto delle cose complesse. La lingua è la porta della conoscenza e dell'esistenza". Sono altri i problemi che la nostra lingua si trova ad affrontare, secondo il presidente della Toscana. "Come quell'analfabetismo di ritorno certificato da recenti studi dell'Ocse, che pongono il 70 per cento degli italiani tra i 16 e i 65 anni al di sotto di quella soglia minima di conoscenza e utilizzo della propria lingua necessaria per vivere e lavorare bene.

Una conseguenza facile da attribuire a crisi economica e conseguenti diseguaglianze e disoccupazione, con ovvi riflessi sullo stesso processo democratico". "E poi – ha concluso Rossi – inediti cambiamenti demografici, con tanti nuovi italiani, gli immigrati. Anche in questo caso, l'Italia fa parte di quel gruppo di paesi in cui la conoscenza della lingua, e la capacità di usarla in maniera efficace dagli immigrati, è sotto la media Il che significa che, accanto alle politiche ordinarie di accoglienza, dobbiamo essere capaci di dar vita anche ad un nuovo ed imponente processo di alfabetizzazione".

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