Sotto Lungarno Diaz una voragine grande come un campo di pallavolo e profonda 3 metri

L'assessore Giorgetti: "Entro venerdì la soluzione tecnica". Verificati dai Vigili del Fuoco gli edifici vicino alla cavità: sono tutti agibili. Parenti, capo del tavolo tecnico: "In passato rilevate piccole cavità ma ad una profondità molto elevata. Ora cavità molto più grande, sicuramente il principale indiziato è l'Arno e la piena di questi giorni"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 novembre 2019 15:51
Sotto Lungarno Diaz una voragine grande come un campo di pallavolo e profonda 3 metri
foto Agenzia Dire

(DIRE) Firenze, 19 nov. - Sotto lungarno Diaz, probabilmente per l'acqua, forse per la corrente dell'Arno che si è insinuata sotto i muri d'argine, c'è una vera e propria voragine. Lo conferma l'assessore alla Mobilità Stefano Giorgetti: "Dopo le ultime riprese fatte all'interno" della cavità, scoperta domenica sera in seguito ad una fuga di gas, i tecnici stimano che il 'camerone' abbia una dimensione "tra i 400 e i 500 metri cubi. Abbastanza importante, profonda circa quattro metri, ma minore rispetto alla prime ipotesi", spiega.

In pratica, facendo un paragone puramente geometrico, come un campo regolare per la pallavolo lungo 18 metri e largo nove, per tre metri di altezza. A questo punto, ora che la voragine è stata praticamente svuotata dal gas, una volta completata l'analisi sulla 'frattura' dal tavolo tecnico guidato da Giacomo Parenti, "occorrerà mettere in atto tutti gli strumenti per poter intervenire". In questo senso le prime risposte potrebbero arrivare già nel fine settimana: "Entro venerdì vorremmo avere la soluzione tecnica" e da li' le tempistiche per i lavori di rispristino, sottolinea l'assessore.

Giorgetti, quindi, immagina un cantiere in due fasi.

La prima, rifatta la fognatura, andrà a rispristinare la strada riaprendo la via alla circolazione: "Immagino che dovremo aprire, sigillare la zona che dovrebbe aver causato l'erosione, riempire la cavità e richiudere".

Poi, finite le piene, probabilmente a primavera inoltrata, scatterà quindi il secondo step: le operazioni che, dall'alveo del fiume, andranno ad intervenire sotto le mura d'argine. Giorgetti, infine, spiega che "i vigili del fuoco hanno verificato anche gli edifici vicino alla cavità, e non è stato riscontrato nessun problema di agibilità".

Già nel 2015 l'amministrazione commissionò all'Università di Firenze uno studio per un'analisi batimetrica dell'alveo dell'Arno, all'interno del tratto cittadino. Dallo studio emerse una prima criticità sul ponte Vespucci, poi risolta definitivamente quest'anno", ma anche "alcuni elementi connessi allo scalzamento della fondazione dell'argine sul lungarno Diaz". Le competenze sull'alveo del fiume e dell'argine, spiega Giacomo Parenti, direttore generale del Comune di Firenze messo a capo del tavolo tecnico voluto dal sindaco Dario Nardella, "sono della Regione che, nel corso di questi anni, ha operato ulteriori indagini, come nel 2017 quando intervennero i sommozzatori dei vigili del fuoco.

Poi, nel 2018, sono state fatte analisi con georadar e tomografia elettrica", in cui sono state "rilevate delle piccole cavità al di sotto del piano stradale, ma ad una profondità molto elevata". Tuttavia, prosegue Parenti, "il fenomeno che si è verificato ha portato in evidenza una cavità ben più grande di quella definita circa un anno fa". 

E qui "sicuramente il principale indiziato è l'Arno e la piena di questi giorni. E' da tener presente, però, che ì' sotto passa anche la fognatura. Quindi dovremo indagare bene tutti gli aspetti".

"La voragine scoperta domenica scorsa sotto il lungarno Diaz solo 'grazie' a una fuga di gas, apre interrogativi inquietanti a cui la Regione Toscana di Rossi e il Comune di Nardella devono rispondere". Lo sottolineano il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Jacopo Cellai, ed il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Maurizio Marchetti. "Se è vero- aggiungono i due forzisti- che il genio civile aveva 'attenzionato' quel tratto di lungarno e il ponte Vespucci dopo il crollo del lungarno Torrigiani nel 2016, ci devono spiegare perché il ponte è stato chiuso e sono scattati gli interventi di ripristino, mentre per il lungarno Diaz ci si è fermati".

Spiegazioni, proseguono, "che innanzitutto spettano a Rossi, visto che il genio civile dipende dal suo governo. Nardella, invece, ci dica quali sono stati gli esiti dei monitoraggi dal 2016 ad oggi: ci sono stati report periodici? E perché, se si evidenziavano dei rischi, non ha chiesto alla Regione di intervenire?". Per i due esponenti azzurri "un crollo e una voragine in tre anni nel tratto del fiume più prossimo al cuore del centro storico non possono non preoccuparci. Dobbiamo capire cosa sia successo e se ci siano delle responsabilità.

Subito dopo, però, deve scattare una mappatura completa di tutti i lungarni in città, altrimenti siamo condannati anche nei prossimi anni a convivere con la paura".

Notizie correlate
In evidenza