"Dal primo luglio la Società della Salute ha un direttore ad interim, il che consente di lavorare per individuare una nuova figura di direttore, in accordo tra amministrazione, aziende sanitaria, e Regione, sottolineando quanto l’amministrazione comunale di Firenze sia parte attiva nella determinazione di questo importante ruolo". Così l'assessore al welfare Nicola Paulesu replica alla denuncia di ieri delle opposizioni.
"L’obiettivo della integrazione sociosanitaria è stato da sempre comunicato in modo chiaro - ha proseguito - non solo, è tra i temi prioritari inseriti in tutti i documenti di programmazione dell’amministrazione. Come assessore, anche in qualità di presidente della società della salute, ho avuto modo di rappresentare il tema in più di un’occasione in commissione sociale, e lo stesso direttore della società della salute lo ha lo ha fatto più volte".
"In un’ottica di integrazione sociosanitaria - ha ricordato l'assessore Paulesu - la nomina a direttore dei servizi sociali va letta in senso positivo proprio perché rafforza il progetto di integrazione sociosanitaria, che ha un impatto in termini di programmazione condivisa e sull’organizzazione dei servizi di salute pubblica e sociale per tutti i cittadini che hanno bisogno di risposte unitarie, in modo particolare riguardo tematiche legate alla gestione delle cronicità, non autosufficienza, disabilità, eccetera".
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"La nomina dei consiglieri comunali, componenti aggiuntivi senza diritto di voto - ha concluso - è avvenuta lo scorso 16 giugno e pertanto saranno convocati dalla Società della Salute per la prossima assemblea".
"Il Comune di Firenze è l'unico che ha una Società della Salute coincidente con il suo perimetro amministrativo. Il fatto che il suo Direttore diventi Direttore dei Servizi Sociali, che con la Società della Salute hanno una stretta relazione, è un segnale da non sottovalutare -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Negativo o positivo? Se la risposta di chi governa la Città fosse "positivo", senza nessuna spiegazione, lo troveremmo inquietante. Perché vuol dire che non si pensa di dover rispondere politicamente delle scelte che si fanno. In questi sei anni ci è sembrato che effettivamente fosse così. In una stagione di tagli, dove Unione Europea, Governo nazionale, regole di stabilità, pandemia e guerre offrono perfette spiegazioni per scaricare le colpe, ecco che i Comuni alzano le spalle e spesso rispondono: "sarebbe importante, ma non abbiamo le risorse".
A noi invece sembra che in Consiglio comunale non si sia mai voluto parlare di pianificazione dei servizi. Per fare un esempio: ancora attendiamo la risposta all'accesso agli atti per capire quali accordi abbiamo fatto con i singoli soggetti gestori delle RSA e come sia possibile che per uno stesso servizio si spendano soldi pubblici in modo talvolta anche molto differenziato.
Come stanno le Società della Salute in Toscana? A Pisa sicuramente non bene, da quello che leggiamo. Che tipo di rapporto specifico ha Firenze con la sua SdS? Che tipo di equilibrio c'è tra quanto arriva dai livelli superiori e quello che decide Palazzo Vecchio?
Prima di nominare la nuova figura apicale amministrativa della Società della Salute di Firenze, subito i primi giorni di settembre, la Commissione Politiche Sociali potrebbe organizzare, con urgenza, un appuntamento con l'Assessore Paulesu, perché ci dica quali sono le logiche politiche delle ultime scelte.
Ci aggiungiamo quindi alle considerazioni della Lista Schmidt di ieri, anche perché rappresentiamo le opposizioni all'interno di questa realtà, ma ancora non c'è mai stato modo di partecipare a una sola riunione. La stessa elezione di chi deve rappresentare il Consiglio comunale dentro la Società della Salute è arrivata a circa un anno dall'insediamento".