Sindrome fibromialgica, mozione unanime del Consiglio regionale

La Regione Toscana dovrà riconoscere il percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (Pdta) presentato dall’Organismo regionale di governo clinico, e diffonderlo tra le aziende sanitarie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 febbraio 2019 22:36
Sindrome fibromialgica, mozione unanime del Consiglio regionale

La Regione Toscana dovrà riconoscere il percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (Pdta) per la presa in carico delle persone con sindrome fibromialgica presentato dall’Organismo regionale di governo clinico diffonderlo tra le aziende sanitarie, organizzare formazione e aggiornamento, promuovere approfondimenti scientifici, sperimentazione e ricerca. Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato, nella seduta di martedì 12 febbraio, una risoluzione con il voto unanime di tutte le forze politiche.

La sindrome fibromialgica non è ancora riconosciuta come malattia cronica, se ne discute a livello nazionale e internazionale. È causata da dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso, colpisce prevalentemente le donne, soprattutto nell’età lavorativa, la diagnosi è al momento esclusivamente clinica.

L’atto di indirizzo nasce per fornire risposte concrete a chi soffre di questa patologia, completare e perfezionare la presa in carico del percorso da parte del sistema sanitario toscano. Riconosce la recente definizione del percorso assistenziale per le procedure diagnostico-terapeutiche presentata dall’Organismo toscano di governo clinico. Impegna la Giunta regionale ad attivarsi con le direzioni delle Asl “per la condivisione e diffusione del Pdta”; a prevedere e organizzare “la formazione e l’aggiornamento specifico per tutti gli attori coinvolti nel percorso assistenziale”; a sollecitare e sensibilizzare “coinvolgendo le Università e il Ministero della salute, appropriati approfondimenti scientifici e promuovendo la sperimentazione e la ricerca scientifica nell’ambito della sindrome fibromialgica”; a promuovere lo sviluppo tra le Asl “di una rete regionale sulla sindrome fibromialogica per l’attivazione delle strategie e la gestione dell’intero percorso assistenziale definito dal Pdta”.

La discussione in Aula. “Portiamo a compimento un lavoro iniziato nel 2016 con un’assunzione di responsabilità che va un po’ oltre le prerogative del Consiglio regionale. Mai prima d’ora questa Assemblea aveva fatto proprio un Pdta. La fibromialgia deve avere la massima attenzione e la cura ha bisogno di un percorso certo”, spiega in Aula il presidente della commissione Sanità, Stefano Scaramelli (Pd). “Siamo stati in grado di dare una risposta ai tantissimi casi di sofferenza”. Il voto favorevole della Lega è annunciato dalla capogruppo Elisa Montemagni: “Fino ad oggi chi era affetto da fibromialgia era stato trattato quasi fosse un malato fantasma, oggi compiamo un buon passo in avanti, cominciamo a dare le risposte alle richieste che ci erano state presentate da anni”. “Abbiamo dato visibilità a quello che deve essere il ruolo dell’organismo di governo clinico, che può diventare uno strumento straordinario”, osserva Serena Spinelli(Art.1-Mdp).

“Ora c’è una base scientifica per la fibromialgia, è un buon modo per cercare di dare garanzie e modalità di accesso ai servizi. Eliminiamo in tanti cittadini la sensazione di essere abbandonati”. Manca, ancora, avverte la consigliera, “la relazione con il medico competente dal punto di vista del lavoro”. Anche secondo Enrico Sostegni (Pd) “siamo di fronte a una scelta per fare in modo che il sistema sanitario implementi subito il percorso e questo permetterà di dare risposte”. La consigliera Monica Pecori (gruppo misto-Tpt) giudica “ottimo il lavoro prodotto” dall’organismo di governo clinico e raccomanda “l’inserimento del medico competente nel percorso terapeutico, perché a volte basta anche una piccola variante nel metodo di lavoro per migliorare la condizione di queste persone”.

Giudizio favorevole anche dal vicepresidente segretario della terza commissione, Paolo Bambagioni (Pd), secondo il quale “questo percorso strutturato mette al centro il malato”. Il voto favorevole del Movimento 5 stelle è annunciato da Andrea Quartini, che riconosce “il buon lavoro della Regione e la sensibilità molto alta dimostrata nei confronti di questa patologia. Il percorso diagnostico-terapeutico cerca di offrire omogeneità di trattamento”. Secondo Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia), “si restituisce dignità al malato di una malattia subdola e complessa, si compie un grande passo avanti.

Ora manca il riconoscimento a livello nazionale”. Voto favorevole anche da Forza Italia, come spiega il capogruppo Maurizio Marchetti, che si complimenta “per il lavoro compiuto dalla commissione Sanità”. Il vicepresidente della commissione, Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra), nel confermare il voto favorevole del proprio gruppo, segnala che “questa sindrome si basa sulla diagnosi di esclusione, non esistono al momento esami di laboratorio che possano confermare la diagnosi. Bisogna continuare a studiare e sostenere la ricerca”.

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