Sgomberata palazzina in via Slataper

Circa centocinquanta le persone di origine somala, eritrea ed etiope richiedenti asilo politico trasferite alla Foresteria Pertini a Sorgane

Stefania
Stefania Guernieri
07 agosto 2014 15:01
Sgomberata palazzina in via Slataper

FIRENZE - Il trasloco era stato concordato da un po' di tempo tra il Comune e gli occupanti della struttura di via Slataper fin dal 2011. Circa 150 tra cittadini somali ed eritrei, tutti richiedenti asilo politico al nostro paese, e proprio per questo rientrati nel piano voluto dalla Regione per quanto concerne le persone richiedenti asilo. 

Le operazioni sono iniziate attorno alle 7,30 del mattino, sotto l'occhio vigile di polizia municipale, personale del Comune e digos della questura. Tra le persone anche alcune famiglie con figli, circa una decina per i quali sono state scelte strutture apposite. Tutti sono stati trasferiti a bordo di autobus dell'Ataf in altra struttura, nei pressi di Sorgane, la Foresteria Pertini (solitamente utilizzata per le emergenze del freddo invernale), dove dovrebbero restare per circa quattro mesi. Per alcuni di loro è stato inoltre stabilito un percorso di accoglienza personalizzato. Per altri invece, la procedura si è svolta con un po' di difficoltà per via del rifiuto delle soluzioni proposte dal Comune. 

La struttura di via Slataper, di proprietà di un privato - che così potrà tornarne in possesso - e per un certo periodo affittata dalla Regione, era assurta alla ribalta delle cronache nel 2013 per il suicidio di un giovane somalo che stava affrontando alcuni problemi, anche per le preoccupazioni dovute ai continui rinnovi del permesso di soggiorno. 

La procedura è stata seguita da vicino dal Movimento di lotta per la casa e dall'assemblea dei richiedenti Asilo di via Slataper che in un comunicato scrivono: "Come annunciato da tempo, il palazzo occupato di via Slataper è stato "rilasciato" dai richiedenti asilo somali, eritrei e etiopi. Il rilascio della struttura è avvento dopo un insieme di assemblee tra i richiedenti asilo e il movimento di lotta per la casa, oltre ad una serrata trattativa che ha visto tutte le componenti coinvolte. Le richieste del movimento e dell'assemblea degli occupanti erano sostanzialmente tre:

1. La sistemazione di tutte e tutti i presenti dentro l'occupazione.

2. Un periodo non inferiore a un anno di permanenza nei luoghi dell'accoglienza

3. La non presenza militare il giorno dell'evacuazione

Quasi tutte queste richieste sono state accolte. Ma l'intera operazione gestita dal Comune di Firenze, dalla Regione dalla Caritas e dal Consorzio Coeso è una pessima operazione di facciata che nasconde lo squallore e la tristezza delle politiche di accoglienza.Infatti per le istituzioni e anche per le associazioni del cosìdetto volontariato l'accoglienza è un "business" a buon mercato, dove le persone sono semplicemente numeri, e poco importano le aspettative di vita di migliaia di donne e uomini che provengano dai territori di guerra. Per altro le decisione di non opporre resistenza allo sgombero era stata comunemente presa anche per gli evidenti limiti che l'occupazione si trascinava da almeno un anno e mezzo. Dopo il primo anno di euforia e di inziative costanti sul territorio è mancata la continuità dell'intervento e la capacità di praticare autogestione. Il suicidio di Guled avvenuto il 12 maggio del 2013 invece di creare una soglia di attenzione ha generato ancora di pìù forme di depressione e di costante caos interno. Questi limiti sono emersi nelle ultime assemblee e la capacità di autocritica dei percorsi collettivi è una delle nostre prerogative. Resta il fatto che occupazioni come via Slataper e in misura ancora maggiore di via Luca Giordano rappresentano l'unica alternativa credibile alla strada e al degrado, quello vero. Davanti allo sperco inutile di milioni di euro per i richiedenti asilo, e su via Slataper ne sono stati sprecati troppi, tra alcuni mesi il problema alloggiativo si riproporrà con tutte le sue inevitabili conseguenze. Per questo l'esperienza di via Slataper è comunque utile, e avrà (ne siamo certi) una sua logica continuità con migliore maturità e consapevolezza".

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