Sgarbi: "Un bastian contrario autore di opere immortali"

Il critico, grande estimatore di Zeffirelli: "Gli artisti non muoiono mai. Lui non si è allineato con gli intellettuali organici al potere politico". Anche l'Opera di S. Croce ringrazia il Maestro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 giugno 2019 17:43
Sgarbi:

"Zeffirelli non manca perché degli artisti rimane l'opera. Non manca Leonardo, perché abbiamo la Gioconda; non manca Zeffirelli quando abbiamo i suoi film. Tra qualche giorno ci sarà la Traviata all'Arena di Verona, quindi le opere restano, sono creazione e progetto di immortalità. In realtà gli artisti non muoiono". Lo sottolinea Vittorio Sgarbi, alla camera ardente allestita nel salone dei Cinquecento, a Palazzo Vecchio, per Franco Zeffirelli. E' stato, aggiunge dopo essersi intrattenuto per qualche minuto con i figli Pippo e Luciano Zeffirelli, "uno straordinario artista, bastian contrario, contro i tempi. E non si e' mai allineato con la proposta di intellettuali organici al potere politico". Visconti, aggiunge Sgarbi, "aveva garantito il rispetto della cultura e della critica dall'essere di sinistra.

Lo svantaggio di Zeffirelli era che la cultura non aveva coperture al centro o a destra: si è trovato nelle stesse condizioni di un grandissimo pittore come Annigoni, completamente ignorato dalla critica nello stesso momento in cui si esaltava la Merda d'artista". Con il regista, ricorda il parlamentare e critico d'arte, "che fu senatore di Forza Italia, abbiamo combattuto insieme contro l'orrida pensilina di Isozaki. Combattemmo insieme: sia la Fallaci che Zeffirelli minacciarono di incatenarsi per impedire quell'orrore".

“L’Opera di Santa Croce e la Comunità dei frati minori conventuali ricordano con un grazie il maestro Franco Zeffirelli per il suo generoso tributo d’amore alla città e si uniscono al dolore della sua famiglia e di tutti i fiorentini”, afferma Irene Sanesi, presidente dell’Opera di Santa Croce, con padre Paolo Bocci, padre guardiano della comunità francescana.

Sanesi, insieme a tutto il consiglio sottolinea che “resta come simbolo indimenticabile di questo affetto smisurato lo straordinario racconto documentario di Firenze ferita dall’alluvione che il maestro fece al mondo, le cui immagini - specialmente quelle che riguardano Santa Croce - sono nel cuore di tutti noi”.

Testimonianza speciale anche la narrazione di Francesco d’Assisi e del francescanesimo di Fratello Sole e Sorella Luna. “La comunità dei frati si unisce all’Opera nella preghiera e nel ringraziamento a Dio del dono che il maestro è stato per tutti noi, ricordandolo alla Sua misericordia”, conclude padre Paolo Bocci.

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