Scuola: una proposta per risolvere l'emergenza educazione

Oggi la consegna alla Regione Toscana da parte di un centinaio di associazioni della proposta “Scuole aperte”. Laura Sparavigna (Presidente Commissione Istruzione, Lavoro, Formazione): “Servizi all’infanzia e pacchetto scuola”. Il 19 e il 20 maggio le scuole paritarie non faranno lezione per protesta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 maggio 2020 23:55
Scuola: una proposta per risolvere l'emergenza educazione

Firenze– La proposta “Scuole aperte”, nata nell’ambito territoriale Firenze-Pistoia, in sole due settimane ha raccolto un centinaio di adesioni e ha ben presto ha travalicato i confini regionali, avviandosi a diventare una campagna nazionale che chiunque può fare propria e promuovere localmente. Il documento nasce da una preoccupazione condivisa sul futuro della scuola in tempi di pandemia.

"Siamo convinti dell’esigenza di ingenti investimenti nella scuola pubblica, della necessità di assumere un maggior numero di insegnanti, di migliorare la qualità e la sicurezza degli spazi scolastici, e denunciamo fermamente i tagli programmati al numero di classi che, a dispetto dell'emergenza sanitaria, porterebbero alla formazione di classi pollaio. Questi interventi spettano alle istituzioni, ma quale può essere il nostro contributo come realtà eterogenee del territorio? -domandano Andrea Giraldi e Anna Lisa Pecoriello dell'Associazione La Città Bambina- La proposta che facciamo è semplice.

Mettiamo a disposizione spazi extra scolastici (circoli, parrocchie, spazi associativi, cinema e teatri, parchi, fattorie didattiche, ecc.) da utilizzare come aule diffuse, scongiurando il rischio che a settembre, per mancanza di spazi sufficienti a praticare il distanziamento fisico, bambini e ragazzi si ritrovino a fare ancora didattica a distanza individuale da casa e promuoviamo invece la didattica in piccoli gruppi. Le modalità operative potranno essere approfondite e differenziate a seconda delle fasce di età e dei contesti territoriali.

La nostra proposta comprende a titolo di esempio anche un format per la messa a disposizione di spazi extrascolastici per attività curricolari e non, ma ovviamente i dettagli dovranno essere messi a punto attraverso una fase successiva di approfondimento con la partecipazione di tutte le componenti della comunità scolastica allargata. È in costruzione una mailing list dei firmatari per favorire il coordinamento e lo scambio di buone pratiche propedeutiche all’avvio di sperimentazioni nelle scuole, aperta a tutti coloro che vogliono contribuire alla costruzione di reti territoriali per l’educazione diffusa. In fase di sperimentazione sarà opportuno attivare sinergie con il mondo della ricerca e un confronto con altre esperienze, ad esempio la simulazione in corso in 5 scuole piemontesi supportata dal Politecnico di Torino. La trasformazione in realtà può avvenire solo se nei singoli territori si formano reti di soggetti/spazi per l’educazione diffusa, policentrica, che integri finalmente scuola e territorio. Questa infatti è la nostra vera sfida: costruire non la scuola dell’emergenza ma la scuola nuova che in tanti auspichiamo da tempo".

Nell’ultima settimana due notizie per il mondo della scuola. Sia per l’accessibilità ai servizi educativi, quanto per il sostegno alle famiglie ed il contrasto alla povertà educativa. Sul nuovo pacchetto scuola ed i fondi stanziati la presidente della Commissione Istruzione, Lavoro e Formazione Laura Sparavigna ha presentato una domanda d’attualità, alla quale ha risposto l’assessora all’educazione Sara Funaro. “Come ha spiegato l’assessora le misure sono tante.

Il pacchetto scuola – ha detto la presidente della Commissione Istruzione, Lavoro, Formazione Laura Sparavigna – viene erogato, ogni anno, a favore dei bambini che frequentano le scuole di primo e secondo grado sia nelle scuole statali che paritarie. E’ un sostegno, a livello familiare, per quanto riguarda le spese: sia per i libri che per il materiale didattico. I contributi vanno, secondo l’Isee, da 180 a 300 euro. I criteri sono quelli di essere residenti nel Comune di Firenze, di avere un’età non superiore ai venti anni, di avere un’Isee che sia fino a 15.748 euro.

Ad oggi l’amministrazione comunale ha 95.000 euro ma devono essere integrate con le risorse regionali. 2500 sono state le domande nell’anno passato. Riguardo al bando per gli asili nido è stato eliminato, come punteggio aggiuntivo, la richiesta dell’Isee visto che le famiglie avevano difficoltà a recepirlo, ed è stato deciso di aumentare quei punteggi che rispecchiano la situazione attuale di oggi: genitori con lavori saltuari, persone che sono in cassa integrazione e quelli iscritti nelle liste del centro per l’impiego.

In attesa della ripartenza è una scelta importante, soprattutto nei confronti delle donne. Approfondiremo in Commissione le varie questioni – ha aggiunto la presidente Laura Sparavigna –. Ci prepariamo ad affrontare una sfida di ricostruzione del sistema scuola che ci porterà ad una rimodulazione dei canoni dell’accesso ai servizi dato che la pandemia non ha lasciato indenni nessuno. E’ fondamentale sostenere l’accessibilità all’istruzione attraverso sostegni economici anche per permettere quel principio di equità ed uguaglianza e di promozione all’inclusione sociale che i servizi educativi devono garantire sia nei confronti del minore che dei nuclei familiari.

Il pacchetto scuola – ha concluso la presidente Sparavigna – è indispensabile, mette in campo un sostegno effettivo e immediato!”.

Le associazioni di categoria di scuole paritarie CISM e USMI hanno indetto una manifestazione di protesta il 19 e 20 maggio prossimi, # Noi siamo invisibili per questo governo, circa l'assenza di stanziamenti dal Governo nel "Decreto rilancio".

"Leggendo l'ultimo della interminabile sfilza di decreti emanati dal Governo, il cosiddetto decreto rilancio, salta subito agli occhi una grave lacuna, già da noi sottolineata più volte anche in precedenza: manca ogni tipo di intervento a sostegno della scuola paritaria, in particolare per il percorso elementari - superiori". Queste le parole di Jacopo Cellai, Capogruppo di Forza Italia e Coordinatore Azzurro cittadino, e di Giampaolo Giannelli, Vice Coordinatore Provinciale di Forza Italia "Dobbiamo probabilmente ricordare al Premier Conte, alla Ministra Azzolina, e alle quattro sinistre che sostengono questo Governo - attacca Cellai - che servizio pubblico non vuol dire certo monopolio statale, ma anzi, una sana competizione tra modelli educativi è virtuosa.

Stupisce - precisa Cellai - che tanto la task force che si doveva occupare dei problemi del mondo della scuola, quanto gli esponenti nazionali, regionali, locali, dei vari partiti che sostengono questo Governo, non si siano accorti di questa grave carenza. Forza Italia farà di tutto, proponendo gli adeguati emendamenti, affinché in sede di conversione del decreto si corregga questa grave stortura". "Il decreto infatti - sottolinea Giannelli - contiene soltanto indicazioni, per quanto con cifre non adeguate, per un intervento di sostegno nella fascia 0-6 anni, asili nido e scuola per l'infanzia.

Per il resto, niente. Come se il mondo delle scuole paritarie, col ruolo educativo fondamentale portato avanti nel corso degli anni, non esistesse. Ci chiediamo quindi - prosegue Giannelli - quale possa essere il vero intento del Governo. Se è quello di mettere una pietra tombale sulla scuola paritaria, facendo si che vi sia la chiusura di questi istituti, allora la strada intrapresa è sicuramente quella giusta, a scapito delle famiglie, degli alunni, delle associazioni, degli operatori di settore". "Questo Governo pare dimenticarsi - proseguono i due esponenti azzurri - che come insegna il Nobel Von Hayek, concorrenza equivale a diffusione della conoscenza, innovazione, stimolo a migliorare e migliorarsi.

Se le scuole paritarie svolgono un servizio essenziale (ed è evidente che è così, sopperendo spesso a quelle che sono carenze del servizio pubblico) il Governo deve mettere in condizioni le famiglie di poter scegliere anche il modello educativo privato, garantendone quindi la sopravvivenza". "Perfino la laica e socialdemocratica Svezia mantiene chiare condizioni di parità in tal senso. Faremo quindi di tutto, a tutti i livelli - concludono Cellai e Giannelli - affinché al decreto siano apportate le doverose correzioni (ci sono molti modi; suggeriamo ad esempio, una detrazione fiscale per le famiglie pari almeno alla metà del costo pro capite di ogni figlio mandato all'istituto) perché non è concepibile che nel 2020 lo Stato finga di non conoscere l'esistenza di un modello educativo alternativo al servizio pubblico, ed anzi agisca per favorirne la cessazione".

Fratelli d’Italia farà di tutto per far inserire un emendamento al decreto nazionale, ma se tale emendamento non arriverà chiediamo che la Regione Toscana si faccia carico degli aiuti alle scuole paritarie. E’ una discriminazione inaccettabile, le famiglie devono poter scegliere in quale scuola mandare i loro figli. Le scuole paritarie devono avere gli stessi diritti delle scuole pubbliche -dichiara il Consigliere regionale Paolo Marcheschi- Il Decreto rilancio ha previsto contributi a famiglie i cui figli frequentano nidi e materne parificate escludendo invece elementari, medie e superiori.

Le strutture paritarie sono in grosse difficoltà economiche con personale da pagare, rette non riscosse, strutture da mantenere. A Firenze le scuole paritarie sono tante e in vari quartieri indispensabili. Molte scuole rischiano di non ripartire e molte famiglie necessitano di aiuto per pagare le rette o le babysitter. Togliere aiuti a famiglie e scuole paritarie è un atto miope, che rende più complicato il compito anche alla scuola pubblica. Il mondo delle scuole paritarie si sta mobilitando: il 19 e il 20 maggio non faranno lezione per lanciare alle istituzioni un grido d’allarme! Io appoggio la loro iniziativa

In evidenza