Scuola: come si ricomincia in Toscana?

Toccafondi (IV): “Superiori aperte solo al 50%. In una regione di 3,7 milioni di abitanti, possibile che il problema siano 168 mila ragazzi? Questo non è un paese per giovani”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 gennaio 2021 08:46
Scuola: come si ricomincia in Toscana?

Le scuole superiori, alla fine, riapriranno il 7 di gennaio ma solo al 50% e non al 75% di presenza come era invece previsto dal Dpcm del 3 di dicembre. “Il problema principale - ha spiegato Giannelli dell’Associazione Nazionale Presidi - riguarda la mancata, o insufficiente riorganizzazione dei trasporti che sta costringendo i Prefetti a chiedere alle scuole di effettuare dei turni di entrata in orari scaglionati molto impegnativi. In particolare, far uscire da scuola i ragazzi alle 15.00 o alle 16.00, soprattutto per studenti pendolari, comporterà un rientro a casa in orari che causeranno difficoltà sia alle famiglie che allo studio domestico".

“È mai possibile che, in una regione di 3,7 milioni di abitanti come la Toscana, il problema siano i 168 mila ragazzi toscani degli istituti superiori?” ha scritto l’on. Gabriele Toccafondi, deputato fiorentino di Italia Viva nella sua pagina Facebook “Questi studenti sono a casa davanti ad un video da ormai tre lunghi mesi. Il 3 dicembre il premier Conte, con un Dpcm, aveva affermato che i ragazzi delle scuole di secondo grado sarebbero rientrati in classe al 75% di presenza a partire dal 7 di gennaio.

Per far sì che ciò avvenisse in sicurezza, tutte le prefetture in questo mese hanno svolto un gran lavoro. Nonostante ciò, al rientro dalle vacanze, solo il 50% dei ragazzi potrà tornare in classe, con entrate scaglionate di due ore. Non solo, c'è anche chi mette le mani avanti affermando che sarebbe meglio non riaprire affatto e tenere ancora a casa gli studenti delle superiori perché i trasporti pubblici sono un problema. È proprio vero, questo non è un paese per giovani” ha concluso Toccafondi.

"Si continua ad avere un comportamento schizofrenico nei confronti della scuola con risposte politiche assolutamente contraddittorie. Si chiude quel poco che è rimasto della scuola , lo scorso 23 dicembre, con il miraggio del 75% di studenti presenti in aula ,ed il giorno dopo eccoci invece sprofondati al 50%. Sembra di essere a giocare ad una "tombola quotidiana". Gli studenti , i ragazzi, diventano numeri e basta untori e niente più" dichiarano l'On. Erica Mazzetti, parlamentare di Forza Italia e la Responsabile Scuola di Forza Italia Toscana, Rita Pieri "Invece sono meravigliosi i nostri studenti che non ne possono più di vivere in questa situazione ma che lottano ogni giorno per cercare di tornare ad una vita normale.

Tutta la scuola non ne può più di essere considerata come l’ultimo dei problemi ! Il Governo GialloRosso dimostra ogni giorno sempre di più di non avere a cuore l'istruzione italiana. L’Emergenza sanitaria è giustamente la prima cosa ,ma non possiamo continuare a sottovalutare quella culturale , sociale , educativa e didattica che si pone sotto i nostri occhi quotidianamente". "I Dirigenti scolastici, i Presidi, i Docenti, gli Educatori e tutto il personale scolastico, sono sconcertati, avviliti e umiliati.

Anziché impegnati a “far scuola” trascorrono il tempo su piattaforme on line quando va bene , altrimenti a far tornare percentuali o a diversificare entrate ed uscite che immancabilmente l’indomani sono capovolte da questa o quella decisione estemporanea". "La Scuola è diventata sempre più la cenerentola della Politica, in cerca sempre di un rilancio, ma da mesi invece relegata in fondo ai cassetti degli Uffici del Governo Conte. Nessuno penso possa dire che questo Esecutivo ha avuto il coraggio delle proprie azioni.

La Scuola è stata giorno giorno sminuita e maltrattata, con una sola conseguenza: danneggiare i nostri ragazzi e la loro futura formazione".

"Siamo a pochi giorni dall'inizio del nuovo anno 2021 e dalla ripartenza della scuola, ma ancora il caos regna sovrano nel mondo dell'istruzione. Nonostante l'accordo Stato- Regioni siglato in data 23 dicembre che prevede ritorno in classe per 2,5 milioni di studenti nelle scuole superiori, tutto è ancora poco chiaro e le critiche dal mondo dell'istruzione si alzano sempre con maggiore frequenza. Due sono i temi più caldi: la DAD e le conseguenze sociali del suo utilizzo ed i problemi mai risolti del Trasporto pubblico locale per gli studenti.

Secondo il calendario siamo a fine dicembre 2020, ma è come se fossimo nei fatti ancora fermi a luglio 2020. Nessun passo avanti è stato fatto. Il Ministro dell'Istruzione e dei banchi a rotelle, Lucia Azzolina non è stata capace di produrre alcuna soluzione concreta né per la formazione dei nostri figli nè tantomeno per i loro quotidiani spostamenti. Come padre, sono anch'io molto preoccupato per il futuro dell'istruzione dei miei figli" dichiara l'On.

Stefano Mugnai, Vice Presidente del Gruppo Forza Italia alla Camera dei Deputati "Quale formazione e crescita potremo infatti garantire per i nostri figli se negheremo loro il contatto con i loro coetanei e il rapporto vero con i loro insegnanti? Non penseremo per caso di sostituire il tutto con un pc ed una web cam? Questa poteva essere una soluzione tampone, momentanea, non la scuola del 2020-2021 o peggio ancora del futuro! In Francia, Spagna e Germania le scuole sono rimaste aperte.

Nonostante l'aggravarsi dell'epidemia la frequenza delle lezioni in presenza è stata garantita, contrariamente a quanto fatto in Italia. La didattica a distanza mantenuta nel tempo e solo ridotta talvolta ha rivoluzionato in negativo la formazione scolastica e distrutto i rapporti umani, la base della crescita di ogni bambino o giovane. Senza contare, e lo abbiamo ribadito più volte come Forza Italia, che non tutti godono della possibilità su scala nazionale di avere per forza un computer e la connessione a casa.

Non tutti infatti se lo possono permettere economicamente". "La situazione della scuola italiana a pochi giorni dalla ripartenza desta preoccupazione. Senza dimenticare il problema del rischio contagi nelle scuole visti i prevedibili assembramenti (gli spazi non sono sufficienti per tutte le attività curricolari) e le eventuali caotiche quarantene già vissute a settembre scorso. In conclusione, una scuola che appare realmente ancora un cantiere aperto, senza però mai avere una data definitiva di conclusione dei problemi"

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