Sciopero dei taxi mercoledì 24 novembre

Andrei (Socota): "Attacco mortale a tpl non di linea. Vogliono destrutturare il nostro settore"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 novembre 2021 18:21
Sciopero dei taxi mercoledì 24 novembre

"Anche a Firenze, mercoledì 24 novembre ci sarà il fermo nazionale dei taxi. Le ragioni che hanno portato la categoria a questa decisione sono ben note, è in atto un tentativo di destrutturazione del settore del trasporto pubblico non di linea. Siamo stati inseriti, infatti, nel ddl Concorrenza, nonostante il comparto taxi non rientri nella direttiva europea Bolkestein. Garantiremo comunque, gratuitamente, i servizi per le fasce deboli della popolazione, in particolare donne in gravidanza, disabili e chi si reca in ospedale". Lo annuncia il presidente della Socota Radio Taxi Firenze 4242, Simone Andrei.

"La libertà d'impresa non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale - sottolinea Andrei - non può recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana come previsto dall'art. 41 della Costituzione, come hanno rilevato le nostre sigle sindacali di categoria. Nell'ottica dell'interesse collettivo che nel nostro settore deve essere sempre garantito, in quanto servizio pubblico, il provvedimento non può prescindere dalla difesa dell'artigianato e della cooperazione, settori tutelati dall'art.

45 della Costituzione. Dobbiamo continuare a sostenere quanto contenuto nell’art. 117 della Costituzione sulle competenze specifiche delle Regioni in materia di Trasporto Pubblico Locale. Superare l'autonomia regionale contraddice e fa venir meno i principi della programmazione territoriale, della regolazione e del livello dei servizi, della garanzia di servizio pubblico che le Regioni in questi anni hanno assicurato"."La nostra Costituzione è fondata sul lavoro e non sull'intermediazione del lavoro - evidenzia il presidente del Radio Taxi 4242 -.

Con queste modifiche è chiara la volontà di favorire le multinazionali e i fondi di investimento, che non producono direttamente lavorando e investendo, come noi, ma che vogliono solamente fare utili costringendo gli operatori del settore a stare alle loro regole, oltretutto senza pagare le tasse nel nostro Paese. Non si può far sottostare a logiche meramente di mercato un settore come il servizio pubblico non di linea, sottoposto a regole e tariffe, e consentire che venga fatta concorrenza da chi non è sottoposto a queste regole".

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