Sanità in Toscana: per studenti fuori sede assistenza con medico di medicina generale

Garantire effettiva assistenza a chi frequenta le università toscane senza che debba rinunciare all’iscrizione nelle liste dei luoghi di residenza. Il Consiglio chiede misure analoghe per i lavoratori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 gennaio 2019 18:00
Sanità in Toscana: per studenti fuori sede assistenza con medico di medicina generale

 La commissione Sanità, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd), ha approvato con voto unanime una mozione del Partito democratico sull’assistenza sanitaria degli studenti fuori sede,“con specifico riferimento al medico di medicina generale”. È stato il primo firmatario Enrico Sostegni (che ha sottoscritto l’atto di indirizzo con Stefano Scaramelli, Fiammetta Capirossi, Giacomo Bugliani, Lucia De Robertis, Nicola Ciolini, Antonio Mazzeo, Massimo Baldi, Alessandra Nardini, Marco Niccolai, Valentina Vadi e Ilaria Giovannetti) a illustrare la mozione, che impegna la Giunta regionale “ad attivarsi per garantire un’effettiva e migliore assistenza sanitaria agli studenti fuori sede che frequentano le università toscane”.

A questi dovrà essere assicurato “l’accesso alle prestazioni dei medici di medicina generale relativi al luogo dove sono domiciliati per ragioni di studio, senza l’obbligo di dover rinunciare all’iscrizione nelle liste dell’ambito territoriale di residenza”. La Giunta è impegnata “affinché misure analoghe siano assicurate ai lavoratori che si trovano domiciliati o in trasferta per determinati periodi in città afferenti ad aziende sanitarie di diversa competenza territoriali rispetto alla relativa residenza”.

“Sono tanti gli studenti che vengono a studiare in Toscana, ma i più mantengono il medico curante nel luogo di residenza. È un tema di interesse per questi studenti, ma anche per il nostro sistema sanitario che al momento vede ricadere le richieste di cura di tutti questi ragazzi sui pronto soccorso, che non sono la destinazione appropriata. Si tratta di concordare con i medici di medicina generale, che operano nelle aree dove si trovano gli studenti, anche su base volontaria”.

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