Dopo i pesci, anche salamandre pezzate, una cinquantina di tritoni e numerose rane temporarie hanno provvisoriamente cambiato casa.
Il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno infatti, prima di dare ufficialmente il via al maxi cantiere per il ripristino delle briglie montane sul Fosso della Bernardina e sul Fosso di Camaldoli, ha trasferito con cura gli anfibi che popolano le acque dei due tratti.
Siamo a Poppi, nei pressi della SP 69 dell’Eremo di Camaldoli, nel cuore del Casentino,all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e della Riserva Naturale Biogenetica,dove è stato programmato un intervento rilevante per la messa in sicurezza del territorio e, proprio perché inserito in un contesto di pregiato valore ambientale, estremamente delicato.
Qui, più che in altri luoghi, infatti, è d’obbligo coniugare la manutenzione idraulica al pieno rispetto degli ecosistemi locali, ricchi e vari.
“La tutela della biodiversità, che da sempre accompagna l’attività del nostro Ente, in questo caso,è stata posta come priorità assoluta fin dalle primissime fasi del progetto”, spiega la Presidente Serena Stefani.
“Prima dell’apertura del cantiere, è stato effettuato un attento monitoraggio dell’alveo e delle zone limitrofe, che ha permesso il salvataggio e il trasferimento in sicurezza di numerose specie di anfibi, particolarmente sensibili alle alterazioni dell’habitat fluviale”, commenta l’ingegner Enrico Righeschi dell’Ufficio Difesa del Suolo e referente della Unità Idrografica Omogenea Casentino.
“Tutti gli esemplari sono stati ricollocati in ambienti idonei, così da garantire la prosecuzione deilavori in condizioni di piena compatibilità ecologica”, continua e conclude: “Il cantiere, seguito dai tecnici del Consorzio, che curano direttamente progettazione, direzione dei lavori, autorizzazioni