Rilancio di Piombino: la proposta della Toscana

Uilm: “Se Jindal non decide, Governo prenda una decisione per dare un futuro all’ex Lucchini”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 maggio 2021 21:21
Rilancio di Piombino: la proposta della Toscana

I tempi si sono erosi e la Toscana, da oggi, ha una posizione ‘ufficiale’ sul tavolo nazionale che riguarda Piombino, fatto di scelte di politica industriale e di investimenti ambientali, infrastrutturali e per il porto. Lo spiega Gianni Anselmi, il consigliere che supporta il presidente Eugenio Giani per le aree di crisi complessa e che rende note in conferenza stampa le posizioni emerse al tavolo di questa mattina convocato dal Mise. Posizioni richiamate dallo stesso Giani, che nelle scorse ore aveva scritto al ministro Giancarlo Giorgetti ricordando, tra l’altro, che anche Liberty Magona potrebbe rientrare in un’operazione di riassetto congiunto o parallelo all’ingresso dello Stato tramite Invitalia o Cdp in JSW Steel Italy.

E ricordando anche che sebbene Piombino sia il punto di riferimento per i lunghi e le rotaie, gli acciai piani sono contemplati fin dal 2008, perciò questo Governo sarebbe il primo ad escluderli.

“Questa è la proposta della Toscana, intendiamo portarla a tutti i tavoli a cui saremo chiamati”, ha affermato Giani al tavolo. “Lavoriamo per un polo siderurgico integrato e competitivo, è una partita che merita l’attenzione e il sostegno del governo”, ha aggiunto il presidente.

Piombino, ribadisce Anselmi in conferenza stampa, non può stare “in un ruolo ancillare, deve semmai essere collocata nel quadro della siderurgia italiana, dal momento che si teorizza l’intervento del capitale pubblico”.

Il governo, presente al tavolo con la viceministra Alessandra Todde e con il ministero del lavoro, per oltre due ore ha ascoltato sindacati dei metalmeccanici, locali e nazionali, la parola di JSW Steel Italy per voce del vicepresidente Marco Carrai e, appunto, le istituzioni locali e regionali.

Sul tavolo ciò che è noto da almeno un anno: la necessità di un piano industriale credibile e quella di comprendere chiaramente le intenzioni di Mr. Jindal fino all’attuale contratto (scaduto) di JSW con Rfi per la fornitura di rotaie per il sistema infrastrutturale italiano. E ciò che è stato indicato stamani dalla Toscana: “Le nuove commesse di Rfi vanno inserite in un piano industriale chiaro e le scelte di dimensionamento degli impianti e degli investimenti debbano essere coerenti con i fabbisogni industriali e non influenzate da logiche esterne”.

Significa che la dotazione di un forno elettrico con capacità di 0,8 milioni di tonnellate annue non appare sufficiente, e anzi: “Non sarebbe davvero giustificabile un forno elettrico a Piombino con una capacità inferiore a 1,2 milioni di ton/anno, quando invece è possibile garantire la sicurezza di una produzione locale con sbocchi di mercato certi”. Il mancato rispetto di questa soglia minima significa escludere gli acciai piani da Piombino, quando invece esistono le condizioni per attivare una filiera corta locale tra JSW Steel e Liberty Magona. Il che vale, come noto, anche per la riattivazione di forniture di vergella verso l’ex-impianto Bekaert di Figline Valdarno, in precedenza rifornito proprio da Piombino, una volta adeguate le linee di laminazione alle specifiche tecniche necessarie per le trafilature eseguibili in Valdarno.

“Come Regione siamo disponibili a supportare un ragionamento di filiera nazionale, ma non al contrario, ovvero ad asservire il dimensionamento dell’attività siderurgica su Piombino solo agli interessi delle imprese di altri territori”, ha ripetuto Anselmi richiamando la discussione nel confronto con il Mise, che ha posto l’accento anche sulla scadenza delle concessioni portuali a luglio 2021, “rinnovabili solo a fronte di una visione complessiva sulla filiera siderurgica che sfrutti anche la competitività portuale”. In quest’ottica bisogna anche rinnovare gli accordi di programma nazionali che regolano le politiche e gli investimenti pubblici per l'area di crisi industriale di Piombino.

“Il governo – ha precisato Anselmi - ha la possibilità di attivare una vera e propria operazione di reshoring su Piombino, sostituendo importazione con produzione locale al servizio sia degli acciai lunghi di JSW Steel Italy Piombino sia dei laminati zincati e preverniciati di Liberty Magona, universalmente riconosciuti come tra i migliori sul mercato italiano”.

Il tavolo non è stato chiuso: entro due settimane è attesa una nuova convocazione.

“Non è più accettabile portare avanti una vertenza che si protrae ormai da quasi dieci anni senza una soluzione definitiva. Non è accettabile che Jindal continui a fare tatticismi sulla pelle di oltre 1700 lavoratori perseguendo esclusivamente i propri interessi ed escludendo quelli sociali. Non è più accettabile che la multinazionale limiti lo sviluppo di un patrimonio industriale quale la ex Lucchini con grandi potenzialità di mercato; non è più accettabile che il governo temporeggi nell’assumere una decisione definitiva che dia una prospettiva ed un futuro certo al polo siderurgico piombinese”.

Lo dichiarano Guglielmo Gambardella e Vincenzo Renda, rispettivamente coordinatore nazionale Uilm per la siderurgia e coordinatore regionale UILM Toscana, a margine dell’incontro tenutosi oggi in remoto con il MiSE, presieduto dalla viceministro Alessandra Todde, con la partecipazione delle istituzioni locali ed il vicepresidente di JSW Italia, Marco Carrai.

“Oggi - sottolineano Gambardella e Renda - abbiamo assistito all’ennesima narrazione da parte dell’azienda su cose che si vorrebbero e si potrebbero fare, su un indefinito piano industriale, ritenuto inaccettabile dallo stesso ministro Giancarlo Giorgetti”.

“L’aver circoscritto la discussione di oggi esclusivamente alla futura commessa RFI ed alla capacità produttiva del futuro forno elettrico è stata ritenuta paradossale da parte della UILM” aggiungono.

“Il tavolo nazionale con la regia del Ministero dello Sviluppo Economico è l’unico ambito in cui si può progettare un percorso serio di rilancio coinvolgendo tutti i soggetti interessati a dare un contributo per la soluzione definitiva” proseguono.

“Solo un intervento pieno e deciso del Governo, con tutti gli strumenti necessari, con tutti gli attori istituzionali nazionali e locali interessati e l’auspicabile contributo del sistema siderurgico italiano, nella realizzazione del progetto di rilancio della siderurgia piombinese, può dare un futuro all’intero tessuto industriale della Valle di Cornia” aggiungono.

“Non c’è più tempo da perdere, occorrono decisioni chiare e fare tutto ciò che serve per dare una prospettiva di lavoro e non ammortizzatori sociali agli oltre 1700 lavoratori diretti e per quelli dell’indotto: Giorgetti convochi immediatamente Jindal e pretenda una risposta - concludono - Se non si scioglie il nodo sulle reali volontà di Jindal, è difficile immaginare un futuro diverso per Piombino”.

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