Firenze, 10-5-2025 – Referendum lavoro e cittadinanza: stamani in piazza Sant’Ambrogio a Firenze si è svolto un flash mob da parte dei soggetti che animano il Comitato Firenze per i 5 Sì ai quesiti. Il flash mob in modo creativo e interattivo ha voluto denunciare l'atteggiamento della maggioranza di governo sui referendum (ha invitato all’astensionismo). Su un divano, portato lì per l’occasione, due persone erano sedute con in faccia le maschere della premier Meloni e del ministro Tajani. Gli organizzatori del flash mob e anche semplici passanti si sono fatti scattare delle foto accanto al divano tenendo un cartello con scritto “L’8-9 giugno io non rimango sul divano, il mio voto conta”.
Ma cosa sono chiamati a votare gli elettori? I quesiti sono riassumibili in: stop ai licenziamenti illegittimi, più tutele per i lavoratori delle piccole imprese, riduzione del lavoro precario, più sicurezza sul lavoro e più integrazione grazie all'ottenimento della cittadinanza italiana:
- Nel primo caso si chiede l'abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act,
- nel secondo la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti ingiustificati nelle piccole imprese,
- il terzo punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine per ridurre la piaga del precariato;
- Il quarto quesito referendario interviene in materia di salute e sicurezza sul lavoro e vuole cambiare le leggi che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante;
- Infine il quinto quesito dove si propone di dimezzare da 10 a 5 anni il tempo di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana.
Hanno detto gli organizzatori: “Iniziative come questa di oggi si rendono ancor più necessarie alla luce di due elementi: l'assenza di momenti di reale approfondimento negli spazi radiotelevisivi e la indegna decisione degli esponenti di maggioranza governo di invitare gli elettori e le elettrici all'astensione. Non solo un attacco ai referendum, ma più complessivamente un attacco alla democrazia. Vogliamo ribadire con tutti i mezzi l’importanza di partecipare al voto perché ha un valore democratico e può far cambiare in meglio le condizioni di vita e lavoro, a giugno è possibile dare un segnale importante e ogni persona può essere protagonista direttamente recandosi alle urne”.
Il percorso verso il referendum dell'8 e 9 giugno è partito in tutta la provincia di Prato. In questi giorni, infatti, sono stati costituiti i comitati referendari di Montemurlo, della Vallata e del Montalbano. A loro il compito di supportare il coordinamento provinciale nella promozione dei cinque sì al referendum, attraverso l'organizzazione di eventi e iniziative nei singoli territori. Ad aderire ai tre nuovi comitati referendari sono stati: Cgil, Pd, Sinistra Italiana, le Case del Popolo dei singoli territori, Auser, Anpi, Federconsumatori, Sinistra Civica Ecologista, Rifondazione comunista.
“I comitati referendari e il coordinamento provinciale sono mobilitati per raggiungere quante più persone possibili e favorire un'ampia partecipazione al referendum – spiegano dalla Cgil di Prato -. Il nostro obiettivo è il raggiungimento del quorum, ottenere un'ampia vittoria dei cinque sì e riuscire in questo modo a modificare alcune norme fondamentali in tema di lavoro e cittadinanza. Sul territorio ci aspetta un mese di lavoro intenso, dove fra eventi e iniziative cercheremo di garantire alla cittadinanza una comunicazione efficace e capillare”.In attesa dell'annuncio del calendario di appuntamenti, da oggi parte la presenza settimanale dei banchini al mercato di Prato del lunedì (piazza del Mercato Nuovo) e a quello del martedì a Montemurlo.
Ai referendum dell'8 e 9 giugno si applicano le disposizioni sul voto domiciliare, previste dall’articolo 1 del decreto-legge 3 gennaio 2006, n. 1, convertito dalla legge 27 gennaio 2006 n. 22, come modificato dalla legge 7 maggio 2009, n. 46, in favore degli elettori «affetti da gravissime infermità, tali che l’allontanamento dall’abitazione in cui dimorano risulti impossibile» anche con l’ausilio dei servizi di trasporto messi a disposizione dal comune per agevolare il raggiungimento del seggio da parte delle persone con disabilità, e di quelli «affetti da gravi infermità che si trovino in condizioni di dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali tali da impedirne l’allontanamento dall’abitazione».
L’elettore interessato deve far pervenire al Sindaco del proprio comune di iscrizione elettorale un’espressa dichiarazione attestante la propria volontà di esprimere il voto presso l’abitazione in cui dimora, ubicata in qualsiasi comune del territorio nazionale, in un periodo compreso fra il 40° e il 20° giorno antecedente la data di votazione, ossia fra martedì 29 aprile e lunedì 19 maggio 2025. Tale ultimo termine (19 maggio), in un’ottica di garanzia del diritto di voto costituzionalmente tutelato, deve considerarsi di carattere ordinatorio, compatibilmente con le esigenze organizzative del comune presso cui deve provvedersi alla raccolta del voto a domicilio.
La domanda di ammissione al voto domiciliare deve indicare l'indirizzo dell'abitazione in cui l'elettore dimora, possibilmente un recapito telefonico e deve essere corredata come segue:
- Documentazione sanitaria attestante l’infermità fisica che specifichi il tipo e grado di patologia e/o di invalidità e la conseguente intrasportabilità
- Copia di documento di identità valido del richiedente
- copia della tessera elettorale del richiedente