​Province: in Toscana Cgil Cisl e Uil avviano la mobilitazione 

Ieri è iniziata l'occupazione di una Sala della Città Metropolitana di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 luglio 2016 15:31
​Province: in Toscana Cgil Cisl e Uil avviano la mobilitazione 

Dalla riorganizzazione necessaria al dissesto eventuale, il curioso percorso dell'ex ente tecnico provinciale oggi Città Metropolitana senza soldi da poter spendere.I lavoratori della Città Metropolitana di Firenze hanno già iniziato a mobilitarsi come raccontato da Nove da Firenze attraverso un'occupazione diurna ed assemblea permanente della Sala del consiglio metropolitano.

Province toscane nuovamente in stato di agitazione. Il Governo, con il Decreto Enti Locali, assesta un nuovo colpo agli Enti che si dichiarano "agonizzanti" poiché i tagli previsti dal Governo non solo impediranno alle Province di erogare servizi fondamentali per i cittadini quali manutenzione strade, manutenzione edifici scolastici, trasporto pubblico locale ecc, ma "porteranno ad un dissesto indotto che colpirà duramente le lavoratrici ed i lavoratori che si vedranno tagliare gran parte del salario accessorio e che vedranno a rischio anche lo stipendio come già accade in realtà del sud dove per mesi non è stato erogato lo stipendio".

In Toscana, dove la situazione fino ad ora registrava una situazione critica ma sotto controllo, il Decreto Enti Locali provocherà un aumento dei tagli di oltre 41 milioni. L'allarme: "Se tale Decreto non verrà modificato in sede di conversione tutte le Province toscane andranno in dissesto". “Si tratta di una situazione intollerabile: è vergognoso e inammissibile che il Governo stesso operi in maniera da strozzare i propri enti territoriali”, spiegano CGIL, CISL e UIL Funzioni Pubbliche della Toscana. CGIL, CISL e UIL Funzioni Pubbliche nazionali hanno indetto per domani venerdì 22 luglio assemblee, volantinaggi e presìdi contemporanee in tutte le Province Italiane.

In Toscana queste iniziative si terranno contemporaneamente a partire dalle ore 11.Alle assemblee, ai volantinaggi e ai presìdi di domani sono stati invitati Parlamentari dei territori, Consiglieri Regionali e Sindaci. A loro sarà chiesto di impegnarsi perché in sede di conversione del Decreto "vengano ridotti drasticamente i prelievi forzosi sul comparto delle Province/Città Metropolitane per evitare il dissesto di più delle metà degli enti a livello nazionale; vengano tolte per le Province e le Città Metropolitane tutte le sanzioni previste per lo sforamento del patto di stabilità 2015, comprese quelle che causano la drastica diminuzione del salario accessorio e vengano previste norme adeguate per poter rinnovare i contratti a tempo determinato".La promessa.

“In mancanza di raggiungimento di questi obiettivi la protesta salirà di tono: i lavoratori e le lavoratrici delle Province hanno già dimostrato grande capacità di lotta con le occupazioni contemporanee di tutti gli enti nel 2014/2015, se sarà necessario”, concludono le segreterie Regionali di CGIL, CISL e UIL Funzioni Pubbliche."Le Province svolgono ancora funzioni importanti, come l’edilizia scolastica, la viabilità provinciale e regionale, l’assistenza tecnico-amministrativa ai comuni.

Come consiglieri Pd porteremo in Aula quanto prima il problema dei tagli e del prelievo “forzoso” operati dal governo nazionale nei confronti delle Province, non più sostenibile" dice Andrea Pieroni, consigliere regionale Pd (ed ex presidente della Provincia di Pisa), intervenendo sul recente decreto legge in materia di enti locali varato dal governo.

"Il confronto nazionale della consistenza dei tagli - spiega Pieroni – ci dice che alcuni territori sono fortemente penalizzati: al primo posto la Toscana, dove l’incremento di taglio è stato di 35,9 milioni che si aggiungono ai 54 milioni già tagliati con le manovre finanziarie precedenti. Altre regioni, invece, sono particolarmente “favorite”: minori tagli di 16,4 milioni in Lombardia, 29 milioni in Veneto, 15 milioni in Campania, 10 milioni in Puglia. Appare chiaro che c’è qualcosa che non funziona e credo che il governo ed il parlamento debbano correggere al più presto la rotta.

In questo momento, nella nostra regione – prosegue Pieroni – sono ben sei su dieci le amministrazioni provinciali che si trovano nell'impossibilità di chiudere il bilancio di previsione 2016. L’eventuale dissesto di sei province in Toscana, avrebbe effetti pesantissimi sui cittadini, le imprese e il nostro sistema scolastico, oltre a rendere incerto, nonostante il grande lavoro che la Regione ha fatto in tal senso, il destino degli oltre 2000 dipendenti che ancora operano negli enti.

Credo – conclude Pieroni – che anche la giunta regionale debba intervenire, verificando la possibilità di attivare quegli strumenti finanziari in grado di fornire alle Province in difficoltà una qualche boccata d’ossigeno, con l’obiettivo di garantire ai cittadini servizi essenziali, quali la sicurezza stradale e l’attività scolastica".

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