Piano operativo no, bandiera della pace sì

Felleca (Italia Viva): “Sono queste le priorità del Pd post congresso?”. Cocollini (Lega): “Ci opporremo in ogni modo”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 marzo 2023 13:51
Piano operativo no, bandiera della pace sì

Il primo atto del PD dopo il Congresso è una proposta di delibera per modificare il Regolamento del Consiglio Comunale per esporre nella sala istituzionale del Salone dei Duecento la bandiera della pace. 

Dopo l’annullamento di una seduta di Commissione che ieri avrebbe dovuto approvare il POC, per poi votare a breve il bilancio, il Presidente del Consiglio ha messo all'ordine del giorno una discussione per collocare permanentemente la bandiera della pace nella sala istituzionale in cui il Consiglio si riunisce.

“Il PD vuole dispensare la patente di pacifista solo a coloro che votano a favore, senza riflettere sul fatto che a Roma il PD, accreditandosi come forza moderata e filo-atlantica, ha votato più volte il rifinanziamento dell’invio delle armi all’Ucraina. Forse è cambiato il vento, e dovremo abituarci alle questioni ideologiche. Per questo ci siamo astenuti in commissione, perché rifiutiamo il dibattito strumentale, ribadendo che il carattere di "neutralità" delle sedi istituzionali, è un principio democratico che dobbiamo difendere sempre, e le bandiere da esporre sono quelle istituzionali, e non altre.

Dai pacifisti a corrente alternata del PD ci aspettiamo che il prossimo anno di consiliatura sia impegnato in discussioni più concrete, perché i fiorentini si aspettano ben altro che un dibattito ideologico sulla bandiera della pace. Che però sembra già essere all’ordine dei lavori della seduta del 6 Marzo (dove pensavamo, fino a prima del congresso, di votare il Piano Operativo).

Piano operativo no. Bandiera della pace sì. Dibattito sul bilancio no. Esposizione della bandiera della pace nell'aula del Consiglio sì. Saranno mesi interessanti se queste son le premesse” Questo l’intervento della consigliera di Italia Viva Barbara Felleca.

“E’ ammissibile sugli edifici pubblici l'esposizione delle sole bandiere ufficiali istituzionali, nel rispetto del generale principio di «neutralità» delle sedi istituzionali”. Lo stabilisce la legge italiana, come ricordato in più occasioni, l’ultima nel 2005 dall’allora sottosegretario all’Interno Giampiero D’Alia in risposta ad un’interrogazione parlamentare, e come ribadito anche nelle faq alla presidenza del Consiglio dei Ministri. Quindi, la proposta di delibera presentata dagli uffici del Consiglio comunale e voluta politicamente dal presidente Milani per rendere permanente e ufficiale l’esposizione della bandiera della pace nel Salone de’ Dugento non è ricevibile.

Ci opporremo ovviamente nel voto in aula, ma se la proposta dovesse passare a maggioranza siamo pronti a fare ricorso al Prefetto per annullare questa scelta, che oltre ad essere tecnicamente sbagliata, in quanto in palese violazione di precise disposizioni di legge, è anche frutto di una retorica di parte che rigettiamo. L’aula del Consiglio comunale è la casa politica di tutti i fiorentini, non l’auditorium di una casa del popolo” dichiara il vice presidente vicario del Consiglio comunale Emanuele Cocollini, annunciando l’iniziativa di contrasto alla delibera da parte del gruppo Centro.

Voglio dirlo con estrema chiarezza: non sarebbe comprensibile, per le categorie economiche della città accumulare ritardi nell’iter del provvedimento di approvazione del piano operativo e in quello delle funzioni, al quale peraltro il Comune di Firenze lavora ormai da mesi, a causa di elementi di natura politica che attengono alla dialettica interna di un singolo partito -interviene Santino Cannamela, Presidente Confesercenti città di FirenzeEcco perché, a nostra parere, ha fatto bene il Sindaco Nardella a stoppare le voci e le fibrillazioni che si rincorrevano negli ultimi giorni in città e che sono state ampiamente riportate dalla stampa locale.

Ad un anno circa dal termine del mandato amministrativo le categorie economiche chiedono soprattutto una cosa: portare avanti e chiudere le questioni ancora aperte e comunque non definite almeno negli ambiti di nostra competenzaOvvero:

  1. Il piano operativo e delle funzioni
  2. la riorganizzazione definitiva del sistema dei mercati su area pubblica
  3. Il nuovo regolamento occupazione dehors e tavolini
  4. Il rinnovo del blocco Unesco

Come abbiamo sempre sostenuto, sono provvedimenti necessari che devono essere portati avanti nell’esercizio della continuità amministrativa. Chiudere le questioni evidenziate suggerisce quindi di evitare procedure ed azioni che ritarderebbero oltremodo il lavoro da mettere in campo, visto il poco tempo a disposizione. Lo diciamo senza infingimenti, nell’interesse delle nostre imprese, ma soprattutto in quello della città in cui viviamo e operiamo tutti i giorni.”

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