Appuntamento da non perdere a Firenze, il 17 luglio, alle ore 21, al Musart Festival dove, nel magnifico chiostro dell’Istituto degli Innocenti, in piazza SS. Annunziata, Peppe Voltarelli presenterà il suo nuovo spettacolo, “1992-2022, Dalla Tarantella punk alla canzone d’autore”, ripercorrendo una carriera vissuta sempre sopra le righe e lontano da ogni conformismo.
Con l’ironia che lo contraddistingue da sempre, il crooner calabrese passerà in rassegna trent’anni di vita e di arte, a partire dai mitici anni trascorsi al DAMS di Bologna, dove con il suo primo gruppo formula un’originale proposta punk intrisa nelle tradizioni meridionali, con una miscela esplosiva di suoni e ritmi, fino alle sue più recenti frequentazioni dei grandi della canzone internazionale, che lo hanno consacrato come una sorta di ambasciatore della canzone d’autore nel mondo.
Uno spettacolo di musica e parole che, partendo dai primi dischi pubblicati negli anni 90, racconta la traiettoria artistica di una ricerca di vita e di arte che si muove tra territori e ambiti artistici diversi, con incursioni anche nel blues e nel teatro canzone.
Cantautore, scrittore e attore, Peppe Voltarelli è tra gli artisti più eclettici ed estroversi in circolazione. Anima migrante, viaggiatore e raccontatore di storie ironico e tagliente, Voltarelli descrive un sud mai domo, lirico e sognante, nel quale vale ancora la pena di credere senza riserve. Il sud del mondo, il sud d’Italia, il sud più a sud del sud. Fondatore e frontman de Il Parto delle nuvole pesanti, band di culto del new folk italiano, da solista ha pubblicato cinque album in studio, nove live e quattro colonne sonore. Si è aggiudicato tre volte la Targa Tenco nel 2010 come miglior album in dialetto e nel 2016 e nel 2022 come miglior interprete. E’ stato attore protagonista e coautore del film La vera leggenda di Tony Vilar di Giuseppe Gagliardi, regista con il quale ha girato anche Doichlandia, curandone le musiche.
Approfondimenti
Nel suo ultimo album, Planetario, edito da Squilibri, ha condensato le esperienze artistiche e di vita maturate nel corso del suo continuo peregrinare da un continente all’altro e, attraverso una selezione di cantautori di tutto il mondo, ha costruito una sua personale e ironica teoria della canzone che rappresenterà anche nel concerto di Firenze.
