Parchi pubblici in Toscana in memoria delle vittime Covid

La mozione è stata presentata da Lega e sottoscritta anche dal Partito Democratico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 dicembre 2020 15:57
Parchi pubblici in Toscana in memoria delle vittime Covid

Firenze – Mantenere viva la memoria delle vittime del Coronavirus attraverso l’intitolazione di parchi e spazi pubblici e la discussione nelle scuole. L’impegno è chiesto alla Giunta regionale nella mozione presentata dalla Lega, in un testo condiviso anche con il Partito democratico. L’invito che si rivolge alle Province e ai comuni toscani è quello di “promuovere, nell’ambito della loro autonomia e delle rispettive competenze, anche in coordinamento con le associazioni interessate, l’intitolazione di parchi pubblici alle vittime di coronavirus” e a promuovere “l’organizzazione di iniziative e manifestazioni in ricordo delle vittime dell’epidemia, favorendo in particolare attività e iniziative rivolte alle giovani generazioni”.

“Questo periodo rimarrà nella storia di tutto il mondo. Al momento in cui ho scritto questa mozione, nel nostro paese c’erano stai circa 41mila morti – ricorda la consigliera Luciana Bartolini (Lega), prima firmataria della mozione-. Oggi siamo già oltre i 60mila. Abbiamo sentito la necessità di mantenere viva la memoria di tutte queste vittime. È stata indetta la giornata nazionale delle vittime da Coronovirus, il 18 marzo di ogni anno. Di qui la nostra richiesta di intitolare parchi e spazi pubblici. E sarebbe bene parlarne nelle scuole”.

La consigliera Cristina Giachi (Pd), presidente della commissione Cultura, ha spiegato la condivisione del gruppo Pd, “dopo un lavoro di emendamento e di aggiunta al testo, che tiene conto di quanto è stato già fatto ai fini della costruzione di una memoria collettiva. Un po’ come si faceva nell’antichità con gli annali, vorremmo che ci fosse segno della presa d’atto del valore della memoria. Si sono già tenute diverse iniziative in molti territori della nostra regione, ci sono state mostre, tutto il sistema di produzione dell’arte contemporanea ancora attivo si è dato molto da fare”.

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