Panificio Toscano: soci Coop a sostegno dei lavoratori in sciopero

Ma in 92 firmano un documento e chiedono di essere ascoltati per dissociarsi dalle manifestazioni che stanno danneggiando l’azienda. L'On. Giorgio Silli: "Basta picchetti continui"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 luglio 2019 17:25

Oggi giornata di mobilitazione in tutta la Toscana a sostegno degli operai Panificio Toscano (principale fornitore Coop di dolci e panificati) in sciopero da 10 giorni. Davanti a tutte le Coop soci e cittadini sono andati a chiedere a Coop di prendersi la responsabilità delle condizioni di lavoro poste in essere dai suoi fornitori. A Firenze solo nella mattina volantinaggi alla Coop Leopoldo, Coop Cimabue e IperCoop Ponte a Greve, dove sono intervenuti i Carabinieri per impedirei ai soci di distribuire volantini. Volantinaggi nel pomeriggio anche alla Coop viale Europa e Coop Novoli. Una risposta da parte dei cittadini all'appello alla solidarietà lanciato durante l'assemblea pubblica di martedì scorso. Intanto stamani a Prato gli operai sono saliti sul tetto della Coop di via Valentini e hanno annunciato la loro presenza all'IperCoop Parco Prato dalle 15:30.

"Panificio Toscano si rifiuta di applicare il CCNL di panificazione industriale per mantenere basso il costo del lavoro -affermano dal Sindacato Intercategoriale Cobas Firenze-Prato- 140 operai che producono pane e dolci per tutti i supermercati Coop, hanno lo stesso contratto del fornaio sotto casa. Inoltre, anche sotto CCNL di panificazione artigianale, operai specializzati e qualificati che lavorano da più di 10 anni sono inquadrati agli ultimi livelli, per una paga oraria di 5,50 euro l'ora. Da un anno Unicoop si rifiuta di incontrare i rappresentanti dei lavoratori. E' l'ora che intervenga seriamente, schierandosi dalla parte dei lavoratori e prendendo le iniziative necessarie affinchè si applichi il CCNL all'interno dell'azienda".

Intanto però la maggioranza dei lavoratori del Panificio Toscano si dissocia dalle manifestazioni che stanno danneggiando l’azienda. 92 lavoratori (su 132) degli stabilimenti di Prato e Collesalvetti del Panificio Toscano hanno firmato un documento con cui si dissociano dalle manifestazioni messe in atto da SiCobas e chiedono che sia ascoltata anche la voce di chi non ha scioperato ed è invece preoccupato per le conseguenze che questo stato di agitazione può avere sul futuro dell’azienda. Questa mattina i lavoratori dello stabilimento di Collesalvetti hanno dato vita a un presidio davanti alla fabbrica durante il quale hanno incontrato la stampa per illustrare le loro ragioni e la loro preoccupazione.

"Per spiegare i soli 28 lavoratori su 138 dipendenti è bene dare altri numeri -ribattono Sarah Caudiero e Luca Toscano di Sicobas Prato Firenze- Solo nell'ultimo anno tre i lavoratori scomodi licenziati, di cui due per aver rilasciato interviste ai giornali in cui criticavano l'azienda. Fino a 20 le lettere disciplinari ricevute da un singolo lavoratore dopo l'iscrizione al Sindacato. Undici le sospensioni disciplinari dopo una protesta sindacale dello scorso dicembre per danno all'immagine aziendale. Cinque lettere disciplinari ricevute solo questa settimana per aver partecipato ad uno sciopero. Non può stupire quindi che tanti dipendenti, pur appoggiando le rivendicazioni del SiCobas, in un clima di ricatto continuo, non si uniscano allo sciopero".

"Il 15 luglio abbiamo aderito all’invito del Prefetto di Prato per un tavolo di confronto richiesto dai Sicobas -si legge in un comunicato redatto da un ufficio stampa incaricato da Panificio Toscano srl di Prato- Per ogni richiesta per qualsiasi tavolo istituzionale abbiamo sempre dato e daremo la nostra disponibilità. Quello ci rammarica è la strumentalizzazione che da tempo si fa del caso Panificio Toscano da parte del sindacato autonomo.

Ricordiamo che a settembre 2018 Panificio Toscano ha assunto 110 persone e ha attivato un percorso condiviso con le Associazioni Sindacali Confederali. Panificio Toscano con questa decisione ha dato vita a un percorso positivo per le maestranze e per la città di Prato. Rivendichiamo questa scelta e ribadiamo con forza che l’illegalità non fa parte di questa azienda e che tutte le tappe di questo percorso sono state svolte con la collaborazione delle Istituzioni e delle OO.SS.LL.

Il contratto che applichiamo è un contratto nazionale, i lavoratori in azienda sono regolarmente assunti e ogni mensilità viene retribuita. Ferie, permessi, rol, 13ma, 14ma, malattie, tutto compare in busta paga. Applichiamo un Contratto Nazionale di Lavoro ufficiale che può essere messo in discussione, e per questo esiste un tavolo nazionale a cui la soluzione è demandata, così come possono essere contestati i livelli di inquadramento, ma questi temi trovano soluzione o con l’accordo delle parti Sindacali Nazionali o con l’apertura di un contenzioso individuale, ma non si può parlare di illegalità, insinuando che il Panificio Toscano possa ricorrere al lavoro nero o a mancata erogazione di retribuzione e contributi.Il percorso intrapreso è di delegare alla decisione degli Organi competenti la questione relativa al CCNL da applicare e cioè il contratto dell’industria o dell’artigianato che trattano la questione unitamente ai rinnovi della intera contrattazione del settore e possiamo garantire fino da ora che la nostra azienda si adeguerà esattamente a quanto verrà stabilito e convenuto.Il 10 luglio abbiamo firmato un ulteriore accordo sindacale diretto ad instaurare comunque una contrattazione aziendale di secondo livello, dando ulteriormente prova che Panificio Toscano è pronto ed aperto ad ogni trattativa e riconosce la legittimità di ogni forma di manifestazioni sindacali, purché esercitata nell’osservanza delle leggi vigenti e senza intento di danneggiare l’azienda e i lavoratori che nella stessa operano.Non abbiamo la presunzione di essere infallibili, ma solo aperti e disponibili; ne è prova il fatto che anche nell’ultimo incontro in Prefettura abbiamo dato la nostra disponibilità ad aderire alla proposta del Prefetto per cui nessuna chiusura a trattare esiste da parte dell’azienda: la chiusura c’è stata da parte di coloro che si sono alzati e sono andati via.Ribadiamo la nostra disponibilità come sempre a qualsiasi tavolo istituzionale e siamo disposti anche ad incontrare coloro che hanno espresso giudizi di solidarietà con i Sicobas, ma, così come abbiamo fatto nei confronti di tutti i nostri interlocutori diretti, indiretti ed anche con gli organi di stampa, auspicheremmo che le posizioni potessero essere espresse con il conforto della realtà e della verifica dei fatti."

“Proprio perché sono sacrosanti i diritti di tutti i lavoratori non si può permettere che uno sciopero – che indubbiamente rimane un diritto costituzionale – crei problemi a tutti quelli che prestano servizio in azienda. È necessario superare questa forma di picchettaggio continuo messo in atto da SiCobas, che fa violenza verso gli altri dipendenti dell’azienda e mi riporta indietro al 1980, quando quaranta mila operai della Fiat scesero in piazza a Torino per chiedere che la forma di protesta di pochi non intralciasse il lavoro di tutti”.

Il deputato pratese Giorgio Silli interviene così sugli eventi che riguardano la protesta che da alcune settimane portano avanti alcuni operai pakistani di Panificio Toscano. “Sono vicino alle donne e agli uomini che hanno chiesto di poter continuare a lavorare, oltre che alle forze dell’ordine, che continuano a garantire la sicurezza anche in condizioni di estenuante ripetitività di questi picchetti”.

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