Firenze, 18 ottobre – È un fine mese ricco di aste quello di Pandolfini, che presenta a Firenze, a Palazzo Ramirez Montalvo, tre aste in due giorni – il 25 e 26 ottobre. Dall’Antiquariato alle Maioliche, fino a cinque secoli di Sculture, all’incanto andranno i migliori lotti di ciascun Dipartimento, selezionati con cura e attenzione dalla Casa d’Aste e dei suoi esperti.
Ad aprire la serie di appuntamenti è l’asta di Mobili e Oggetti d’Arte da collezioni private, in programma il 25 ottobre in due sessioni – alle 11.00 e alle 15.00. All’incanto, quasi 200 lotti in grado di rappresentare il meglio dell’Antiquariato, nuovamente protagonista in quest’asta autunnale curata dal Capo Dipartimento Alberto Vianello – alla guida anche del Dipartimento di Porcellane e Maioliche e quello di Sculture dal XV al XIX secolo. Un interessante e ricco catalogo, interamente dedicato ai mobili e ai complementi d’arredo, costruito intorno ad alcuni nuclei omogenei provenienti da altrettante proprietà private.
Focalizzato sull’arredamento di “alta epoca” – gusto di altri tempi tornato ora in auge – la prima parte del catalogo propone, all’incanto, una credenza toscana, una coppia di sgabelli rinascimentali, forzieri e piccoli scrigni, oltre ad intagli in avorio e legno, accompagnati da alcuni interessanti arazzi – come quello fiammingo proveniente dalla bottega di J. Liemans del 1630. L’Italia centro-meridionale è, invece, al centro della seconda sessione, con un bureau trumeau interamente dipinto a fondo rosso con riserve chiare.
Il raro mobile a doppio corpo, tipico del gusto siciliano di metà Settecento, è decorato con rilievi in pastiglia e impreziosito da intagli in legno dorato. In catalogo, anche arredi di gusto veneziano provenienti da un’importante dimora milanese, con un’equilibrata alternanza di lacche e dorature, insieme a mobili in radica e in massello. Oltre ad arredi toscani e mobili lombardi, infine, un importante stipo monetiere genovese del periodo Luigi XIV con lo stemma cardinalizio della famiglia Durazzo, ed una bella coppia di console romane in legno intagliato e dorato con rari piani in marmo.
Si rinnova, invece, in occasione dell’evento del 26 ottobre, il catalogo dedicato alla maiolica, con una selezione di lotti che coprono un arco temporale più ampio rispetto al passato.
Partendo, come di consueto, da esemplari della fine del Quattrocento, l’asta Importanti maioliche dal Rinascimento al Settecento arriva infatti fino alla fine XVIII secolo. Una scelta, questa, motivata soprattutto dall’importanza degli esemplari settecenteschi provenienti da una prestigiosa collezione milanese. Tra le opere presenti in catalogo – realizzate in tutta Italia lungo il corso dei secoli – si segnalano un grande piatto milanese della Manifattura di Felice e Giuseppe Maria Clerici e un vaso biansato della Bottega Fontana di Urbino. Cattura l’attenzione, inoltre, un piatto in blu cobalto e giallo antimonio realizzato tra il 1520 e il 1530 nella zona di Urbino.
A chiudere la serie di appuntamenti – il 26 ottobre alle 15.30 – un’assoluta novità per Pandolfini, che inaugura in questa data la prima asta del nuovo Dipartimento Sculture dal XV al XIX secolo. Nato per andare incontro alle esigenze di un mercato sempre più interessato a questo settore, la Casa d’Aste ha inaugurato il Dipartimento che – sotto la guida di Alberto Vianello – coinvolge gli esperti Lucia Montigiani, Mario Sani e Tomaso Piva. Per l’occasione, in catalogo, un gruppo di circa cento sculture tra opere lignee, in marmo e bronzo provenienti da diverse epoche e presentate in ordine cronologico.
La prima parte, dedicata alle sculture antiche, propone un quadro d’insieme molto vario e interessante, con opere accuratamente scelte – grazie anche alla collaborazione con i più grandi esperti del settore – e in maggioranza documentate. Testimonianze d’arte notevoli, che propongono ai collezionisti opere di valore quali un’importante Madonna del Soccorso in marmo, eseguita intorno al 1500 dallo scultore lombardo Gabriele di Battista Bregno, o il tondo raffigurante San Pietro, scolpito in legno policromo, attribuito al senese Bartolomeo Neroni detto il Riccio.
Non meno significativi due rilievi mariani in stucco policromo, un bel cavallo lombardo rinascimentale in bronzo patinato, il busto in marmo del cardinal Giovanni Battista Bussi – attribuito allo scultore romano Giuseppe Mazzuoli – e un grande gruppo ligneo di scuola settecentesca napoletana raffigurante Enea e Anchise.
Si concentra sugli artisti attivi dall’inizio del XIX sino ai primi del XX secolo, invece, la seconda parte del catalogo. Da segnalare, in questo nucleo di opere, un raro marmo dell’artista tedesco Rudolf Shadow The Sandal Binder -Fanciulla che si allaccia i sandali. Il marmo brillantemente scolpito, concepito secondo i canoni del neoclassicismo settentrionale – freddo ed emotivamente sobrio – è, allo stesso tempo, un ritratto incredibilmente intimo e sensibile di una giovane fanciulla. Datata 1807, la versione dell’opera presentata in catalogo è ricordata come una delle creazioni più iconiche di Shadow, uno degli scultori più talentuosi e originali del XIX secolo e allievo di Canova e di Thorvaldsen. Tra le altre sculture di periodo neoclassico è da citare, poi, il Ritratto dello zar Alessandro I di Lorenzo Bartolini.
Presente, nella selezione, anche un nutrito gruppo di bronzi e marmi di artisti italiani della seconda metà del XIX secolo, da Giuseppe Parente, Eliseo Sala e Michele Vedani, fino ad arrivare ad esempi di scultura dei primi del Novecento con due bei bronzi di Libero Andreotti – tra cui Donna che riposa – e L’industria di Leonardo Bistolfi. All’incanto, infine, anche un raro gruppo di cinque bronzi dell’artista Quirino Ruggeri – intrigante interprete di un moderno arcaismo – tra cui è da citare l’opera Pan, e un bel bassorilievo di gusto liberty in marmo bianco di Orazio Costante Grossoni, Madonna con Bambino.