Nubifragio: tanta grandine nelle campagne fiorentine

Danni ingenti per produzioni orticole, oliveti e vigneti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 agosto 2022 18:12
Nubifragio: tanta grandine nelle campagne fiorentine

Firenze, 16 agosto 2022 – 40 minuti di grandine e due ore e mezzo di pioggia incessante. E così intere produzioni di ortaggi sono state spazzate via dalla furia del maltempo, olive a terra a pochi mesi dalla raccolta e vigneti distrutti a poche settimane dalla vendemmia.

La conta dei danni – sottolinea la Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro – è ancora in corso, ma per tante aziende del territorio fiorentino, in particolare di Bagno a Ripoli, Antella e Grassina, la stagione è compromessa. “E’ urgente e necessario – sottolinea il presidente Cia Toscana Centro, Sandro Orlandini - che ci sia consapevolezza di quello che sta accadendo e che si faccia tutto il possibile per aiutare queste realtà”.

Oltre alla tempesta di grandine e di pioggia, si è assistito al fango e acqua che correvano dalle colline. “Il tempo per intervenire è scaduto – aggiunge Orlandini -. Come diciamo da tempo servono bacini di raccolta in collina che, in casi come questi, avrebbero aiutato anche trattenendo questa risorsa preziosa (l’acqua) che ormai arriva sempre più in maniera devastante purtroppo”.

Andrea Pagliai, produttore orticolo e olivicolo a Bagno a Ripoli e vicepresidente Cia Toscana Centro, è stato pesantemente danneggiato dal nubifragio di ieri. Quattro mila piante di olivo colpite su un totale di dei mila: “Dove le olive sono rimaste ce ne sono davvero poche – racconta Pagliai – il 70% delle olive sono infatti a terra, mentre molte piante sono spaccate e compromesse. Anche le produzioni orticole stagionali sono state interessate dalla bomba d’acqua: ho avuto danni su 9 dei 21 ettari coltivati. Anche i fossi all’interno dei campi non sono stati sufficienti visto l’enorme quantità e violenza. Mentre nella fascia Grassina - Antella la grandine ha colpito tutte le aziende, e molto danneggiati sono stati i vigneti che per lo più sono andati distrutti”.

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