Novartis: la Regione incontrerà l'azienda

Seves: oggi con sindacati e istituzioni. Angelini (Fiom): 'Chiediamo un nuovo incontro per valutare il piano industriale della Shelbox'. Nautica: in commissione Lavoro la crisi della darsena viareggina. Referendum sul testo unico sulla Rappresentanza: i metalmeccanici bocciano l'accordo

Nicola
Nicola Novelli
08 aprile 2014 23:12
Novartis: la Regione incontrerà l'azienda

FIRENZE– Le preoccupazioni sollevate dai lavoratori di Novartis per le prospettive dell'azienda e il suo radicamento nel territorio sono state al centro dell'incontro svoltosi oggi fra l'assessore alle attività produttive credito e lavoro, i rappresentanti aziendali della Cgil, il vice sindaco di Siena e il sindaco di Sovicille. L'assessore ha preso atto e condiviso le preoccupazioni espresse dal sindacato riguardo ad un'ipotesi di dismissione da parte della multinazionale del ramo vaccini che ha sede a Siena e, in prospettiva, anche di un disimpegno sul fronte dell'attività di ricerca. L'assessore ha preso l'impegno di attivarsi al più presto, insieme alle istituzioni, per avere un contatto con i dirigenti locali di Novartis e di coinvolgere il presidente della Regione, con l'obiettivo di un rapporto diretto ai massimi livelli con i vertici internazionali del gruppo.

L'assessore alle attività produttive credito e lavoro si è incontrato oggi con i vertici del'azienda Seves, Comune e Provincia di Firenze, i rappresentanti di Confindustria e le organizzazioni sindacali per una verifica sul percorso, anche tecnico, con il quale affrontare la fase attuale della vertenza. A seguito di un approfondimento tecnico e alle decisioni scaturite dall'incontro svoltosi a al ministero dello sviluppo economico qualche settimana fa, si è arrivati a definire un verbale, che è stato sottoscritto dalle parti e che consente la ripresa delle trattative in sede sindacale, ritenendo non stringenti i termini previsti dalla disciplina della procedura di mobilità. Nel corso dell'incontro l'azienda ha informato le organizzazioni sindacali, Regione e istituzioni che del fatto che, nei prossimi giorni, verrà consegnata al tribunale l'istanza per l'applicazione della legge 182 bis che permette la ristrutturazione del debito.

E' stata consegnata il 31 marzo scorso la lettera dimanifestazione di interesse dell'Ingegner Marco Di Lauro al curatore fallimentareMario Marchini. I lavoratori Shelbox sono ora in attesa che la discussionesull'azienda entri nel merito del piano industriale.La consegna dell'atto ufficializza la volontà di rilanciare la Shelbox attraverso laproduzione di prototipi di casette prefabbricate da presentare ai comuni e allecooperative sociali dei Paesi del Sudamerica soggetti a deficit abitativo, pertanto laRsu si dice pronta a riprendere l'attività dello stabilimento.

"Vorremmo capire comesi concretizzerà questo progetto e in che tempi potremmo passare all'operatività,abbiamo una gran voglia di tornare a lavorare!" è il commento di MassimoSimoncini dell'Rsu."Crediamo in questo progetto di rilancio" afferma Stefano Angelini della Segreteriadella Fiom Cgil di Firenze "Ottenuta con fatica la cassa integrazione, abbiamo orachiesto alle istituzioni un nuovo incontro con le parti interessate al fine disollecitare un confronto sul piano industriale e verificare la fattibilità dello stesso."

Approfondimenti

Durante la sua permanenza in Val d'Elsa il presidente della Regione ha avuto modo di visitare due delle eccellenze produttive locali, la Vitap e la Rcr. Nel caso della Vitap l'azienda, nata per iniziativa di Franco Viciani e Pietro Tanzini che ha poco compiuto 60 anni di attività, siamo di fronte ad una realtà che realizza macchine automatiche che lavorano pannelli di legno, occupa 70 dipendenti ed esporta in 82 Paesi. Il presidente è rimasto molto impressionato dal Vitap-lab, il centro di ricerca scientifica allestito all'interno dello stabilimento.

Lì ha visto la macchina, pensata e realizzata a Poggibonsi, che applica bordi a pannelli curvi di grandi dimensioni, una soluzione talmente innovativa e a costi concorrenziali, che vanta già i primi "cloni" cinesi. Il presidente ha apprezzato in particolare l'entusiasmo e la passione che ha scoperto nei titolari e nei lavoratori e il fatto che, nonostante la crisi, l'azienda sia in crescita e non abbia mai fatto ricorso alla cassa integrazione. Non è così alla Rcr, cristalleria italiana di Colle Val d'Elsa, anche se management e rappresentanza sindacale unitaria contano di riuscire ad azzerare la cassa integrazione entro fine anno.

L'azienda vanta oggi un fatturato di 50 milioni di euro e occupa 400 addetti su tre turni di lavoro oltre ai 150 dell'indotto ed è una delle realtà produttive più importanti della zona. Nel 2010 ha molto sofferto la crisi del cristallo, rischiando la chiusura. E' riuscita a risollevarsi e a crescere grazie al Luxion, un materiale cristallino privo di piombo, inventato in azienda e sul quale sono stai compiuti studi e modifiche per sei anni fino a giungere all'attuale perfezione, come hanno spiegato l'amministratore delegato Roberto Pierucci e il responsabile ricerca e sviluppo, Corrado Petri. Capace di produrre oltre 45.000 calici al giorno, l'azienda è tra le prime in Italia e ha pochi rivali nel mondo e possiede il più grande forno al mondo per la produzione di cristallo, un gigante da 250 tonnellate, capace di mantenere per tre giorni una temperatura di oltre 1.400 gradi centigradi fino ad una completa miscelazione degli ingredienti che compongono il Luxion, ovvero quarzo, ossido di bario, erbio e un'altra ventina di microcomponenti che danno origine ad un prodotto privo di piombo e quasi indistinguibile dal cristallo. Il presidente ha apprezzato la capacità dimostrata di resistere alla crisi e non ha chiuso alla possibilità di poter concorrere ai bandi regionali destinati a finanziare con fondi europei gli investimenti in risparmio energetico, a partire dal progetto di realizzazione di una centrale a biomasse a filiera corta, un impianto capace di produrre 1,5 milioni di euro di risparmio annuo su costi energetici che raggiungono i 600.000 euro al mese per ogni forno acceso in continuo.

È una situazione drammatica quella descritta dalle rappresentanze sindacali di Azimut Benetti e Perini Navi, leaders nel settore della nautica dei superyacht. Una situazione di crisi con forti ripercussioni occupazionali (per Azimut sarebbero in uscita circa 100 persone tra Viareggio e Livorno, Perini pensa alla cassa integrazione per 70 addetti di cui 36 a rotazione e 34 a zero ore) che investe tutto il settore della nautica in Toscana. Da Massa a Livorno passando per Viareggio la fotografia scattata oggi, martedì 8 aprile, in commissione Lavoro presieduta da Paolo Marini, racconta la discesa di un comparto che dopo anni di crescita vive una crisi che potrebbe essere definita dell’eccellenza.

La forte diminuzione delle commesse, le annose problematiche legate alle infrastrutture, prima fra tutte la questione dei fondali di Viareggio, una concorrenza sleale che si manifesta nell’affidamento di lavori in appalto e in sub appalto che stanno facendo saltare il principio di qualità della Toscana modello nel mondo e a cui si legano desertificazione delle competenze e abbassamento degli standard retributivi e di sicurezza, stanno affondando l’indotto nautico. Complice anche la pesante congiuntura economica mondiale, come è stato raccontato dalle rappresentanze sindacali, quello della costruzione di grandi yacht inizia a vivere il suo momento di discesa nel 2008, quando i numeri del fatturato diminuiscono e alla crescita esponenziale vissuta negli anni immediatamente precedenti non è stata affiancata un’attività di monitoraggio che ne dimostrasse la stabilità.

A partire dal 2009, infatti, si assiste ad un restringimento della filiera con una perdita occupazionale importante e il conseguente ricorso a misure di sostegno. La storia della nautica in Toscana, il suo carattere instabile e i numeri che la accompagnano saranno al centro di una discussione che coinvolgerà oltre alla commissione presieduta da Marini, anche quella dedicata allo Sviluppo economico di cui è presidente Rosanna Pugnalini. La decisione è stata presa a margine dell’audizione di oggi, sostenuta anche dal consigliere Marco Spinelli, per allargare il dibattito nell’assemblea toscana.

A detta di Marini, infatti, oltre alla presentazione di una mozione per impegnare la Giunta su misure specifiche, è necessario acquisire informazioni sui numeri della cassa integrazione e sulle richieste di mobilità. Alle rappresentanze sindacali intervenute è infatti stata chiesta una relazione aggiornata sulla quale, prima le due commissioni e poi il Consiglio regionale, lavoreranno già nelle prossime settimane. Le richieste avanzate nel corso della seduta abbracciano tutto il comparto e guardano non solo al drammatico problema dei posti di lavoro.

Sul tavolo, oltre al già citato nodo infrastrutturale, c’è anche la necessità di gestire al meglio gli spazi produttivi dati in concessione. Al presidente Enrico Rossi è stata peraltro avanzata la richiesta di un regolamento specifico sulle concessioni demaniali che tenga dentro vincoli e regole chiare. Toccata anche l’Autorità portuale toscana, istituita con legge nel 2012 (n. 23 del 28 maggio), che ancora non ha insediato la commissione consultiva ritenuta, anche dalla vicepresidente della commissione Marina Staccioli, strategica per il contributo importante che potrebbe portare in termini di suggerimenti e proposte.

Staccioli, citando un convegno svoltosi a Lucca le settimane scorse e organizzato dalla Camera di Commercio locale – dove è emersa una forte richiesta di imbarcazioni oltre i 40 metri – ha ipotizzato un lavoro indirizzato in questa direzione anche supportato da quanto già avviato con il collega Giovanni Santini per una revisione del piano strutturale del porto di Viareggio.

Un incontro con i vertici del gruppo Mercatone Uno per fare il punto sulla situazione del punto vendita di Capannoli, in provincia di Pisa, e per chiedere all'azienda un ripensamento rispetto all'annunciata chiusura del negozio, dove lavorano 35 addetti. Lo chiederà, a breve, l'assessore alle attività produttive credito e lavoro che oggi si è incontrato con i sindaci di Pontedera e Capannoli, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze aziendali. Dopo aver preso atto e condiviso le preoccupazioni espresse dai rappresentanti dei lavoratori rispetto alle prospettive del punto vendita, coinvolto in un piano nazionale di ristrutturazione del gruppo che in Toscana conta in tutto 6 negozi, l'assessore ha anche precisato che, se necessario, chiederà all'azienda un impegno forte per garantire la ricollocazione dei 35 lavoratori nelle altre sedi del gruppo, anche attraverso l'utilizzo di ammortizzatori sociali.

A questo proposito l'assessore ha apprezzato la soluzione proposta dalle organizzazioni sindacali che prevede, in particolare, l'utilizzo dei contratti di solidarietà.In Toscana in queste settimane si sono svolte un migliaio di assemblee che hanno visto il coinvolgimento di oltre trentamila lavoratori metalmeccanci dove si è discusso e votato riguardo l'accordo sul Testo Unico sulla rappresentanza siglato il 10 gennaio da Cgil Cisl Uil e Confindustria. I dati del referendum sono univoci, i metalmeccanici in Toscana bocciano senza appello l'accordo interconfederale: su 27.628 votanti effettivi i No risultano 25.613 pari al 92,70%, mentre i Si risultano 1.366 pari al 4,94% - 650 risultano invece le schede tra bianche e nulle.

Giovedì 10 aprile (dalle 9,30) a Villa Vogel si terrà il XVIII Congresso Provinciale della Uilm Firenze, presso la Sala Consiliare del Quartiere 4 (in via delle Torri). Tra gli ospiti Rocco Palombella, Segretario Generale Nazionale della UILM.

Notizie correlate
In evidenza