Negozi a Firenze, aprirli con sacrificio e chiuderli con fantasia

Il sacrificio è personale, la fantasia ce la mettono gli altri. Aduc segnala un cantiere selvaggio che non tiene conto delle attività commerciali

Antonio
Antonio Lenoci
17 ottobre 2014 13:31
Negozi a Firenze, aprirli con sacrificio e chiuderli con fantasia

"I disagi di oggi sono i vantaggi di domani" arrivarci a domani, avrà pensato il titolare dell'attività di ristorazione di via Cavour che si è visto tappare la visuale dall'ennesimo cantiere stradale.Nove da Firenze ha più volte segnalato la mancanza di coordinamento tra i cantieri stradali e le attività coinvolte: è capitato nel recente passato che negozi di cioccolata artigianale finissero dietro le sbarre durante le feste pasquali o che a Natale, il negozio di giocattoli, fosse finito all'interno di una caccia al tesoro dietro teloni e transenne.Sull'argomento interviene Aduc che si è ritrovata un vicino di casa tappato dal telo dei lavori in corso: "Sopportare i disagi per aspettare i benefici è il motivo conduttore che viene ripetuto come un mantra anche ai numerosi commercianti che devono sottostare allo scombussolamento per la costruzione della Tramvia".

Proprio per la Tramvia il Comune di Firenze ha prospettato un piano di pubblicità riservata ai commercianti con gigantografie dei singoli negozianti esposte in prossimità dei cantieri che chiuderanno la visuale alle attività: un progetto che ha destato non poche perplessità tanto che da parte della categoria sarebbero stati preferibili aiuti economici, che non arriveranno.

"Ci viene un dubbio - aggiunge Vincenzo Donvito, presidente Aduc - che talvolta il fine non sia né nobile né altro, e che qualcuno venga ammazzato grazie ad una burocrazia distratta, sciatta e svogliata. Almeno speriamo che sia così, e lo auspichiamo per il gestore di un negozio di alimentari e tavola calda di via Cavour, nel tratto tra piazza san Marco e piazza Libertà, accanto alle Poste, dove il marciapiede è talmente stretto che non consente neanche il passaggio di due persone"

"Si tratta di un cantiere - con concessione in regola - per la sosta dei mezzi che servono come supporto per la costruzione di tre appartamenti dall'altra parte della strada, all'interno di un giardino di un palazzo. Quindi: il bene pubblico non c'entra, ma “solo” il diritto del privato. E va bene"Accanto a questo negozio, senza necessariamente oscurarlo, ci sarebbe ampio spazio per il cantiere: "Noi crediamo che ciò sia accaduto perché all'ufficio del Comune non hanno preso in considerazione un sopralluogo per capire dove davano questa concessione: hanno solo verificato che c'era parcheggio e basta e non, per esempio, che questo negozio paga anche le imposte comunali per l'insegna che deve essere vista da chi transita per strada, altrimenti che senso ha?".

Pensare che il web fornisce strumenti interessanti, senza dover scomodare pattuglie od osservatori, come ad esempio la possibilità di visitare la città a distanza attraverso la mappatura fotografica di Google, per non parlare delle telecamere sparse sul territorio. Vogliamo provare? Digitiamo "Via Cavour 93/r, Firenze Street View" ed appare l'attività commerciale, guarda il caso.Episodio sintomatico secondo Aduc della "considerazione che l'amministrazione fiorentina ha del tessuto commerciale.

In assoluto e non solo quando ci sono i lavori per il bene pubblico. Chiediamo all'assessore competente di intervenire per ristabilire una situazione di pacifica convivenza tra tutti, e smentire il titolo che sul nostro sito abbiamo dato a questo appello: come ammazzare un'attività commerciale".

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