Ha come oggetto il Nodo ferroviario fiorentino e la sicurezza della Tratta AV/AC Bologna-Firenze, la lettera che Idra ha inviato a Luigi Ferraris, dal 3 giugno nuovo amministratore delegato del Gruppo Ferrovie, dopo aver appreso del contatto telefonico col sindaco del capoluogo toscano.
Così scrive l’associazione storicamente avversa al progetto di doppio sottoattraversamento della città Unesco: “A riprova palmare del grado di attendibilità del Sindaco in materia di infrastrutturazione ferroviaria della città, e del grado di linearità delle ricette proposte dall’Amministrazione comunale, Le suggeriamo di ascoltare questa esternazione sul tema del progetto di stazione Foster per l’Alta Velocità”.
E riporta le parole dello stesso sindaco che oggi preme per il riavvio dei cantieri, peraltro mai partiti per lo scavo di nessuno dei due tunnel, scandite in un incontro pubblico presso un circolo ARCI il 29 giugno 2016. In quell’occasione, Dario Nardella ha sostenuto, letteralmente:
“Questo progetto di Alta Velocità, che Ferrovie dello Stato ha voluto fare in tutti i modi, oggi ancor più di ieri e, voglio dire, sempre di più, appare inspiegabile. (…) E' un grande spreco di denaro pubblico. Perché stiamo parlando di un miliardo e mezzo di euro, un miliardo e mezzo di euro, per risparmiare due minuti. (…) Non si distrugge Santa Maria Novella, sarebbe un delitto. (…) Questa stazione nuova, la Stazione Foster, è destinata a ospitare i treni Alta Velocità.
Questo svuota Santa Maria Novella. (…) Sapete quanta gente sale e scende da Santa Maria Novella ogni anno a Firenze? Provate a dire una cifra. Trentasei milioni di persone! Trentasei milioni di persone, cioè praticamente dieci volte Parigi, sale e scende dalla stazione Santa Maria Novella di Firenze. (…) Molti sono cittadini, lavoratori, molti sono anche turisti, perché la fortuna e la bellezza di alcune stazioni italiane - penso a Roma, Firenze, Venezia - è che arrivano dentro i centri storici delle città, ed è una cosa grandiosa.
Grandiosa, perché va nel senso proprio della eliminazione del mezzo privato e soprattutto valorizzazione dei centri storici. Immaginate, no? Se noi eliminiamo queste stazioni, questi porti di approdo nei cuori delle città, ma come possiamo fare un discorso di riqualificazione dei centri, di ripopolamento dei centri cittadini? Diventa contraddittorio, e quindi altera le scelte urbanistiche fatte in questa città da molti anni. (…) Le nuove tecnologie oggi, con il controllo digitale dei sistemi di trasporto, consentono di gestire treni di Alta Velocità a tre minuti l'uno dall'altro.
(…) Viene meno quindi anche l’elemento strategico dell'Alta Velocità (…) È un progetto nato male e che sta andando ancora peggio”.
E’ forse cambiato qualcosa, nella geografia della città o nella progressione dei cantieri, dal 2016 a oggi?, si chiede l’associazione. E osserva: “Si è solo fatta diligente manutenzione dello spreco, dell’ingombro, dell’inconcludenza”.
Ecco perché Idra ci riprova anche con l’ultimo vertice di Ferrovie: “Ci sarà gradito, in occasione della Sua prossima visita in programma nel capoluogo toscano, poter discutere con Lei delle condizioni di sicurezza della Tratta appenninica, della scandalosa condizione del progetto per il Nodo e della sua estenuante cantierizzazione, di cui Le toccherà gestire la non invidiabile eredità. Vorremmo in proposito offrire un contributo costruttivo al superamento rapido e definitivo di un blocco più che ventennale alla vita della città e alla razionalizzazione dell’assetto della mobilità locale, regionale e nazionale: uno stallo mostratosi funzionale purtroppo solo, a quanto pare, alla dilapidazione di risorse, che si tratti direttamente di denaro pubblico o di risorse comunque investibili in pubblica utilità”.