Missione compiuta, Viola ai gironi di Conference

La doppietta di Nico Gonzalez risolve una partita tutta all'attacco. Domani il sorteggio e la chiusura del mercato

Paolo
Paolo Pellegrini
31 agosto 2023 22:55
Missione compiuta, Viola ai gironi di Conference
Fotografie di Fabio Vanzi

Missione compiuta. Due a zero doveva essere, due a zero è stato. Doppietta firmata da un gigantesco, strepitoso Nico Gonzalez: che si è preso la briga di tirare avanti la baracca con guizzi, accelerate e qualche palla persa male; che si è visto sprecare al limite dell’incredibile una palla d’oro messa sul piatto di Nzola, ancora una volta indietro anni luce di condizione (ma Italiano lo sa, e magari gli dà minuti per questo); che ha fallito lui stesso una palla assai ghiotta da dentro l’area, appoggiata piano sul portiere. Ma che ha azzannato di rapina una pallina da flipper carambolata tra difensore e portiere, e poi con calma glaciale a 3 minuti dal 90’ ha messo dentro il rigore-rasoiata del raddoppio.

Missione compiuta, e avanzando ai gironi di Conference – domani alle 14 il sorteggio ci dice chi sono le avversarie, e quando ci sarà da divertirsi sognando trasferte simpatiche scontata la squalifica di un turno per la tifoseria – la Fiorentina mette il primo importante mattone di una stagione a cui ancora oggi l’ultima giornata di mercato dovrà dare qualche bel puntello: i ben informati profetizzano due-tre affari per le mani di degli uomini-mercato, lo stesso Commisso a fine partita ha lasciato intendere roba con quel sibillino “stasera non posso parlare, vedrete domani”, insinuato a favore di telecamere.

Fotografie di Fabio Vanzi

Approfondimenti

Perché, servito il giusto incenso all’immenso Nico (sì, se li tenga i suoi milioni il Brentford, o chiunque altro), anche il match contro il Rapid qualche ombra ha continuato a mostrarla. Non è stato facile venire a capo della qualificazione, ma del resto è nelle corse di questa Fiorentina che di facile fin qui – Genova a parte – da inizio stagione si è fatta vivere poco. E contro il Rapid pareva messa così. Per disdetta, talvolta, per imprecisione e amnesia talaltra, anche se – questo va riconosciuto – costantemente all’arrembaggio. Laddove tuttavia, giusto in virtù di precarietà e imprecisioni o eccessive sufficienze, l’arrembaggio ha rischiato di capovolgersi in pericolo, in rischio, in sofferenza.

Si sconta la cronica difficoltà – poca cattiveria? – nei sedici metri finali, tanto che i gol sono venuti appunto in situazioni rocambolesche o comunque particolari, mentre il match poteva essere chiuso anche prima. Se solo...

Già, perché il taccuino del cronista è ricchissimo, a indicare il carattere di assedio che scrive il copione della partita: Fiorentina in avanti, Rapid velenoso nelle ripartenze perché più… rapido, ahinoi forzato gioco di parole, anche se magari coadiuvato da certi consueti atteggiamenti di casa viola, con incomprensibili concessioni al pasticcio o alla distrazione sull’avversario. Il taccuino è ricchissimo, ma soprattutto di buoni propositi. E si sa, suggerisce la saggezza popolare che di buoni propositi è lastricato l’inferno, e all’inferno si è temuto che la Viola potesse essere dannata già dopo 6’ quando Mayulu, degno sostituto della star Burgstaller, ha centrato la traversa di Terracciano da non troppi passi con la difesa in bambola, e dopo altri 8’ con il mobilissimo Grüll che mette alto di poco ma si vede che è sofferto assai perché Dodo di propone bene in avanti ma dietro lascia un tantino a desiderare, però migliorerà con i minuti.

E comunque l’assedio cresce di veemenza, ma non produce, anche perché Nzola

E nei primi 10’ della ripresa è comunque ancora due volte Mayulu a far venire i brividi. La viola attacca, attacca, ma il pallone non vuole entrare, il geometra Arthur intanto boccheggia sempre di più, e se si fredda il metronomo i tempi di gioco non si accendono. Poi arriva il gol, ci mette tanto del suo Kouamé che sarà pasticcione e nemico dei fondamentali ma quanto a generosità lo battono pochi, recupera e dà a Biraghi che appoggia a centro area, carambola tra Hedl e Auer, Nico è lì. E il Franchi esplode, ed è stato davvero il tredicesimo in campo. Cambi, escono il geometra sfinito pere Duncan che si destreggia bene e Nzola per Beltran, arrembante come al solito, poi toccherà a Kouamé lasciare il posto a un buon Sottil, intanto Bonaventura centra in pieno la traversa e Duncan si vede respingere di pugno una botta centrale.

Scorrono i minuti, spettro dei supplementari sempre più incombente, Italiano sorprende tutti buttando in mischia Kokorin per Bonaventura mentre Parisi avvicenda Biraghi. Un minuto dopo, mentre il Franchi spinge assordante, Sattiberger intercetta nettamente con un braccio un pallone in area. Rigore, l’arbitro – fin lì in verità anche discutibile – non esita. Dischetto. Nico, Portiere da una parte, palla dall’altra. Resta il recupero, che ovviamente pare infinito. Però finisce, e il Franchi esplode ancora. Sì, parola – doppia – al primo settembre.

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