Mancata apertura agli Uffizi: serve un piano di assunzioni

Fp Cgil Firenze: "Urgono addetti". UilPA: “La politica sa da anni della mancanza di personale"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 novembre 2022 23:04
Mancata apertura agli Uffizi:  serve un piano di assunzioni

Firenze, 3-11-2022- "Non più tardi di 7 mesi fa avevamo denunciato con numeri alla mano la situazione drammatica in cui versano gli istituti della cultura nella nostra città -interviene Mirella Dato della Fp Cgil di Firenze- Oggi assistiamo all’ennesima polemica sulla mancata apertura delle gallerie degli Uffizi lo scorso 31 ottobre. Ma qualcuno i numeri degli addetti li ha davvero visti?

Nello scorso marzo, dicevamo, i numeri erano i seguenti: le gallerie degli Uffizi registravano una riduzione degli addetti pari allo -17% (meno di 66 addetti, passando da 381 a 315). I numeri proprio perché tali non possono e non debbono essere interpretati, i numeri dicono che senza addetti non è più possibile garantire tutte le aperture che il museo garantisce quasi 365 giorni all’anno. Questi numeri nascondono la perdita di professionalità nella gestione diretta dei beni culturali, e il crescente ricorso al lavoro precario non garantisce più la ‘stampella’ alla quale il Mic si è appoggiato per troppo tempo in questi anni.

Serve un piano di assunzioni straordinario che dia risposte in termini strutturali a supporto dell’offerta di fruizione del nostro patrimonio culturale, e che recuperi i posti di lavoro persi negli anni".

Approfondimenti

"Riteniamo francamente strumentale e fine a se stessa la polemica che si è innescata sulla non apertura degli Uffizi lo scorso lunedì 31 ottobre. Come sempre la politica dimentica o fa finta di non ricordare il grido di allarme che da molti anni ormai lanciamo come UILPA sulla situazione disastrosa del Ministero della Cultura ed in particolare sulle difficoltà a mantenere gli attuali livelli di apertura di musei come Uffizi, Accademia e in generale garantire un’apertura degna di tutti gli altri musei, le aree archeologiche senza dimenticare gli archivi e le biblioteche -afferma Massimo Schembri, Segretario Generale UilPA Toscana- Forse il Ministro Sangiuliano dovrebbe sapere che un museo non è un semplice ufficio dove basta aprire una porta per fare entrare il pubblico.

Molteplici sono gli aspetti legati alla sicurezza delle cose e delle persone soprattutto e tutto questo è legato strettamente al personale che ne garantisce l’accoglienza, la vigilanza e la fruizione stessa di un museo. Il personale del ministero della cultura è al di sotto del 50% dell’organico previsto. E’ solo il caso di ricordare come recentemente il Ministro uscente Franceschini, a fronte di un aumento considerevole degli spazi museali della Galleria degli Uffizi anziché potenziarne la dotazione organica aveva provveduto a ridurre il numero già carente del personale della vigilanza.

Le recenti assunzioni rappresentano quindi solo una piccolissima boccata di ossigeno.

Nonostante ciò negli ultimi anni grazie anche ad aperture straordinarie rese possibili dall’utilizzo dei fondi derivanti dall’autonomia gestionale dei musei, attraverso accordi locali abbiamo garantito la massima apertura nei periodi con maggiore e prevedibile flusso turistico. Tuttavia anche qui bisognerebbe ricordare che è proprio una norma voluta dal MEF che impedisce di fatto al personale del Ministero di poter superare il 15% dello stipendio tabellare lordo annuo (ben poca cosa visto le retribuzioni) con la conseguenza che già a fine settembre tutto il personale ha già raggiunto la soglia massima.

Il Ministro della Cultura faccia sentire la propria voce all’interno del Consiglio dei Ministri e acceleri entro Dicembre l’assunzione di tutti gli idonei del recente concorso del personale di vigilanza; si attivi per sbloccare tutti i concorsi che riguardano le professionalità tecnico scientifiche ed il personale amministrativo che ancora attendono la pubblicazione dei bandi. Si faccia promotore di una norma che consenta la stabilizzazione del personale ALES all’interno dei ruoli del Ministero consentendo di fatto un risparmio del 40% sui conti dello Stato".

"Sangiuliano ha sollevato giustamente il problema degli Uffizi: Il destinatario non è un singolo Direttore, ma la politica fallimentare dei Governi precedenti. Manca il personale ma manca anche l’attitudine al lavoro nei festivi e i relativi contratti adeguati. Serve una vera discontinuità con i Governi precedenti."Lo dichiara il senatore di Fratelli d'Italia Paolo Marcheschi.

"Ha fatto bene il neo Ministro Sangiuliano a sollevare il problema - osserva Marcheschi - che però è un tema drammaticamente vecchio e mai risolto dai Governi precedenti. La carenza del personale, fra l’altro denunciata più volte dai Direttori dei più grandi Musei Italiani compreso Schmidt. Mi auguro che questo intervento del Ministro serva finalmente a creare quella discontinuità necessaria a far affrontare la fruibilità del nostro patrimonio museale ed artistico in modo più elastico, adeguato ad un servizio più moderno per la comunità e attento alla domanda del mercato".

"In questo contesto - sottolinea Marcheschi - poi si inserisce la necessità di una riforma o di un adeguamento gestionale. Ci sono tanti lavori che si svolgono, anzi hanno i migliori incassi, nei giorni di festa. Credo che chi lavora nei Musei (sia pubblico che in cooperazione con i privati) dovrebbe avere questo tipo di mentalità e di inquadramento. Non è pensabile che si parli ancora di ‘aperture straordinarie’ se si prevedono aperture in alcuni giorni festivi, di ponte o magari per l’estensione di orari più lunghi rispetto agli attuali.

Ritengo giusto rendere fruibile il diritto alla cultura anche a chi può usufruirne solo nei giorni festivi e allungare gli orari di fruizione almeno fino alle 22. E’ chiaro che i Direttori dei Musei (penso anche all’Accademia ma anche ad altri importanti musei Italiani) potrebbero evitare di programmare i giorni di chiusura e pulizia in giorni ad alta affluenza turistica, ma a loro devono essere dati strumenti adeguati alla forte domanda. Inutile sottolineare quanto il nostro Patrimonio artistico sia funzionale al Pil dello Stato, delle Regioni, delle Città, ed anche del commercio.

In una domanda sempre più ampia grazie anche la fruibilità intergenerazionale mediante il mondo digitale, la gestione degli spazi d’arte diventa una sfida essenziale per chi ha, come noi, il petrolio.

"Serve quindi un salto di qualità - conclude Marcheschi - un cambio di mentalità e in questa ottica leggo l’intervento del Ministro Sangiuliano. Che avrà da affrontare con pazienza e determinazione i tanti problemi irrisolti. Nel salto di mentalità mi auguro che si possa superare l’assurda gestione di Enti diversi che impedisce ai visitatori di godersi ad esempio a Firenze un percorso Mediceo che in poche decine di metri viene gestito con giorni ed orari di apertura differenti.

(Basilica di San Lorenzo e biblioteca Laurenziana – Gestione Diocesi, Cappelle Medicee Ministero, Palazzo Medici Riccardi -gestione città Metropolitana). Nardella invece di attaccare Schmidt pensi ai suoi Musei Comunali che non riescono a inserirsi nell’enorme domanda culturale che ha Firenze. Guardi a come ha reso inaccessibile il Museo di Piazza San Marco o come consente agli abusivi di bivaccare davanti alle entrate dei Musei".

Notizie correlate
In evidenza