Lupi di Toscana: la citazione nel film di Gassman e Tognazzi

In nome del popolo italiano, attualissimo film girato nel 1971 da Dino Risi con Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman

Antonio
Antonio Lenoci
05 dicembre 2017 15:55
Lupi di Toscana: la citazione nel film di Gassman e Tognazzi

 In un film del 1971 all'interno della Caserma G. Baldi il magistrato Bonifazi interroga l'imprenditore Santonocito, alle loro spalle, sulla parete, compare un testo "Il nemico sbigottito ne chiamò Lupi gli invincibili fanti" attribuito a Gabriele D'Annunzio che però avrebbe usato il termine "implacabili" anziché invincibili. La Caserma G. Baldi, come riporta il Davinotti esperto di location cinematografiche, non è un presidio militare ma un mero allestimento degli studi di registrazione DEAR in Via Ettore Romagnoli a Roma, oggi Studi Rai Nomentano, qui nella finzione scenica vengono provvisoriamente trasferiti gli uffici del Tribunale in cui opera il giudice Bonifazi, la struttura pubblica diventa inagibile a causa di un crollo dovuto a scarsa manutenzione. Si tratta di una iscrizione già presente all'interno della struttura oppure è stata realizzata per 'arredare' la finta Caserma, e perché si fa riferimento ai Lupi? Questa la domanda di chi ci ha sottoposto il quesito, che rilanciamo ai nostri lettori.

Spesso abbiamo scritto dei Lupi di Toscana, raccontando le vicissitudini legate alla storica Caserma Gonzaga tra Scandicci e Firenze e raccontato del trasferimento dei cimeli del Corpo a Firenze Sud lungo la via Aretina presso la Divisione Friuli dove poche settimane fa si è tenuto il XXII raduno dei Lupi. Ancora oggi cercando in rete "Lupi di Toscana" Google risponde "Firenze" ed è a Firenze, in piazza San Pancrazio che ha sede l'Associazione Lupi di Toscana.

In nome del popolo italiano è un film del 1971 che sembra girato ai giorni nostri. Perché "siamo tornati indietro" come sostiene qualcuno oppure perché siamo rimasti fermi alle stesse situazioni grottesche che vedono protagonista una scena politica ed una società ricche di sfaccettature tipiche di un popolo italiano raccontato da Totò, da Sordi e Manfredi in tempi non sospetti. 

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