Come sta l'Azienda Ospedaliera di Careggi?

L'inchiesta di Nove da Firenze sull'ospedale ad alta specializzazione di Firenze, la sua organizzazione, le strutture e i servizi sanitari disponibili

Nicola
Nicola Novelli
22 giugno 2015 00:05
Come sta l'Azienda Ospedaliera di Careggi?

Tra i principali argomenti sul tavolo della nuova Giunta Regionale, appena assumerà i poteri, ci sarà di sicuro la legge di riforma rimasta inapprovata dal decaduto Consiglio Regionale. Il progetto del riconfermato Presidente Enrico Rossi è di semplificare la struttura attuale delle Asl per dare vita, in ogni area vasta solo a due aziende, una ospedaliera universitaria e una sanitaria. Centrale il ruolo dei dipartimenti per la programmazione e del direttore stesso, che dovrà stabilire anche l'uso delle strutture (ad esempio le sale operatorie) e delle tecnologie (ad esempio la robotica). Ma secondo le opposizioni, pronte a dare battaglia in Consiglio, con la riforma le Asl avranno anche bilanci formalmente accettabili, ma i cittadini rischiano di perdere servizi, in una regione già colpita dai precedenti buchi della Asl di Massa e consorelle.

Alla vigilia di tutto, nuovo Consiglio, nuova Giunta e imminente riforma, Nove da Firenze intende andare a dare un'occhiata alla Sanità toscana, partendo dalla struttura più grande, la città ospedaliera di Careggi. Del grande ospedale universitario fiorentino, nel corso dei prossimi giorni racconteremo l'assetto attuale, i problemi logistici visibili a tutti, le disfunzioni di una architettura organizzativa che mostra gli anni. Per poi passare all'organizzazione dei reparti, da quelli all'avanguardia a i meno fortunati.

Come si innesta il ruolo di questa grande struttura di 3° livello nella riforma alla luce di scelte apparentemente incoerenti di chiusura, o sopravvivenza di piccoli ospedali di periferia? Approfondiremo il tema con dovizia di esempi. E che ne sarà degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari? A questi interrogati cercheremo di dare una risposta, spiegando anche come la Regione ha sinora scelto le centinaia di dirigenti e primari che governano questa enorme macchina ospedaliero-sanitaria, che impegna una bella fetta del bilancio regionale.

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