Locali versus ospiti: Peppe Voltarelli nella palestra del carcere

Ieri sera concerto speciale alla Casa circondariale della Dogaia a Prato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 dicembre 2014 19:27
Locali versus ospiti: Peppe Voltarelli nella palestra del carcere

Il concerto che Peppe Voltarelli ha tenuto ieri, 12 dicembre, nella Casa Circondariale maschile La Dogaia di Prato Prato, si è svolto nella palestra del carcere: due canestri alle estremità della stanza, e il palco nel mezzo. E proprio sopra la testa di Beppe che suonava, c'era questo cartello, 'schermato' da una griglia, con su scritto, locali, e ospiti. E pareva messo lì a posta, come simbolo di questa serata 'dietro le sbarre', e dell'esperimento di mischiare 'in campo' gli ospiti (noi spettatori, e Beppe) e i locali (i detenuti). Anche se c'erano forse più locali (nel senso geografico, fiorentini, o pratesi) fra gli spettatori (e Beppe stesso è un calabrese 'adottato' da Firenze) che fra i detenuti presenti, attori della compagnia teatrale del carcere, guidata da Teatro Metropopolare, organizzatore dell'evento assieme all'Assessorato alla cultura del comune di Prato.

"Ma voi siete tutti di Prato?" chiedeva incuriosito ragazzo albanese; c'era anche un detenuto statunitense, un signore alto, con la coppola, lo sguardo distinto. "Questa è per i detenuti stranieri: tunisini, pachistani, calabresi - ride Voltarelli,- cinesi, albanesi: quando sono all'estero e il pubblico si chiede chi io sia, è così che io mi riappacifico con loro e con me" E poi intona "Volare".

Dopo un primo concerto pomeridiano riservato solo ai detenuti (una sessantina, tirati a sorte sui circa 600 ospitati dal carcere), Beppe era particolarmente emozionato, "mi sentivo come a dover gestire due pubblici diversi, chi mi conosce già bene e chi magari non sa neanche chi sono". e anche un po' stanco, confessa, appena tornato da una tournée in Cile, dove, racconta, "ho fatto un concerto in una palestra come questa, solo che c'erano trentatré gradi e eravamo in una scuola". Nella palestra del carcere invece si gelava, ma l'energia di Peppe (la stanchezza cancellata dalla grinta) ha scaldato l'ambiente, portandoci in viaggio, con le sue canzoni e con i suoi aneddoti: non solo in Cile, ma anche sull'autobus da Prato a Firenze ("dove ho appena fatto quest'esperienza incredibile di sentirmi tutta la conversazione di una signora che ha iniziato a sbraitare al cellulare a Santa Maria Novella e ha smesso alla stazione di Prato…in rumeno!"), e a spasso per le regioni dell'Italia del Sud, e i loro dialetti, specialmente nell'amato 'folclore arcaico calabrese'.

Approfondimenti

"A tutti i navigatori del carcere di Prato, a tutti gli avventurieri della Dogaia, questa è per voi: ' u mare ti stringe e ti porta lontano, chiss' è la vite du' marinai, chiss' è lu core di marinai, chiss' è lu sangue di marinai…".

Testo di Carolina Mancini

Foto di Monica Caleffi

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