Livorno, 7 agosto 2024 – È stato presentato questa mattina, mercoledì 7 agosto, nella sala conferenze della Biblioteca Labronica di Villa Fabbricotti a Livorno il volume “L’edizione livornese dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert” di Gabriele Benucci (Edizioni Erasmo – Livorno). All’incontro erano presenti il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Livorno Luca Salvetti, l’assessore alla cultura Simone Lenzi e l’autore del libro.
“Ho accettato di essere presente perché questo libro offre un contributo prezioso alla conoscenza di un periodo in cui Livorno fu protagonista in Europa. Il testo ripercorre la storia della celebre edizione livornese dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, l’opera francese che ebbe la sua terza edizione proprio a Livorno, dopo la pubblicazione d’esordio a Parigi e una ristampa a Lucca, ormai oltre due secoli e mezzo fa. Sia l’edizione lucchese che quella livornese, rispetto alla versione parigina, presentano delle note additive e correttive, ma l’edizione livornese, che fu anche la prima edita nel Granducato di Toscana in quanto Lucca all’epoca era uno Stato autonomo, presenta alcune novità che solo in una città qual era la Livorno del Settecento potevano essere inserite.
La scelta di dare alle stampe in questa città la terza edizione dell’Encyclopédie non fu casuale. Il suo fautore, Aubert, vide nel contesto politico-sociale livornese il più adeguato. L’edizione livornese rappresentò un’impresa di enorme importanza culturale ed imprenditoriale. In una città cosmopolita e liberale come Livorno, caratterizzata dallo status di porto franco che ne accentuava la vivacità economica e sociale, in un ambiente ideale per le imprese editoriali, vide la luce un’edizione enciclopedica che se da una parte dovette sfidare la messa all’Indice della Chiesa cattolica, dall’altra ebbe il sostegno del granduca Pietro Leopoldo, il principe filosofo, che fece in modo che la caparbietà e il fiuto di Aubert potessero garantire la pubblicazione e la diffusione di quello che ancora oggi è considerato il maggiore veicolo di propagazione delle idee illuministiche di libertà ed uguaglianza” ha affermato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, intervenendo alla presentazione del libro.
L’autore del libro, Gabriele Benucci, ha evidenziato che “questa edizione mette in luce come la Toscana sia stata lo Stato italiano più aperto alle idee provenienti da Oltralpe” e che alla base della pubblicazione a Livorno dell’Encyclopédie vi furono “motivazioni culturali ed economiche, personaggi, sfide ed ostacoli, che la differenziarono nel rapporto con le precedenti edizioni parigina e lucchese”. Benucci ha anche ricordato che “tutto ciò fu possibile in quanto la particolare situazione politica del Granducato guidato da Pietro Leopoldo lo consentì”.
L’edizione livornese dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert rappresenta tutt’ora la più importante impresa editoriale mai realizzata nella nostra città per il valore storico-culturale e imprenditoriale che essa ancora ricopre a distanza di oltre 250 anni dalla diffusione del primo volume. Realizzata tra il 1770 e il 1778, è l’ultima delle tre edizioni in folio (il formato di stampa di maggiori dimensioni) dopo quella di Parigi (1751 – 1772) e di Lucca (1758 – 1776).
A metà Settecento e per tutta la seconda parte del secolo, Livorno è sicuramente uno dei porti più importanti del Mediterraneo ed una città caratterizzata da cosmopolitismo, liberismo e grande vivacità economica: un ambiente ideale per la terza edizione dell’Encyclopédie e per l’editoria in generale. È in tale contesto che prende vita questa terza e ultima edizione in folio, la cui storia editoriale viene ripercorsa in un volume che mette in luce le motivazioni culturali ed economiche, i personaggi, le sfide e gli ostacoli che la caratterizzarono nel rapporto e nel confronto con le due precedenti edizioni parigina e lucchese.
In virtù dello status di Porto franco e del governo illuminato di Pietro Leopoldo, Livorno acquisì una funzione fondamentale: quella di veicolare la penetrazione delle nuove idee, in particolare dall’Inghilterra prima e dalla Francia poi. Soprattutto a partire dagli inizi degli anni Sessanta del XVIII secolo, l’attività editoriale cominciò ad avere in città uno sviluppo consistente e le stamperie arrivarono a produrre opere la cui qualità eguagliò, se non addirittura superò, quella delle più reputate officine tipografiche di altre città della Penisola, facendo di Livorno uno dei centri più attivi della produzione e del commercio librario.
Anche l’edizione enciclopedica livornese dovette sfidare la messa all’Indice da parte della Chiesa di Roma, ma ebbe dalla sua parte il Granduca Pietro Leopoldo, il “principe filosofo”. E però, niente sarebbe stato possibile senza la caparbietà, il fiuto per gli affari in campo editoriale e l’amore per la conoscenza e le idee provenienti d’oltralpe di Giuseppe Aubert, lo “stampatore letterato” che fu ideatore e principale artefice dell’edizione di Livorno. L’opera di questa originale figura di stampatore-letterato, uno dei più intelligenti ed abili imprenditori dell’editoria italiana del Settecento, si delinea in tutti i suoi aspetti attraverso l’importante corrispondenza che egli intrattenne con il gruppo del Caffè, con Cesare Beccaria e con i fratelli Alessandro e Pietro Verri, come dimostra la più che ventennale corrispondenza con quest’ultimo per discutere di tutti i maggiori temi dell’Europa delle lumières.