L'inflazione impenna e fa crollare il potere d'acquisto

Si “mangia” 3.500 euro a famiglia e la capacità di spendere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 ottobre 2022 14:10
L'inflazione impenna e fa crollare il potere d'acquisto

Istat comunica una stima di crescita dello 0,3% rispetto al mese precedente, arrivando a 8,9% su base annua. Con il “carrello della spesa” a +10,9%. Dati che ci riportano a numeri di agosto 83 del secolo scorso (+11%). Senza sorprese visto il clima nazionale, europeo e mondiale e che gli aumenti non siano dovuti ai prezzi energetici (grossomodo sotto il controllo dello Stato e dell’Ue) ma alle conseguenze di questi prezzi, soprattutto sui prodotti alimentari, ricreativi, culturali e cura della persona. Siamo solo agli inizi, anche perché i prezzi energetici (in calo rispetto al mese precedente ma a +44,5% su base annua) non è detto che debbano stabilizzarsi su questi livelli.

Non rallenta la corsa dell’inflazione in Toscana con il carrello della spesa che costerà il 12,2% in più a settembre, un incremento di ben 11,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo di un anno fa quando era allo 0,7%. La crescita dei prezzi dei generi alimentari inciderà pesantemente sul portafoglio delle famiglie toscane che dovranno spendere 650 euro in più per imbandire la tavola durante l’anno a causa dell’esplosivo impatto dei costi energetici sulla filiera agroalimentare. E’ quanto stima Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat sull’inflazione a settembre che conferma il costante andamento in salita dei prezzi dei generi alimentari. Pistoia è la provincia che fa segnare l’impennata più elevata (+ 13,7%) seguita da Arezzo (13,5%), Grosseto (12,9%) e Firenze (12,9%). La più bassa a Lucca (10,4%).

Secondo l’analisi Coldiretti Toscana in cima alla classifica dei rincari con un +60,5% ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori, mentre al secondo posto c’è il burro in crescita del 38,1% e al terzo la margarina (+26,5%). Seguono il riso con un +26,4%, spinto anche dal crollo della produzione nazionale a causa della siccità, e il latte uht (+24,5%), davanti a farina (+24,2%) e pasta (+21,6%) mentre nelle campagne il prezzo del grano non copre i costi di produzione degli agricoltori. I vegetali freschi – continua la Coldiretti Toscana - aumentano del 16,7% e la frutta del 7,9% con effetti negativi sui consumi

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A causa dei rincari più di un toscano su due (51%) taglia la spesa nel carrello secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it dalla quale si evidenzia che un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.

Gli italiani – sottolinea Coldiretti Toscana – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – precisa Coldiretti Toscana – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa.

Ma a rischio alimentare ci sono soprattutto le fasce più povere costrette a chiedere aiuto per mangiare con i pacchi dono o nelle mense di carità, 5.740 nella sola città di Firenze secondo Caritas ed i minori, 24 mila quelli di età inferiore ai 15 anni in regione che hanno avuto addirittura bisogno di aiuto per bere il latte o mangiare a causa di situazioni di grave disagio familiare che favoriscono anche la dispersione scolastica. Una situazione che colpisce l’intera filiera agroalimentare ed in particolare il settore primario dove si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti.

Ma aumenti riguardano anche il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti. “Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana - Occorre inoltre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.”

L'inflazione fa letteralmente crollare il potere d'acquisto in provincia di Pisa. Il dato emerge dall'ultimo studio della CGIA di Mestre, che calcola un perdita netta di 650 milioni di euro per le famiglie della provincia di Pisa, con un impatto negativo di 3.513 euro per ogni nucleo familiare.

“Numeri drammatici, peraltro destinati a peggiorare di mese in mese, che hanno riflessi e ripercussioni inevitabili sui consumi, un altro boccone duro da digerire per le imprese e le famiglie in questo periodo più che drammatico” - l'amaro commento del direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli. “I consumi sono la benzina dell'economia, che purtroppo rischia di subire un nuovo arresto, con effetti inevitabili sulla tenuta delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi. Il caro energia, con l'arrivo di bollette insostenibili, rischia di far chiudere migliaia di imprese, gli imprenditori sono costretti a lavorare in condizioni anti-economiche e a brevissimo saranno costretti a scegliere se chiudere, stare aperti solo pochi giorni alla settimana, mantenere i posti di lavoro oppure licenziare. Nella sola provincia di Pisa sono a rischio chiusura 1.000 imprese e 3.000 licenziamenti”.

Intanto, secondo il Centro Studi di Confcommercio l'inflazione "vede" il traguardo del 10%, con la crescita dei prezzi che potrebbe non arrestarsi fino alla tarda primavera. La tendenza al ripiegamento dell’attività economica si sarebbe amplificata nel mese di ottobre per il quale si stima una riduzione del Pil dell’1,0%, mentre i consumi a settembre calano del -2%, con i picchi di elettrodomestici (-14,6%), auto (-6,2%), abbigliamento (-5,4%).

“In questo contesto difficilissimo è inevitabile che il clima di fiducia degli imprenditori del commercio al dettaglio registri una contrazione del -2,5% su agosto” - aggiunge e conclude il direttore di Confcommercio: “Congratulazioni ai presidenti di Camera e Senato appena eletti, ma adesso è urgente che si formi un governo e si lavori per sterilizzare le bollette prima che sia troppo tardi”.

“Per ora ci teniamo gli effetti e le pezze che il governo uscente è stato in grado di mettere interviene Vincenzo Donvito Maxia dell'Associazione Diritti Utenti e Consumatori- Qualche velleitario ha cominciato a chiedere ulteriori provvedimenti al governo che non c’è. Ma per poterlo fare con ragion d’essere, occorre aspettare la sua formazione.

Ché, visto quanto è accaduto in Senato per l’elezione del presidente grazie ai voti ignoti di alcuni oppositori e il non-voto di altri noti all’interno della stessa maggioranza, non si preannuncia un’armonia concentrata sui problemi del Paese piuttosto che sui propri per la sopravvivenza. Quindi: quali saranno le priorità del nuovo governo, a parte le promesse della campagna elettorale? Vedremo. A noi consumatori, oltre che aspettare e avere fiducia nelle capacità del nuovo governo, al momento non resta che arrangiarci, soprattutto mettendo da parte più risorse possibili, ché ora non è proprio il momento di spendere ma di far tesoro di quanto abbiamo accumulato”.

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