L’emigrazione intellettuale a 80 anni dalle leggi razziali

Convegno in Ateneo martedì 18 dicembre, sugli studenti e studiosi ebrei dell’Università di Firenze in fuga all’estero. Convegno a Lucca su Ettore Modigliani soprintendente dal primo Novecento alle leggi razziali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 dicembre 2018 22:41
L’emigrazione intellettuale a 80 anni dalle leggi razziali

Durante il fascismo e a seguito delle leggi razziali molti intellettuali lasciarono l’Italia, per cercare libertà e lavoro qualificato in altri paesi. Un fenomeno che è ancora poco conosciuto e valutato, soprattutto in riferimento ai più giovani, studenti e studiosi, che di fatto rappresentarono – nel quadro del tragico bilancio di questa pagina di storia –perdite effettive per il futuro del nostro paese. Il convegno internazionale, dal titolo “L’emigrazione intellettuale dell’Italia fascista”, presenta i risultati di recenti ricerche: promosso dall’Università di Firenze, con il contributo della Regione Toscana, nell’ambito del Bando “Memoria 2018”, si terrà martedì 18 dicembre (dalle ore 9 – Aula magna, piazza San Marco, 4 | dalle ore 14,30 -Dipartimento SAGAS, via San Gallo, 10 - Programma completo).

«La nostra ricerca – spiega la responsabile scientifica del convegno Patrizia Guarnieri – si è mossa proponendo nuovi interrogativi. Cosa avvenne dopo le espulsioni? La perdita di alcuni maestri e di molti giovani, le sostituzioni più rapide che adeguate provocarono fratture personali nella comunità accademica. E cosa fecero, dopo, gli studiosi espulsi? In particolare la nostra ricerca riguarda la scelta, forzata e sofferta, di chi lasciava l’Italia per ritrovare la libertà e per continuare il proprio lavoro all’estero. Anche qui si tratta di individuare nomi, cognomi, posizione accademica, disciplina e le loro storie».

Il convegno, che si svolge con il patrocinio della New York Public Library e della Comunità Ebraica di Firenze, si apre con i saluti del rettore dell’Ateneo fiorentino Luigi Dei, della vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni, della presidente della Comunità ebraica di Firenze Daniela Misul e del Console Generale degli Stati Uniti Benjamin V. Wohlauer. Sono quindi in programma contributi su “L’Università senza gli ebrei.

Il 1938 nelle lettere di Ernesto Rossi” (Alberto Cavaglion), su “Gli studenti ebrei stranieri espulsi dall’Università di Firenze: provenienze e percorsi di emigrazione” (Francesca Cavarocchi) , su “Due volte refugees: gli studiosi ebrei stranieri dell’ateneo di Firenze” (Anna Teicher), oltre all’approfondimento su “Vite ed esperienze di studio della fisica fiorentina durante e dopo il fascismo” (Simone Turchetti). Il convegno prosegue, nella sessione pomeridiana, con gli interventi di Stefano Luconi su “La frattura sull’antisemitismo: la contrapposizione tra intellettuali antifascisti e lavoratori italoamericani di fronte ai provvedimenti razziali del 1938”, Patrizia GuarnieriDisplaced scholars in cerca di libertà e lavoro in America”, Ruth NattermannRealtà cambiate.

Le donne Rosselli tra esilio e ritorno a Firenze” e di Edoardo Tortarolo “Studiosi tra due mondi prima e dopo il 1945. Percorsi di vita e di studio”. La giornata di studio si conclude con alcune significative testimonianze, come quelle di Guido Calabresi, professore emerito della Yale University, Sergio Della Pergola (Shlomo Argov professor emeritus, Hebrew University), Roberto De Philippis (Università di Firenze), Irene Jolles Bainbridge (Oxford University).

«L’impegno però è di non fermarsi all’occasione commemorativa – sottolinea Patrizia Guarnieri -. Per far emergere il sommerso di quell’emigrazione intellettuale tuttora non conosciuta nei numeri, nei percorsi e negli esiti accademici e professionali, si sta lavorando a una ricognizione su Intellettuali in fuga dall’Italia fascista (di prossima pubblicazione per Firenze University Press), che ha già il patrocinio della New York Public Library e che fornisce i percorsi biografici di mobilità, con un data base per ricerche sui dati raccolti”. 

«Una delle figure più rappresentative ed eminenti dell’Amministrazione delle arti in Italia»: così Carlo Ludovico Ragghianti definiva Ettore Modigliani (1873-1947), lo storico dell’arte, a lungo direttore della Pinacoteca di Brera, soprintendente alle Belle Arti tra i più importanti del Novecento, che fu una delle “vittime” degli sciagurati provvedimenti razziali del 1938. Alla sua vicenda umana e professionale, ricchissima e “dimenticata”, è dedicato il convegno “Fraternità artistica e solidarietà umana.

Ettore Modigliani soprintendente dal primo Novecento alle leggi razziali” organizzato dalla Scuola IMT Alti Studi Lucca, in programma martedì 18 dicembre a partire dalle ore 10 nell’auditorium Cappella Guinigi del Complesso di San Francesco. L’evento è curato dal professor Emanuele Pellegrini, docente di Storia dell’arte alla Scuola IMT, e fa parte del ciclo di iniziative “San Rossore 1938”, promosso in occasione degli ottanta anni dalle Leggi razziali dalla Regione Toscana, con l’adesione di Università di Pisa, Scuola IMT, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, Università degli Studi Firenze, Università e Università per Stranieri di Siena, Crui e Ucei. L'iniziativa, infatti, vuole essere un momento di approfondimento sulle conseguenze dei provvedimenti antisemiti in Italia, in particolare sull’amministrazione responsabile della tutela del patrimonio culturale del Paese.

Ettore Modigliani, funzionario irreprensibile per senso del dovere e di responsabilità, è scelto come emblema della follia di un provvedimento che ha portato, anche nell’amministrazione delle Belle Arti, all’ostracismo verso figure che avevano reso un servizio eccezionale allo Stato in tutta la loro carriera. La Scuola IMT ha voluto organizzare questo evento a Lucca, considerato che tra i primi e maggiori sostenitori della rilevanza del ruolo di Modigliani nel panorama culturale italiano ci fu Carlo Ludovico Ragghianti, che ne ha esaltato la rappresentatività e ne ha celebrato l'azione, in particolare per la restituzione delle opere d'arte dopo la Prima guerra mondiale.

Proprio a Carlo Ludovico Ragghianti, infatti, alla Scuola è intitolata la cattedra di Diritto amministrativo per la tutela del patrimonio culturale.

«Il convegno – spiega il professor Pellegrini – ci offre l’occasione per svolgere un lavoro archivistico e documentario finalizzato a ripercorrere e illustrare gli aspetti principali della biografia e dell’attività di Ettore Modigliani, con una serie di interventi di illustri studiosi che verteranno sulla sua formazione quale storico dell’arte, sul suo ruolo di sovrintendente a Brera (col suo impegno per il rinnovamento degli spazi e dei percorsi interni della Pinacoteca), ma anche sulla sua attività di recupero, dopo la Prima Guerra mondiale, di opere d’arte portate all’estero e ancora sulla mostra di arte italiana da lui organizzata a Londra (1930).

Arriveremo fino al suo periodo di “esilio” abruzzese, alla messa a margine seguita alle leggi razziali e al suo reintegro occorso anche grazie a Carlo Ludovico Ragghianti. L’idea è quella di offrire nuovo materiale su una figura sino a questo momento tutto sommato poco studiata e scarsamente conosciuta. Gli atti del convegno, infatti, faranno parte della pubblicazione, in programma per il 2019, delle Memorie di Modigliani, un documento straordinario e tuttora inedito».Il ricordo di questa personalità chiave nel panorama culturale nazionale è affidato a relatori di prestigio provenienti da istituzioni quali la Pinacoteca di Brera, l’Università di Udine e di Firenze, la Soprintendenza per i beni storici e artistici di Milano, il Polo Museale del Veneto, la stessa Scuola IMT Lucca e da ricercatori indipendenti.

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