'La rinascita della Toscana? Parte dalla cultura'

Giani presenta Toscana creativa 2030, il progetto che ridisegnerà il volto delle politiche culturali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 luglio 2022 17:54
'La rinascita della Toscana? Parte dalla cultura'

“A due anni e mezzo dallo scoppio della pandemia e in piena fase di ricostruzione e ripartenza, dico che la rinascita parte proprio dalla cultura. La cultura in questa fase post pandemica sarà protagonista e avrà un ruolo centrale anche nel Piano regionale di sviluppo che presenteremo a settembre”.

Queste le parole con cui il presidente Eugenio Giani è intervenuto in apertura di “Fai contare la Cultura. Toscana creativa 2030” il percorso partecipativo promosso dalla commissione Cultura del Consiglio regionale per individuare gli interventi normativi necessari per adeguare le leggi della Regione Toscana ai nuovi contesti della contemporaneità o valutare l’opportunità di formularne di nuovi.

Il progetto, che ridisegnerà il volto delle politiche culturali in Toscana, è stato presentato questo pomeriggio al Teatro della Compagnia di Firenze, dove oltre al presidente Giani, in collegamento, sono intervenuti la presidente della commissione Cultura del Consiglio regionale Cristina Giachi, la vicepresidente Luciana Bartolini e, sempre in collegamento video anche il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. Presenti le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil, il presidente di Fondazione Sistema Toscana, Iacopo Di Passio e il direttore di Irpet Nicola Sciclone.

“E’ dalla cultura che prende avvio la ripresa sia economica che sociale – ha proseguito Giani - E per cultura intendiamo industria culturale, welfare culturale e lavoro. Come è stato dimostrato e dichiarato, dati alla mano, anche dal ministro Dario Franceschini, con la cultura “si può mangiare”: la cultura deve e può essere non solo una leva di crescita civile, ma il motore di uno sviluppo economico sostenibile per costruire il futuro. Per questo, approfondire le regole che nel settore della cultura disciplinano lavoro, organizzazione e finanziamenti dei progetti in un confronto costante tra operatori, sindacati e istituzioni, è la chiave indispensabile per dare alla cultura proprio quella spinta che mette anche la Toscana, così come altre realtà, in grado di affrontare alcune delle sfide più importanti che abbiamo davanti".

"Tre - ha proseguito - sono gli aspetti che emergono da questo lavoro che presentiamo oggi e che oggi prende avvio: il riconoscimento strutturale dell’industria culturale nel tessuto economico sociale della Toscana. In secondo luogo la valorizzazione della creatività come elemento per una formazione professionale, attraverso la creazione di scuole che possano dare ai giovani la possibilità di vedere la cultura come un ambito su cui costruire il proprio percorso di vita e di lavoro. In terzo luogo il sostegno con investimenti da parte della Regione agli ambienti della cultura, attraverso la costruzione e la manutenzione di teatri, la valorizzazione di esperienze museali e gli interventi su spazi che possono diventare importanti luoghi culturali".

Se, come ha dimostrato un recente rapporto, per ogni euro investito in cultura in Italia ne ritornano in media due e mezzo, in Toscana con certezza possiamo affermare che questo è vero -ha concluso Giani - Cultura, creatività e bellezza e sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia della Toscana, dai quali discendono formazione, sviluppo, turismo e i beni culturali, tanti: un patrimonio diffuso senza il quale la nostra meravigliosa regione non sarebbe quella che è”.

“La cultura è un settore strategico di sviluppo e innovazione per la Regione – ha dichiarato Cristina Giachi – Siamo convinti che su produzione, distribuzione, investimento, collaborazione pubblico/privato, regole sul lavoro, organizzazione e finanziamento, sostegno pubblico, si gioca molta parte della visione diffusa della cultura come asset produttivo” sul tema del lavoro ha aggiunto “Sarà decisivo affrontare e approfondire nodi quali inquadramenti professionali carenti, precarietà, formazione e lo faremo insieme ai rappresentanti sindacali per condividere le soluzioni e le proposte migliori da mettere in campo, anche da un punto di vista normativo e nel perimetro delle nostre competenze”

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