La Fiorentina è una barchetta a remi, la corazzata Napoli l'affonda

Micidiale uno-due nel primo quarto d'ora, frutto di gravi errori. Campioni superiori ma Pioli non è esente da colpe

Paolo
Paolo Pellegrini
13 Settembre 2025 23:59
La Fiorentina è una barchetta a remi, la corazzata Napoli l'affonda
Foto Acf Fiorentina

Si fa presto, anzi prestissimo a commentare una partita così. Napoli straripante, assolutamente troppo forte, messo bene in campo, collaudato, composto di giocatori individualmente forti, tecnicamente, tatticamente, fisicamente, agonisticamente. Di fronte, Fiorentina piccola, dimessa, spaurita, una barchetta a remi in un mare in tempesta, incapace di organizzare alcunché, composta di giocatori – a quel che ha dato da vedere il campo – non forti tecnicamente, tatticamente, fisicamente, agonisticamente.

E per 75’ è così, finché Ranieri – fino allora non certo di presenza esaltante, ma come tutti – non tira fuori dal cilindro una rasoiata che gonfia la rete, e l’atteggiamento cambia. E poteva anche finire diversamente, il risultato, perché Kean ha mandato nella ex Fiesole tre o quattro randellate che potevano chiedere maggior precisione – però c’era voluto il miglior Di Lorenzo, verso la prima mezz’ora, per levargli dal piede con una scivolata-miracolo il pallone del possibile 1-2 – ma soprattutto Piccoli e poi Gosens si sono mangiati due gol fatti, il primo depositando addosso a Milenkovic Savic in uscita disperata, il secondo mettendo fuori una facile zuccata su angolo dello “sciatore” Nicolussi.

Sul quale spenderò parole dopo, per lui e altri.

Ma quindi, che rabbia. Certo, adesso voi verrete a dirmi che con due ceffoni del genere in appena un quarto d’ora saltano tutti gli schemi. Scusate, ho sentito bene? Schemi? Quali? Palloni visti sempre e solo passare e qualche piede messo in mezzo alla disperata per ricacciarli fuori, spesso nel deserto, gente che ti superava in velocità manco tu fossi fermo, e poi, alle solite: torelli e reticoli di passaggi all’indietro nella propria tre quarti, movimento a uno all’ora, non una palla filtrante in avanti e dico una ma piuttosto i soliti lancioni nel deserto (il Napoli, secondo i bene informati, dovrebbe esser fragile dietro, a me non è parso, oppure la verità è altra, e dolorosa), qualcosuccia qua e là ma insomma Milenkovic nel primo tempo il pallone l’ha toccato per qualche rimessa, mica altro.

Tutt’altra vita per il suo collega nell’altra porta, De Gea impegnato in tre o quattro miracoli dei suoi, benché sul cross del 3-0 invece di far saltare Sohm magari un portiere azzarda l’uscita eh ma lui questo nelle corde l’ha un po’ poco. Ora, a parte farsi due risate sulle scempiaggini dell’assistente Bindoni che si è inventato falli laterali e perfino calcioni sotto gli occhi che ha visto solo lui, da ridere c’era ben poco perché ogni volta che partiva Politano o Anguissa o De Bruyne o Spinazzola sulla fascia o Mc Tominay in combinazione con Hojlund – già, i nomi: avete capito come si fa a fare la differenza? – sembrava che dovesse suonare a morto, e ripeto, fortuna che qualche pezza il buon Davidone ce l’ha messa.

Allora, domandina velenosa. Siamo proprio sicuri che mister Pioli l’abbia azzeccata, la compagine iniziale? Io dico di no. Perché Dzeko titolare può essere un deterrente di stima, ma all’atto pratico il giovanottone, pur coscienzioso e sicuramente serio e impegnato, sciorina una serie di bischerate da bambino di otto anni, come una serie di stop a seguire di quattro metri con palla regolarmente regalata, e una volta che gli arriva un crossone per la sua elevazione colpisce di frontale alto e spedisce oltre il montante.

Insomma, da lui vorresti di più, ma lo penalizza l’anagrafe; e allora tanto vale utilizzarlo a partita in corso, per dare respiro e cambio di freschezza unita a sapienza. Così no. Ma poi, ma siamo sicuri che in certe situazioni la difesa a 3 sia l’idea migliore? (Non mi fate parlare delle sciocchezze di Comuzzo (dagliela!) e di Pongracic a causare e primi due gol, e di chi ha mollato tutto solo Anguissa ea tre metri dalla porta per porgere comodo il pallone del 3-0 a Beukema).

Il 4-1-4-1 del Napoli poteva essere replicato a specchio senza danneggiare nessuno, ma con Nicolussi che in regia sembra – almeno nei 30’ giocati – cavarsela meglio di Fagioli, e di Mandragora poi… Oltretutto sembra dotato di buon calcio, questo già si sapeva ma visto live la riprova si tocca.

O allora, perché non un 4-3-2-1 o 4-3-1-2 che dia spazio anche a Fazzini? Ecco un altro che quando è entrato ha fatto vedere voglia, carattere, attenzione e invenzione, il pallone sprecato malamente da Piccoli all’83’ era roba sua. Quindi, Pioli ha di che lavorare su queste attenzioni, posto che anche Lamptey, piccolo criceto di fascia, sembra non promettere male. Certo, senza illusioni eccessive: la frittata, disse uno qua un po’ di tempo fa, si fa con le uova che si hanno. E anche quest’anno il pollaio-mercato non sembra aver prodotto l’uovo d’oro, quello (quelle, uno non basta) che fanno la differenza vera. Ci sentiamo tra una settimana.

FIORENTINA (3-5-2): De Gea; Comuzzo (87' Lamptey), Pongracic (90' Viti), Ranieri; Dodo, Sohm (65' Fazzini), Fagioli (65' Nicolussi), Mandragora, Gosens; Dzeko (46' Piccoli), Kean. All. Pioli.

NAPOLI (4-1-4-1): Milinkovic-Savic; Di Lorenzo, Beukema, Buongiorno, Spinazzola (69' Olivera); Lobotka (90'Guilmor); Politano (69' Neres), Anguissa, De Bruyne (69' Elmas), McTominay; Hojlund (73' Lucca). All. Conte.

ARBITRO: Zufferli di Udine, assistenti Bindoni-Tegoni; quarto Collu; Var Aureliano-Meraviglia

MARCATORI: 6' rig. De Bruyne (N), 14' Hojlund (N), 51' Beukema (N), 79' Ranieri (F)

NOTE: ammoniti: Pioli; angoli 8-5 Fiorentina; spettatori 21.574

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