Si è svolta questa mattina la seduta della Commissione 7 (Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali), presieduta da Stefania Collesei, che ha visto l’approvazione di atti di indirizzo politico internazionale.
Al centro dei lavori, l'approvazione della risoluzione su Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei Territori Occupati palestinesi. L’atto licenziato oggi è frutto di un lavoro di sintesi e mediazione partendo dal testo originario proposto dal consigliere Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune). La versione finale, emendata e condivisa, si concentra sul riconoscimento e l'apprezzamento del rigoroso lavoro di documentazione e denuncia delle violazioni dei diritti umani svolto dalla Relatrice in un contesto difficilissimo.
Il testo esprime inoltre una ferma condanna per le sanzioni imposte dall'amministrazione Trump e formalizza l'invito ufficiale a presentare a Firenze il suo rapporto "Dall'economia dell'occupazione all'economia del genocidio". Nel documento, la relatrice analizza le responsabilità delle aziende private che sostengono, direttamente o indirettamente, l'esercito israeliano e l'occupazione dei territori palestinesi e come il sistema economico strutturato attorno all'occupazione si sia trasformato in un meccanismo che alimenta o facilita quello che la Relatrice definisce genocidio in corso.
Indaga le responsabilità che vanno oltre la sfera militare, svelando come imprese private e multinazionali supportino, direttamente o indirettamente, l'occupazione e le violazioni in atto, trasformando gli interessi economici in ingranaggi di quello che viene definito un genocidio in corso.
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“Il nostro no a un qualunque tipo di riconoscimento a Francesca Albanese era scontato. Non altrettanto il netto no della presidente Collesei alla nostra reiterata richiesta di audire, nell’ambito del dibattito sul conflitto israelo-palestinese, la controparte. Si invita in commissione un sindaco palestinese, si offrono riconoscimenti ad Albanese, che da anni ha scelto di portare avanti la causa palestinese denunciando in ogni modo Israele e chi ha rapporti con quello Stato, ma si toglie la parola alla controparte nel conflitto.
Avevamo proposto di audire rappresentanti della Comunità Ebraica e dell’associazione Italia-Israele, ma la presidente ha chiarito di non ‘essere sensibile’ a un confronto. Ci chiediamo allora, dal momento che la pace si fa in due, anzi, casomai la si fa in due con l’aiuto di altri soggetti (nel nostro piccolo, il Consiglio comunale), se questo è il modus operandi di Collesei, cioè di dare sempre e solo voce a una parte sola, cambiamo la denominazione della Commissione, chiamiamola più appropriatamente Commissione Guerra” dichiara il consigliere di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi.
“Al consigliere di Fratelli d’Italia Draghi, che mi accusa di essere contraria a dialogare con le ‘controparti’ nei conflitti, rispondo che prende fischi per fiaschi. Il dialogo da parte della commissione è aperto con tutti (comunità, associazioni, enti), altra cosa è – come chiederebbe lui – porsi nel ruolo di arbitro in un confronto tra Stati in guerra tra loro. Resto aderente al mio ruolo e a quello della commissione, che è quello di promuovere processi di pace e di dialogo, non certo di ospitare ‘arene’ di scontro tra fazioni avverse” dichiara la presidente della Commissione Pace Stefania Collesei.
"Comprendiamo la provocazione di Fratelli d'Italia oggi in Commissione: ha parlato di emendamenti che annacquano la richiesta, probabilmente per vedere se saltava la difficile sintesi trovata in questi giorni, che sappiamo irritare chi ritiene non condivisibile il lavoro della Relatrice Speciale dell'ONU Francesca Albanese. Così non è andata. Lo diciamo da luglio: a noi non è mai interessata tanto la cittadinanza onoraria di per sé, ma la sostanza dei rapporti che denunciano i crimini del Governo di Israele -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Riconoscere il valore della Relatrice e del suo lavoro è uno dei modi per non avere ambiguità nel sostegno alla causa del popolo palestinese.
Tutto questo è salvo e il parere favorevole della Commissione 7 supera l'atteggiamento divisivo della Sindaca, che si è permessa di rilasciare dichiarazioni due giorni prima della seduta che avrebbe avviato la discussione, senza alcun interesse per l'ascolto e il confronto. Le mobilitazioni per la Palestina continueranno. Ci prendiamo quindi l'impegno a presentare un ordine del giorno che riproporrà la cittadinanza onoraria, confidando che nella società i rapporti di forza possano determinare un esito diverso. Il riconoscimento politico che era al centro dell'atto c'è, e questo, stando alle stesse dichiarazioni di Francesca Albanese, è la cosa più importante, rispetto alle onorificenze ufficiali. La sostanza politica conta sempre più della forma istituzionale.
Sulla base di questo ringraziamo la Presidente per il lavoro comune fatto, dentro la Commissione, così come tutti i gruppi intervenuti, a partire da quelli che hanno dato parere favorevole. Francesca Albanese non solo non è in esilio, ma sarà la benvenuta per venire a presentare il suo lavoro come Relatrice Speciale, pubblicato questa estate".
"Ringrazio il proponente Dmitrij Palagi per la disponibilità al confronto costruttivo e tutti i commissari che hanno sostenuto questo percorso, tra cui la capogruppo di AVS - Ecolò Caterina Arciprete," ha dichiarato la Presidente Collesei. "È fondamentale che le istituzioni facciano sentire il proprio sostegno a chi difende i diritti umani e il diritto internazionale. A Palagi, che parlato di ‘atteggiamento divisivo’ della sindaca rispondo che così non è. La sindaca ha espresso il suo parere sul conferimento della cittadinanza onoraria e ha poi evidenziato che ha pieno rispetto dei lavori del consiglio. Ciò che è poi avvenuto è stato proprio, dopo un dibattito interno ai membri della nostra commissione, l’individuazione di una sintesi che mantenesse lo spirito fondamentale dell’atto".
“Oggi in commissione Pace abbiamo ribadito il nostro no a conferire riconoscimenti od organizzare iniziative per celebrare chi, rivestendo un ruolo importantissimo a livello internazionale, ha da anni scelto di farsi portavoce di una sola parte, il popolo palestinese, a cui va (e non da oggi) la nostra solidarietà. Durante il suo mandato, Albanese ha ripetutamente adottato posizioni critiche nei confronti della politica di Israele e del suo diritto di difendersi contro attacchi terroristici, un atteggiamento che in più occasioni ha sollevato dubbi e preoccupazioni. Non si può chiamare una persona di pace.
La sua visione del conflitto israelo-palestinese, che tende a ridurre la complessità della situazione a una lotta di oppressione unilaterale, non solo è unilaterale, ma in alcuni casi ha ignorato o minimizzato le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate da gruppi terroristici contro cittadini innocenti, tra cui i bambini israeliani. Firenze, come città che ha sempre avuto a cuore i principi di democrazia, di pluralismo, e di rispetto reciproco, non dovrebbe premiare con un qualunque titolo una persona che ha contribuito a una narrazione che non promuove la pace, ma alimenta divisioni e ostilità.
Inoltre, sebbene riconosciamo il diritto di ciascuno di esprimere le proprie opinioni, la nostra città non dovrebbe avvallare visioni che possano danneggiare l’immagine di Firenze come simbolo di accoglienza e tolleranza. La nostra città è sempre stata aperta al dialogo.
Per questi motivi, abbiamo votato contro nella commissione di oggi, nella speranza che si possa trovare una via di riconoscimento per personalità che davvero incarnano lo spirito di pace e di comprensione che da sempre contraddistingue la nostra città. In questo senso, proporrò un riconoscimento ai volontari delle associazioni fiorentine” dichiara il capogruppo di Forza Italia Alberto Locchi.
«Consideriamo grave e pericolosa la decisione della Commissione 7 del Consiglio comunale di Firenze che, questa mattina, ha approvato un atto per organizzare un’iniziativa istituzionale in cui Francesca Albanese presenterà il suo famigerato rapporto From economy of occupation to economy of genocide e, addirittura, si prevede di conferirle un riconoscimento pubblico» Così Emanuele Cocollini, Presidente dell’Associazione Italia-Israele di Firenze.
«Si tratta di un’iniziativa profondamente inopportuna: quel rapporto non ha alcuna valenza legale né istituzionale. Francesca Albanese è una relatrice speciale, cioè una figura che dovrebbe essere indipendente, non un organo dell’ONU. Il suo documento non è stato approvato da nessun organismo delle Nazioni Unite, non rappresenta una posizione ufficiale e non ha alcun carattere vincolante. È, a tutti gli effetti, un’elaborazione politica e attivistica, non un atto del diritto internazionale».
«Non solo: il rapporto è stato rigettato e criticato apertamente da numerosi Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Canada e Giappone. È dunque incomprensibile che proprio il Comune di Firenze voglia trasformare in passerella istituzionale ciò che la comunità internazionale considera un documento divisivo, metodologicamente fragile e politicamente polarizzante».
«Esprimiamo al tempo stesso – conclude Cocollini - il nostro apprezzamento alla Sindaca Sara Funaro per le sue parole chiare nei giorni scorsi e per aver negato la concessione della cittadinanza onoraria all’Albanese. Un ringraziamento va anche a tutte le forze politiche che stanno contrastando proposte irresponsabili e ideologiche che nulla hanno a che vedere con il ruolo equilibrato e inclusivo che le istituzioni fiorentine dovrebbero garantire».