(DIRE) FIRENZE, 5 giu. - In Toscana il mercato del lavoro soffre di uno scarto in negativo del 28% tra la domanda delle aziende e chi cerca lavoro. Il dato, di due punti più alto della media nazionale (al 26%) indica che più un nuovo posto di lavoro su quattro non trova sbocco positivo per mancanza di profili richiesti. E' la cifra più critica che emerge dall'annuale analisi 'Excelsior' condotta da Unioncamere ed è relativa alle 303.140 entrate che sono state previste nei piani e nei programmi di assunzioni 2018 (contratti a tempo indeterminato o determinato ma che superino il mese di lavoro).
La percentuale media, inoltre, impenna letteralmente se raffrontata con alcune tipologie professionali: sale al 43,6% nelle professioni scientifiche e con elevata specializzazione a fronte di entrate previste che sfiorano le 15.000 unita'. Si attesta al 38,8% per gli operai specializzati, su un fabbisogno di 55.890 unità, e al 37,9% per le professioni tecniche. Ancora, del 30,8% per gli operai di macchinari o conduttori di impianti.
Sempre dallo studio emerge che il 60% delle imprese assume, mentre i giovani rappresentano il 27% del mercato del lavoro (fino a 29 anni). Giovani che le aziende fanno fatica a reperire soprattutto nei settori informatici, nelle scienze chimiche e fisiche (64%), in quello medico (40%). Altro aspetto che emerge dalla ricerca e' quello dedicato ai titoli di studio che offrono maggiori sblocchi lavorativi: qui, stando ai dati 2018, il diploma e la qualifica professionale in percentuale si impongono sulla laurea 33 a 10, con i laureati in ingegneria i piu' richiesti ma anche i piu' complicati da reperire (61% che sale all'81 con esperienza).
"Anche in Toscana, così come nel Paese, c'è un paradosso: ci sono ragazzi che hanno difficoltà a trovare un'occupazione coerente con il loro titolo di studio. Di contro, il 28% delle imprese che intende assumere ha delle difficoltà a reperire le professionalita' che cerca. Dobbiamo assolutamente far incontrare questi mondi lavorando sull'orientamento in primis e indirizzando i ragazzi ma soprattutto le ragazze, perché abbiamo anche un gap di genere, verso percorsi che possono dare più occasioni", spiega l'assessore regionale a Lavoro, formazione ed istruzione, Cristina Grieco. Le contromisure, inoltre, potrebbero arrivare da "interventi formativi più brevi per le specializzazioni tecniche post diploma", ma anche da iniziative da mettere in campo per "riqualificare chi è uscito dal mondo del lavoro", aggiunge.
A Firenze, infine, il dato peggiora. Lo spiega Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio. "Qui le imprese non riescono a trovare un lavoratore su tre: su 28.000 persone richieste nei prossimi tre mesi, il 36% non si trova". Figure che mancano, soprattutto, "al sistema moda, visto che tutta la pelletteria e' alla ricerca costante di professionisti. Poi ci sono problemi nel farmaceutico e anche nel reperire operatori di macchinari e impianti meccanici: il Mugello ne soffre tantissimo".
La formazione, quindi, diventa "un punto delicato. Alcune aziende, infatti, non assumono perché non trovano nell'interlocutore la competenza adeguata". Per questo, conclude, "nel lungo periodo dobbiamo lavorare su programmi di studio e su una formazione puntuale. Sul breve, però, da una parte servono volontà e voglia di imparare una professione; dall'altra, sul fronte delle imprese, uno sforzo maggiore nell'accettare anche qualcosa di più acerbo per formarlo poi dentro un percorso lavorativo".