E' la settimana del Giorno del Ricordo, nel ventennale della legge istitutiva, datata 2004. Il 10 febbraio è la data scelta per celebrare il ricordo del dramma delle migliaia di istriani, fiumani, giuliani e dalmati, uccisi dalla furia cieca dei partigiani comunisti titini, o costretti a lasciare le loro case, i loro beni, la loro terra.
“In questo 2024 da poco cominciato – ha detto il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – ricorrono i 20 anni dall’istituzione del Giorno del Ricordo, solennità civile nazionale, che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, celebrato nel 2005 per la prima volta dal Presidente Carlo Azelio Ciampi, vuole “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Le persone soppresse e infoibate in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale tra l'8 settembre 1943, e il 10 febbraio 1947, giorno della firma dei trattati di pace di Parigi, che assegnava alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell’Italia.
E proprio questa data è stata prescelta per questa commemorazione.
Il Consiglio comunale non si è mai sottratto a commemorare questa ricorrenza, quest’anno insieme all’Assessore alla Memoria Giuliani, oltre alla cerimonia della mattina al cimitero di Trespiano per la deposizione della corona d’alloro al monumento in ricordo delle vittime, abbiamo organizzato, su richiesta dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nel pomeriggio di sabato 10 febbraio alle ore 15 in Sala Firenze Capitale il convegno dal titolo “Foibe e Esodo - Storia e Memoria”.
Congiuntamente – ha continuato il presidente Milani – sarà presentato il libro “In tempo di Pace” alla presenza delle autrici Beatrice Raveggi e Daniela Velli e del testimone Claudio Bronzin, esule istriano, centrato sulla strage di Vergarolla a Pola, nella quale rimasero uccisi più di 100 italiani molti dei quali erano bambini, a guerra finita; “in tempo di pace” appunto.
Gli altri relatori saranno la professoressa Alida Vatta con una introduzione dell’importanza della memoria ed il rischio dell’oblio con il passare delle generazioni. Per ripercorrere poi la nostra storia, la storia della città di Firenze, faremo un approfondimento sui luoghi dell’accoglienza degli esuli, in modo particolare ci concentreremo sulla storia sul presente e sul futuro di un luogo che, più di ogni altro, è stato riparo e alloggio, anche per molto tempo per centinaia di persone giunte a Firenze. Per questo interverrà Morgane Lucquet Laforgue, Responsabile di Artea, curatrice del futuro Museo di Sant’Orsola per fare il punto dei lavori e del futuro progetto di recupero che interesserà questo luogo simbolo del dramma degli esuli, ma anche incubatore di rinascita e di nuova vita.
In questi 20 anni la consapevolezza di quanto accaduto e le ragioni storiche che hanno determinato l’esodo degli italiani, e l’uccisione ed il martirio di molti uomini e donne ancora non completamente quantificati, è andata via via crescendo anche grazie ad alcuni momenti che rimarranno come pietre miliari, impresse nella memoria; nel 2010 le immagini del concerto a Trieste con la presenza dei tre Presidenti di Italia, Croazia, Slovenia, poi nel 2014 a Redipuglia la presenza del Capo dello Stato Sloveno e Croato e infine nel 2020 i presidenti Mattarella e Pahor mentre depongono una corona di fiori alla foiba di Basovizza, dove si stima che i partigiani jugoslavi abbiano gettato duemila italiani tra militari e civili.
Pahor – ha concluso il presidente Luca Milani – è stato il primo presidente di uno dei Paesi nati dalla disgregazione della ex Jugoslavia a commemorare le vittime italiane delle foibe ed abbiamo visto il Presidente della Repubblica alla foiba di Basovizza mano nella mano con il Presidente Sloveno”.
"Come Unione degli Istriani siamo particolarmente soddisfatti per l'avvio dell'iter del disegno di legge istitutivo del "Museo del Ricordo", per conservare e tramandare la memoria del dramma dell'esodo; un grande plauso al governo per la spinta che ha impresso alla sua realizzazione" dichiara Giampaolo Giannelli coordinatore Toscana Unione degli Istriani.
A pochi giorni dalle celebrazioni che ricordano la tragedia delle foibe, è stata svelata questa mattina l'intitolazione a Norma Cossetto dell'area verde posta tra via Crispi, via Guadagnoli e via Signorelli alla presenza dell'assessore Alberto Merelli. L'intitolazione dà compimento all'atto di indirizzo presentato dall'allora consigliere comunale Roberto Bardelli nel 2019 e approvato all'unanimità dalla giunta comunale nel 2022. Presenti alla cerimonia le autorità civili e militari: con loro anche Silvano Olmi, presidente del Comitato “10 febbraio” e il labaro della sezione di Arezzo dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
Norma Cossetto rappresenta quella tragedia che vide migliaia di italiani vittime della violenza dei partigiani jugoslavi. Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata, venne lungamente seviziata e violentata dai carcerieri prima di essere barbaramente gettata in una foiba ancora viva a soli 23 anni il 5 ottobre del 1943. Nel 2005 le è stata conferita la medaglia d’oro al valore civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.