Il futuro dei ospedali psichiatrici giudiziari: il caso Montelupo Fiorentino

Per a chiusura degli Opg e la creazione di Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentive a partire dal 31 marzo scorso. Nascosti: “Buone intenzioni, ma questione gestita malissimo”. On. Nicchi: “Solliccianino è un altro Opg, no al trasferimento dei malati al Gozzini”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 aprile 2015 21:19
Il futuro dei ospedali psichiatrici giudiziari: il caso Montelupo Fiorentino

Mercoledì 22 aprile alle ore 21.00 si terrà un Consiglio Comunale straordinario a Montelupo Fiorentino. Il 31 marzo 2015 doveva essere una data storica: il momento in cui la Villa Medicea dell’Ambrogiana non avrebbe più ospitato un ospedale psichiatrico giudiziario. Proprio il 31 marzo la Regione Toscana ha comunicato le destinazioni che ospiteranno tutti i malati presenti ancora nella struttura, in relazione alle loro caratteristiche e alle loro necessità e l’amministrazione comunale attende ora che sia definito il cronoprogramma per il trasferimento degli internati. Il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari è il risultato di un percorso iniziato nel 2008 e volto in primo luogo a tutelare gli internati e a garantire loro percorsi di cura maggiormente adeguati rispetto al passato, senza perdere quelle necessarie garanzie di sicurezza per loro, per gli operatori e anche per la comunità. Considerata la chiusura della struttura come un dato di fatto, si apre una complessa discussione sul futuro della Villa Medicea, una discussione che vede confrontarsi punti di vista contrastanti e molto distanti fra loro.

Tanto se ne è parlato sulla stampa e anche in altre occasioni pubbliche. Stiamo parlando di un’area che ha una superficie complessiva di 38.000 mq, con 9.000 mq di superficie edificata e 29.000 mq di superficie libera da costruzioni. Si parla inoltre di una volumetria di circa 90.000 metri cubi. «Il complesso mediceo dell’Ambrogiana fin dall’Ottocento è stata destinata ad un uso improprio prima come manicomio e poi come ospedale psichiatrico giudiziario. Finalmente siamo nella situazione in cui un’opera unica al mondo potrà essere restituita alla collettività; mi sembrano pertanto insensate le idee di coloro che auspicano la presenza di un carcere. Ricordiamoci che la struttura non è stata riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità proprio a causa dei problemi di accessibilità. Si tratta di un’immobile unico nel suo genere: la sola Villa Medicea con accesso diretto all’Arno tramite una grotta che la collega alle sponde del fiume e che un tempo era riccamente decorata.

In passato con cadenza mensile venivano organizzate visite guidate alla struttura, ma siamo stati costretti ad interromperle per problemi di stabilità», afferma il sindaco Paolo Masetti. Ovviamente sul futuro della struttura pesano molte incognite di tipo amministrativo ed economico. Il comune di Montelupo a breve, proprio per definire un quadro di intervento, firmerà una convenzione con il Demanio nella quale si prospetta la creazione di un tavolo di lavoro che dovrà individuare lo sviluppo futuro dell’area e capire quale è il mix di funzioni economicamente sostenibile. «Parlando di mix di funzioni, evidentemente non se ne contempla un uso esclusivo, come ad esempio il tanto citato “Resort di lusso”.Il consigliere regionale Nicola Nascosti fornisce inoltre alcune importanti cifre circa la ricollocazione dei pazienti: “Considerate le condizioni inaccettabili più volte rilevate negli OPG – spiega Nascosti- la loro chiusura, è un evento importante perché pone in primo piano il diritto alla cura (secondo il concetto psichiatrico di “recovery”) e non alla punizione delle oltre 700 persone "custodite", colpevoli di delitti e giudicate incapaci di intendere e di volere”. “Il modello proposto – aggiunge il consigliere - passaggio previsto dalla Legge 81/2014, è quello delle "Residenze sanitarie per l'esecuzione della misura di sicurezza (Rems)" strutture in grado di accogliere gli internati nel rispetto del diritto alla cura e all’inclusione sociale oltre che a garantirne la misura detentiva.

Ogni REM dovrebbe ospitare al massimo 20 internati per consentire un approccio più mirato, attento alle caratteristiche di ogni internato. In altre parole, e in teoria, queste strutture saranno destinate a ricoveri e non a reclusioni, alla cura e non alla custodia, il tutto volto al recupero e alla deospedalizzazione. Tuttavia le Rems – incalza Nascosti - non saranno comunità terapeutiche ma, piuttosto, luoghi di contenimento, e nella fase iniziale ci saranno due tipi di Rems: quelle di valutazione e di stabilizzazione e quelle degli stabilizzati”. Alla luce di queste premesse il consigliere regionale Nascosti si chiede: “Se, per un verso, è un evento atteso, per un altro verso la perentorietà della data di chiusura, nelle attuali condizioni, alimenta un dubbio: realtà o manovra elettorale? Non basta, infatti, chiudere (o annunciare la chiusura) delle vecchie strutture per considerare il problema risolto.

Dovevano infatti essere già state realizzate le REMS in grado di accogliere queste persone per le finalità prima dette”.“La Regione Toscana non ha rispettato il piano nazionale previsto in materia di Opg. Le indicazioni per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari prevedeva il trasferimento dei malati mentali in strutture senza sbarre, apprendiamo invece che oltre venti di loro saranno portati nell’istituto penitenziario Gozzini o Solliccianino, un carcere a tutti gli effetti, praticamente un altro Opg”. Lo ha detto la deputata toscana Marisa Nicchi (Sel) all’indomani della decisione della Regione Toscana di trasferire alcuni internati dell’Opg di Montelupo nel carcere Gozzini. “Una decisione che, oltre a non rispettare quanto previsto, scontenta i reclusi di Solliccianino, che hanno scritto una lettera aperta elle istituzioni per chiedere un ripensamento – ha continuato Nicchi - Ci sembra assurdo che, dopo oltre un anno di tempo, la Regione non sia riuscita a trovare una sistemazione più adeguata ai pazienti di Montelupo: è impensabile trasferire in una prigione i pazienti psichiatrici che hanno bisogno principalmente di cure sanitarie”.“Pur di non fare figuracce lasciando scadere il termine del 31 marzo senza aver dato risposte, la Regione ha deciso di mandare gli ex detenuti dell’Opg di Montelupo in una serie di strutture che in alcuni casi non sono adeguate né talvolta dotate di personale ancora adeguatamente formato.

Abbiamo visto come all’Opg si siano ripetuti ripetersi episodi drammatici, anche negli ultimi tempi, e ci chiediamo quali garanzie diano le residenze individuate per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria”. E’ quanto denuncia il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia e candidato governatore Giovani Donzelli insieme ai consiglieri Marina Staccioli e Paolo Marcheschi. “Una situazione del genere rischia di mettere in pericolo l’incolumità sia degli ex detenuti che degli altri degenti nelle strutture, per non parlare del personale in servizio.

Una soluzione andava trovata, ma temiamo che l’assessore Luigi Marroni e la giunta abbiano voluto mettersi in mostra dando una risposta senza considerare il reale livello di avanzamento delle strutture necessarie a garantire sicurezza”."La decisione della Regione Toscana di trasferire gli internati non dimissibili dall’OPG di Montelupo al carcere di Solliccianino, dimostra solo che si è arrivati all’ultimo secondo utile per evitare il commissariamento senza avere in mano soluzioni adeguate: una figuraccia, che mette in mostra l’incapacità politica del governatore Rossi di affrontare problemi delicati come quello del superamento degli OPG con gli strumenti della persuasione e della coesione territoriale.

La decisione, infatti, è stata presa a solo un giorno dalla scadenza prevista per il superamento dell’OPG di Montelupo. Cosa accadrà ora non si sa: si spera che il trasferimento avvenga solo dopo gli interventi di adeguamento nell’istituto Gozzini, un carcere a custodia attenuata ma pur sempre un carcere. Insomma, non si è voluto, o potuto, comprendere appieno il significato importante contenuto nella legge 81 e si è preferito dar prova di inefficienza politica. “Cambiare tutto per non cambiare nulla”: ma allora è meglio, molto meglio, il commissariamento previsto nella legge 81."

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