Ripartono i "Quaderni" della Fondazione Balducci

L’Europa senz’anima

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 settembre 2014 22:19
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L’Unione Europea tra politiche di austerità ed euroscettismo, i problemi dell’immigrazione, la questione Ucraina e i rapporti con la Russia sono i temi centrali dell’ultimo dei «Quaderni della Fondazione Balducci». Il fascicolo, intitolato L’Europa senz’anima (pp. 120, euro 10), inaugura un nuovo corso per la rivista, adesso edita da Polistampa.

Il periodico quadrimestrale, nato come supporto all’attività della Fondazione e diretto da Andrea Cecconi e Piero Cappelli, propone da quindici anni atti di convegni, seminari, conferenze e contributi su vari argomenti di attualità, oltre ad approfondimenti sui temi propri della riflessione balducciana. L’ultimo fascicolo contiene, tra gli altri, i testi di Vittorio Agnoletto, Moreno Biagioni, Francesca Materozzi e Gianfranco Tomassini, e affronta anche problemi di rilevanza più strettamente nazionale come l’emergenza degli sbarchi a Lampedusa.

Il saggio di Lorenzo Cappelli ripropone infine la figura di don Milani attraverso l’analisi dell’attività artistica esercitata dal giovane Lorenzo negli anni immediatamente precedenti alla sua improvvisa conversione e ingresso in seminario.Gli interrogativi e le speranze che sul futuro dell’Unione Europea manifestarono i saggi accolti in un precedente fascicolo dei «Quaderni della Fondazione» andato subito esaurito, L’Europa che vogliamo (numero 9, 2004), sembrano essere stati in gran parte disattesi, pur con gli interventi che nel frattempo sono stati messi in atto, a cominciare dall’introduzione della moneta unica europea.

Come sottolinea Andrea Cecconi nel suo testo introduttivo, le perplessità di allora in rapporto alla contraddizione di fondo tra libero mercato e lotta alle disuguaglianze sociali quale obiettivo prioritario dell’Unione si sono rivelate fin troppo fondate. La costituzione di un potere politico, normativo ed economico, rappresentato da un parlamento europeo dotato di poteri decisionali e di controllo effettivi, di tipo sovranazionale, resta ancora un obiettivo irrinunciabile, al fine del necessario superamento del mito della sovranità statale assunta sempre di più come una maschera dietro la quale nascondere particolarismi ed egoismi nazionali.

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