I Medici fa record di share, Nardella esulta: il popolo critica

Dopo Inferno sul grande schermo arrivano anche I Medici su Rai 1

Antonio
Antonio Lenoci
19 ottobre 2016 20:23
I Medici fa record di share, Nardella esulta: il popolo critica

I dati di ascolto sono abbondanti e non poteva esserci partenza migliore per una ricostruzione in costume dedicata alla famiglia più rappresentativa del Rinascimento.Il sindaco di Firenze esulta e twitta "Quando la #Rai fa servizio pubblico si vede! #Medici e #Firenze da record su @raiuno con 30% di share ieri sera! Bravi @luxvide e attori" non a tutti è piaciuto l'accostamento tra il prodotto specifico ed il termine "Servizio pubblico" inteso probabilmente come divulgazione storica e non come programma socialmente utile o come tribuna politica.

Non della politica recente.. non completamente almeno.Dopo le prime recensioni di Inferno che non sembra aver convinto il pubblico a causa della scrittura più che per quanto riguarda le riprese, i fiorentini, critici per diletto e per deformazione genetica, non si sono sottratti al commento social sui Medici dividendosi, inutile dirlo, anche sulla facciata di Santa Maria del Fiore che sarebbe stata visibile solo nell'800.La ricostruzione di una Firenze raccolta con stereotipi dal contado (ma le case-torri c'erano, ne abbiamo le prove) un Duomo troppo ristretto ed attori troppo belli per un periodo che ha fornito abbondante materiale, oggi definito lombrosiano, sono tra gli aspetti maggiormente sottolineati nei commenti post Prima Visione.Ricordiamo che non esente da critiche è stata anche la puntata speciale di Ulisse "Una Notte a Firenze" condotta magistralmente da Alberto Angela e ricordata oggi più per l'apparizione di Andrea Bocelli sul marmo della cattedrale che per il viaggio esclusivo in una città addormentata nel tempo e lontana dal turismo di massa che però è il primo spettatore.L'esultanza di un amministratore è nascosta in una semplice equazione: più se ne parla e più piace, più rende e produce.

I Medici a distanza di 500 anni sono ancora una vetrina, un biglietto da visita da spendere sul mercato internazionale. Una cambiale? Un lingotto con impresso il giglio.Un rischio forse esaltare e prendere per buono tutto ciò che parla di Firenze solo perché visto dalla prospettiva di chi vive nel capoluogo toscano, quasi quanto può esserlo criticare tutto con l'ambizione di una perfezione storica che oggi non è contemplata dal mercato cinematografico e televisivo se non relegata in spazi contenuti ed inseriti nel palinsesto con parsimonia di budget piccoli ed ore piccole.Se il turista arrivato in città cercherà I Giardini di Boboli accanto a Palazzo Vecchio o si meraviglierà del monumento a Brunelleschi, cercando invano il profilo di Alessandro Preziosi, si ristorerà in una Trattoria e passerà del tempo in un Museo..

per dimenticare.Il turismo paga, porta ossigeno ma soffoca. E' la grande bellezza e forse, non possiamo farci niente.

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